“Agro soccorso” un binomio linguistico curioso che va contestualizzato per comprenderne il significato, relativo al ruolo prezioso che gioca la sicurezza nella vita quotidiana degli addetti ai lavori agricoli esposti a moleplici rischi. Sia quando sono al lavoro nelle campagne sia sulle strade, mentre a bordo di mezzi attrezzati per il lavoro nei campi o di semplici autovetture raggiungono il luogo della loro dura fatica.
Alla complessa e delicata tematica, ormai da diversi anni l’Associazione ALBA Trapiantati onlus, col presidente Amelio Paparella, dedica una sessione formativa per consentire sia agli operai sia agli imprenditori del settore di porre in essere ogni utile iniziativa per la tutela dell’incolumità fisica. Un’importante occasione di riflessione che raccoglie l’apprezzamento e il sostegno di tutte le associazioni di categoria che gravitano attorno a questo mondo complesso e variegato: Coldiretti, Guardie Campestri, Guardie Ambientali e Croce Rossa. Associazioni che hanno preso parte con i propri referenti alle giornate di formazione svoltesi, con il patrocinio del Comune di Barletta e dell’Asl Bat, presso Le Cantine della Bardulia a Barletta, e alle quali hanno partecipato anche i soci di quei sodalizi che sostengono Alba Trapiantati nella realizzazione di altri eventi: i Cavalieri di Malta OSJ, Mille mani per le famiglie e SIAF e FIOF che promuovono l’arte fotografica.
Il parterre dei relatori è stato ricco di figure rappresentative del settore di riferimento che hanno snocciolato da diversi punti di vista il tema della sicurezza in agricoltura. Con un incipit della figura preposta istituzionalmente a far rispettare le norme di sicurezza in ambito lavorativo: l’ufficiale giudiziario, ispettore Spesal Asl Bat, il dott. Vincenzo Ciniero, che si è soffermato, in apertura, su un concetto cardine: il ruolo svolto, percepito con una certa diffidenza da parte degli agricoltori, come se gli ispettori fossero dei “nemici”, pronti a sanzionare con disinvoltura ciò che non è a norma.

“L’ispettore di sicurezza, in quanto pubblico ufficiale di polizia giudiziaria, ha il compito fondamentale di tutelare il bene collettivo, ovvero la salute dei lavoratori, garantendone l’integrità fisica e morale”, ha spiegato. Ciniero ha sottolineato come le sanzioni non siano un fine, ma uno strumento che entra in gioco solo quando vengono violate le norme di sicurezza, e queste violazioni mettono a rischio non solo la singola persona coinvolta, ma l’intero sistema di protezione del lavoro. Ogni infrazione, infatti, può avere ripercussioni su più soggetti, compromettendo il benessere e la sicurezza collettiva.
Come potrebbero essere utilizzati i fondi provenienti dalle sanzioni irrogate ai datori di lavoro? Sarebbe ipotizzabile un ritorno in termini proprio di maggior sicurezza nelle campagne? La risposta di Ciniero è stata “fragorosamente” positiva. I terreni agricoli, i tratturi necessitano di punti in cui siano disponibili i defibrillatori; di dispositivi e condizioni che consentano ad un agricoltore che abbia subito un incidente di poter essere salvato, grazie all’intervento immediato degli operatori del 118, che fanno fatica a geolocalizzare il punto preciso in cui si è verificato l’infortunio.
Ci siamo mai chiesti come fornire indicazioni precise di un luogo qualora ci ritrovassimo nel bel mezzo della campagna, e girando su noi stessi, come in una danza maldestra, vedessimo attorno solo distese di vigneti, frutteti o uliveti? Ecco in questo caso può giocare un ruolo fondamentale la così contestata o osannata intelligenza artificiale, che negli ultimi tempi sta assumendo un ruolo sempre più decisivo in agricoltura insieme all’utilizzo dei droni.
Nel nord del paese sono stati avviati progetti pilota attraverso cui sperimentare il supporto di questi strumenti nel primo soccorso. Progetti che hanno avuto come primo ambito di applicazione il mare e pian piano si stanno spostando sulla terraferma, nelle campagne, con la prospettiva che sia proprio un drone a trasportare in volo un kit con un defibrillatore pronto ad un tempestivo utilizzo. Nella consapevolezza, tuttavia, che ogni manovra di soccorso se deve essere eseguita da personale non sanitario necessita di una formazione di base, per evitare passaggi inutili o addirittura dannosi.

