Una storia ultramillenaria ambientata in un mondo fantastico, ricco di avventure e colpi di scena e popolato da personaggi affascinanti. S’intitola Kalìa Estrel la trilogia fantasy ma con tratti verosimili, che guarda alla società contemporanea, analizzandone criticità e problematiche in una veste letteraria. Le vicende narrate, non avulse dal contesto in cui viviamo, toccano tematiche scottanti della quotidianità: la lotta per la supremazia, lo scontro tra oriente e occidente, il patriarcato, l’epidemia, il fenomeno delle spose bambine con la conseguente mercificazione della donna, la politica e i giochi di potere, il fanatismo religioso e tanto altro ancora.
Gli argomenti si legano omogeneamente in un nucleo narrativo compatto attraverso un intento didascalico sotteso al racconto stesso. L’esortazione a non ledere la libertà altrui per raggiungere le ambizioni personali e l’invito a non alterare gli equilibri della natura costituiscono il filo rosso attorno al quale si sviluppa la trama. Una trama che Silvia Cortese non lascia mai al caso ma che tesse, lavora, cesella con l’abilità tipica del romanziere.
Quella natura così presente nel suo ultimo volume si tramuta nella totale volontà di umanizzazione del paesaggio, con gli alberi che arrivano ad assumere un grande potere decisionale. Se lo spirito ambientalista rappresenta l’elemento peculiare dell’intera opera, vi è altresì un patrimonio di valori che nei tre libri resta immutato: fedeltà, lealtà, senso di giustizia appartengono a quel sostrato di virtù innate di cui si fregiano i personaggi, tutti modellati sulla base di principi che inneggiano all’amicizia e all’amore.
Ma c’è di più. Per conferire all’opera una patina di concretezza, l’autrice giovinazzese, classe ’90, ha ideato uno stradario originale delle Cinque Terre per seguire attentamente gli spostamenti dei protagonisti su una vera e propria mappa creata da suo padre. Un lavoro corposo adatto a qualsiasi fascia di età, come le notissime saghe de Il Signore degli Anelli e di Harry Potter.
“Ho voluto chiamare la trilogia con il nome della protagonista, Kalìa Estrel, perchè risaltasse e rimanesse impressa –spiega l’autrice-. Ad ogni volume ho poi dato un sottotitolo che ne racchiude l’essenza, La lotta dei Predestinati, Il mistero delle pergamene, I segreti degli elfi“. Ma chi è davvero Kalìa Estrel? È una fanciulla che vive nella Terra d’Occidente, dove di giorno lavora in una locanda e di notte indossa i panni di Treccia Nera, una sorta di Robin Hood al Femminile. L’elemento che la contraddistingue è il suo essere predestinata, cioè venuta al mondo con una missione da realizzare e con dei poteri da utilizzare nelle avversità. Sul petto ha impresso il marchio dell’animale in cui si trasforma: un’aquila nera.
La sua vita cambia per sempre nel momento in cui viene reclutata dalla Setta degli Immortali, per far fronte alla minaccia incombente del califfo Lorelith. Tutti “predestinati” mentre Kalìa è l’unica di loro che manca all’appello. Per aggregarsi alla Setta deve recarsi nella Terra d’Oriente ed è così che ha inizio il suo lungo viaggio. Lorelith è l’antagonista per eccellenza, un uomo bramoso di impossessarsi delle antiche conoscenze elfiche per raggiungere i suoi vili scopi. Poi c’è Alcan, il grande amore di Kalìa. I due sono legati da un destino comune e da una fortissima connessione emotiva.
Nell’ultimo volume, intitolato I segreti degli Elfi, pubblicato pochi fiorni fa da Genesis Publishing, si trovano a fronteggiare la sfida più difficile, poiché devono affrontare separatamente le proprie missioni. Kalìa infatti s’inoltra in un territorio sconosciuto dove nessuno può seguirla e dal quale non riesce a tornare indietro. In fondo Silvia è sempre stata appassionata di antiche civiltà andando alla ricerca di aneddoti ed enigmi che spesso le infittiscono. Annota, tiene a mente, si documenta senza dimenticare la creatività.
Una creatività così feconda che la porta ad inventare storie, a tessere un ordito narrativo che talvolta appare complesso per l’orizzonte scenico in cui sono calati i personaggi, a comporre un mosaico narrativo che possa stimolare e incuriosire il lettore. Una laurea in archeologia è l’ingrediente fondamentale per affinare una scrittura praticata per necessità, non per obbligo. “Scrivo solo quando ne sento il bisogno, quando ho qualcosa da raccontare“, spiega. “E per farlo devo essere ispirata, se non lo sono vado in blocco anche per mesi“, continua.
Un desiderio che si mantiene vivo in una come lei che ha cominciato a mettere nero su bianco le parole sin dalla scuola elementare. In quel periodo ha cominciato a cimentarsi nella stesura di racconti popolati da animali parlanti, mentre alle medie ha provato a scrivere una trilogia fantasy. Tuttora custodisce con cura i quadernetti e le agendine su cui appuntava idee o pezzi di storie che si sarebbero evoluti in romanzi.
Ama ricordarsene e meravigliarsi di quanto tempo è passato. Ma non indugia ad accennare ai lunghi sforzi profusi per la composizione della saga, iniziata ai tempi del liceo ma pubblicata molti anni dopo: “è stato come mettere insieme i tasselli di un enorme puzzle. Diversamente dalle altre storie, ho scritto quest’ultima interamente al computer“. Un progetto editoriale ambizioso coronato dal contratto con Genesis Publishing per la pubblicazione del primo volume uscito nel 2015. Lo stesso è stato ripubblicato nel 2018 con una nuova veste grafica, mentre il secondo e il terzo volume della saga sono arrivati rispettivamente nel 2020 e l’8 febbraio scorso. Disponibili anche in versione ebook, i libri sono ordinabili in libreria e sugli store online come Amazon.
L’instancabile penna dell’autrice non si ferma al fantasy ma abbraccia e sperimenta altri generi. Proprio com’è accaduto con “Il cuore del vampiro”, un racconto dalle sfumature horror pubblicato nel 2016 con la medesima casa editrice e disponibile solo in ebook.
Conclusa l’avvincente trilogia di Kalìa Estrel, Silvia ha deciso di intraprendere una nuova strada, per sperimentare qualcosa di nuovo e mettersi ulteriormente alla prova come scrittrice. “Sto lavorando a un romanzo di ambientazione storica che sarà autoconclusivo -ci confida- perchè le saghe portano via troppo tempo e dubito che ne scriverò altre“. Di più, però, non può svelare ma lascia che sia l’ispirazione a guidarla in quello sconfinato e poliedrico mondo chiamato narrativa.
Nell’immagine in alto, Silvia Cortese