Ci siamo, è arrivato l’ultimo giorno di festival. Il Petruzzelli è stato preso d’assalto da una folla di spettatori, un nugolo di individui tutti interessati a Claudia Gerini e, soprattutto, a Carlo Verdone. File lunghissime, che si sono poi disperse all’interno del teatro. Molti non sono neppure riusciti a sedersi e tanti altri neanche ad entrare. Credo di non aver mai assistito ad un assalto del genere, segno del profondo affetto che intere generazioni provano per quella che è ed è stata una delle personalità più importanti del cinema italiano.
In Viaggi di nozze, che è un film a episodi del 1995 diretto dallo stesso Verdone, si assiste alle tante disavventure di tre coppie di novelli sposi, diversissime tra loro. Tre coppie, che sono il ritratto esasperato di veri prototipi italiani, di persone come se ne vedono tante. E chissà quanti, in questo teatro, in questo ultimo giorno di festival, si sono rivisti in uno di questi tanti ritratti, in una delle tante parodie di Verdone.
“Queste coppie affrontano quelle difficoltà, che sono un assaggio della vita matrimoniale, la prova delle tante sventure che capitano, ma anche delle tante fortune. Spesso ci tocca avere qualche problema, no? E non ne vale forse la pena? Anche perché se va tutto liscio, succede come alla coppia mia e di Claudia. L’amore finisce. Non c’è più magia” spiega Carlo Verdone, interprete incredibile dagli svariati e caricaturali personaggi dei suoi film: il coatto, il professore, il nipote o il figlio devoto, tutte straordinarie comparse della vita di tutti i giorni e che sembrano ancora più vivide in un film. “Devo tutto al pubblico, che mi ha sempre incoraggiato” confessa Verdone, con un po’ di commozione nella voce.
“Io e Claudia ci capivamo moltissimo, come adesso. Ho avuto sempre una gran fiducia in lei, perché ha un grande talento. Molte scene del film ‘Viaggi di nozze’ le abbiamo improvvisate. E, guarda un po’, sono le scene che ci sono venute meglio” racconta Verdone davanti al pubblico, che ride, applaude, che meraviglia. “Io devo tutto alle donne, perché vivevo in una famiglia matriarcale e mi trovo molto meglio con le donne. Trovo che siano più interessanti, meno noiose, più sensibili. Voglio essere ricordato come un uomo che esaltava le donne nei suoi film” dichiara il regista.
“Spesso si parla dei personaggi maschili di Verdone, ma trovo che ci siano deli ruoli bellissimi e molto divertenti riservati alle donne. Il pubblico vuole storie belle, e trovo che Carlo mandi avanti i giovani, che creda davvero nel suo cast. Non è un regista egoriferito. La macchina cinematografica non è puntata su di sé” osserva Claudia Gerini, che è molto cresciuta proprio grazie a Verdone, e che ora è diventata un’attrice bravissima e pluripremiata.
“Carlo – prosegue Gerini – fa film corali, che coinvolgono tante persone. Dà molto spazio agli altri“. “Un film non può basarsi su un’unica persona, è naturale. Non commetterò mai questo errore. Tanti miei colleghi, purtroppo, lo fanno” aggiunge Verdone. Per quanto riguarda i progetti futuri, il regista e attore dà una grande lezione al pubblico del Petruzzelli: “Ho trascorso tutte le estati della mia vita a fare propositi per settembre, ora non più. Adesso trascorro l’estate a ricordare i propositi che facevo e che sono svaniti, un po’ per pigrizia, un po’ per dimenticanza. Che cosa avete contro la nostalgia, eh? E’ l’unico svago che ci resta per chi è diffidente verso il futuro. L’unico. Senza pioggia, agosto sta finendo, settembre non comincia e io sono così ordinario. Ma non c’è da preoccuparsi, va bene. Va bene così” conclude.
Ma ecco come proseguirà questo ultimo giorno di Bif&st. Sempre al Petruzzelli, il film Non sono quello che sono di Edoardo Leo alle 15,30 con Flavio Natalia alla conduzione per la consegna del Premio Ciak d’Oro d’essai per il cinema di ricerca.
L’ultimo appuntamento di Rosso di Sera è in programma alle 19, sarà conferito il Premio Bif&st San Marzano a Matilda De Angelis, e il Premio SIAE a Greta Scarano, nonché i premi del concorso Meridiana. A seguire la proiezione de La vita da grandi di Greta Scarano. In teatro, la regista e gli attori Matilda De Angelis e Yuri Tuci. Intanto, al Kursaal in programma gli ultimi due appuntamenti con la retrospettiva sul cinema di Moretti: Tre piani (2021), introdotto da Anton Giulio Mancino alle ore 10, e Il sol dell’avvenire (2023) alle ore 21,30. Forse, visto che in questi giorni me li sono visti un po’ tutti, credo che questo ultimo film sia il preferito. Guardate un po’.

Nel pomeriggio sarà possibile assistere a due pellicole per il Concorso Meridiana: alle 16 La guerra di Cesare di Sergio Scavio, una storia di riscatto e di ribellione fallita che vede come protagonisti due amici lavoratori in una miniera della Sardegna e Sempre di Luciana Fina (fuori concorso) alle 19, un viaggio di 50 anni nel passato per attraversare la Rivoluzione dei Garofani e rivivere la liberazione portoghese. Al termine delle proiezioni i registi saranno presenti in sala per dialogare con Marzia Gandolfi.
Adesso che siamo giunti alla fine di questo bellissimo viaggio, che è stato quest’anno il Bif&st e come lo è ogni anno, non posso che salutarvi. Ci rivedremo, se tutto va bene, l’anno prossimo. Non perdetevi gli ultimi appuntamenti di quello che, grazie al suo nuovo direttore artistico, è stato davvero un festival da Oscar!