Quando parliamo di agricoltura, oggi più di ieri ci soffermiamo sul tema della sicurezza alimentare, su quanto sia sicuro quello che giunge sulle nostre tavole. E se è vero che “noi siamo ciò che mangiamo” dovremmo essere ancora più sensibili nei confronti di questa tematica, analizzando più da vicino il rapporto produttore-consumatore, un “gergo” diventato virale, soprattutto attraverso il marketing favorito dai social, che oggi, ci porta spesso a sentire di dover favorire la filiera corta, ovvero quel processo secondo cui mi devo affidare al produttore che conosco, e di cui conosco la produzione perché so i prodotti che usa, le tecniche che utilizza, la concimazione biologica effettuata opponendosi all’utilizzo dei fitosanitari previsti dalle norme regolatrici dell’Unione Europea.
Ecco, questa è la battaglia che da anni, la Coldiretti porta avanti in tutta la penisola, come conferma il dott. Luca Celestino, responsabile della provincia di Bari, il quale ricorda l’impegno dall’associazione in tema di sicurezza del lavoro. Oggi si parla di un abbraccio di tutele, molteplici e non più individuali: ecco che torna il senso del bene collettivo, filo conduttore di tutti gli interventi.
Il produttore è importante tanto quanto il consumatore che decide cosa mangiare, quanto mangiare e perché, e secondo quali scelte mangia ciò che sceglie di mangiare. Oggi è importante difendere e sostenere i produttori agricoli, perché grazie al loro lavoro possiamo portare in tavola cibo vero, che nasce dalla terra. Un cibo che viene da quel suolo vivo e fertile, dove le mani si sporcano per raccogliere ciò che cresce in modo naturale. Non possiamo dimenticare il valore di questo processo, che segue i ritmi e le leggi della natura, ha chiarito Celestino.
Per questo, preoccupa l’idea che si possa sostituire questo cibo con carne sintetica prodotta in laboratorio, come se si potesse cambiare un equilibrio antico tra uomo e natura.

La Coldiretti nel 2023 ha promosso un disegno di legge, oggi divenuto legge, che, come ricorda Celestino, mira a proteggere prodotti alimentari considerati di importanza strategica per il paese, vietando tra l’altro l’uso del termine “carne” per prodotti trasformati che contengono solo proteine vegetali. Oggi l’associazione degli imprenditori agricoli si fa portavoce di una nuova proposta di legge a livello europeo, attraverso una petizione popolare, per dire no al falso made in Italy, agli importi sleali del grano, e per dire sì al blocco alle frontiere di prodotti contraffatti e all’indicazione dell’origine del prodotto in capo all’etichetta. Molti dei presenti hanno manifestato il proprio convinto assenso, firmando la petizione e facendo sentire a gran voce quei no e quei si fondamentali.
Come fondamentali sono le norme di sicurezza da adottare quando l’agricoltore lavora a contatto con gli strumenti fermi o in movimento nei campi, con le più comuni che riguardano l’utilizzo e la guida delle trattrici agricole.
Se la tecnologia ha compiuto passi da gigante, resta la necessità di un approccio consapevole all’utilizzo di tali mezzi. Oggi le trattrici agricole sono dotate di dispositivi di sicurezza controllati e studiati ad arte per seguire ogni singolo movimento che l’agricoltore compie: una marcatura ad uomo, come nel calcio, fotografa e previene ogni movimento. E’ quanto ha chiarito Raffaele Divincenzo, noto rivenditore el settore, che ricorda un aspetto molto importante: “saper usare il mezzo agricolo non è semplice, ma diventa impossibile se ignoriamo gli accorgimenti più semplici per una buona guida e una sicura condotta”.
I nuovi dispositivi di sicurezza, introdotti dalle case costruttrici, rilevano la presenza del conducente e monitorano costantemente i suoi movimenti. Un dispositivo chiave è il controllo della presa di forza, progettato per entrare in funzione quando il sensore non rileva più la presenza del conducente a bordo. In caso di anomalia, il sistema blocca immediatamente la macchina, riducendo il rischio di incidenti durante il lavoro. Questa tecnologia risulta particolarmente utile in situazioni in cui l’agricoltore potrebbe impigliarsi con gli abiti in un ramo, rischiando di essere strattonato. Grazie al blocco automatico della trattrice, il pericolo viene mitigato, garantendo una maggiore sicurezza sul campo.

In ultimo la grande diatriba che impegna gli agricoltori e che alimenta ogni dibattito di settore: arco protettivo sì, arco protettivo no. Oggi le trattrici si presentano con livelli di confort e un design ben superiori rispetto al passato proprio grazie al duplice arco. Anche l’uso degli specchietti laterali, il lampeggiante e la cintura di sicurezza sono dispositivi di grande ausilio. La cintura è un presidio dii sicurezza di estrema utilità, come ha ricordato Ida Ester Chieffo, insegnante di scuola guida: “Questa lotta la vinciamo con la sensibilizzazione, bastano pochi gesti giornalieri per evitare spiacevoli conseguenze. Prendiamoci il tempo per riflettere, perché non è mai troppo il tempo da dedicare alla salute e alla sicurezza.”
La sicurezza è un valore che va coltivato con impegno, proprio come un agricoltore si prende cura del suo raccolto. Se nutriamo una pianta, essa ci ricompenserà con frutti abbondanti; allo stesso modo, investire nella sicurezza significa proteggere noi stessi e gli altri. Non possiamo limitarci a pensare solo alla nostra incolumità personale, perché ogni disattenzione o comportamento irresponsabile può avere conseguenze su chi ci sta accanto. Adottare abitudini sicure non è solo un atto di responsabilità individuale, ma un contributo prezioso per il benessere collettivo, ha spiegato Chieffo.
Nel 2023 in Italia si sono registrati 166mila incidenti con 3000 mila morti, di cui 150 in agricoltura, e l’assurdo motivo per cui ogni singolo incidente si è verificato è l’uso scorretto del cellulare alla guida. Questo dovrebbe far riflettere sulla necessità di comportamenti improntati alla sicurezza: sulla strada ci siamo noi ma anche gli altri che possono essere coinvolti in tragedie causate dalla nostra disattenzione.
Ma quando è troppo tardi, quando l’infortunio si è verificato per una negligenza, un cattivo finzionamento del mezzo o un malore, cosa possiamo fare per salvare chi è rimasto intrappolato alla guida del mezzo? Di questo si è occupato il dott. Francesco Paolo Maffei, coordinatore del Pronto Soccorso di Barletta che ha mostrato in cosa consiste la presa di Rautek, una delle manovre più note ed efficaci in questi casi.

Infine non bisogna tralasciare la sicurezza del proprio corpo, applicando una sana gestione dei principi della prevenzione, prendendosi cura della propria salute. Un dovere ancora più presssante per ogni agricoltore, alle prese con un lavoro molto usurante, che compromette a lungo termine l’abilità fisica con problemi dell’asse cervicale e lombare e del complesso tendineo. L’osteopatia in questi casi può essere un valido ausilio nel ripristinare l’equilibrio della persona sia a livello fisico che mentale: le mani agendo sui punti dell’organismo maggiormente compromessi riescono a rimettere in connessione i vari sistemi di cui è costituito il corpo umano. Per prevenire ogni disfunzione, ha spiegato Mazzilli, è consigliato respirare correttamente, effettuare controlli periodici, assumere posture ottimali ed effettuare esercizi di allungamento o mobilità, quotidiani.
In chiusura un impegno per il prossimo anno: rifacimento del manto stradale in città e in campagna e pulizia delle campagne saranno i nodi al centro del dibattito.





