La stagione balneare è partita da qualche giorno, come mostrano le immagini, da nord a sud del Paese, di spiagge brulicanti di bagnanti, e gli stabilimenti balneari rodano la propria capacità ricettiva, in attesa del tutto esaurito che si comincerà a registrare già tra qualche settimana. Una ripartenza frutto di strategie e di protocolli messi a punto per garantire la fruizione in tutta sicurezza dei luoghi e delle attività commerciali.
L’ordinanza balneare, consultabile sul sito della Regione Puglia, impegna i concessionari ad assicurare l’operatività per la balneazione dal primo luglio alla prima domenica di settembre, salvo deroga a seguito di istanza motivata da presentarsi al comune di riferimento, assicurando il servizio di salvamento con le modalità indicate nell’ordinanza della capitaneria di porto territorialmente competente. Le strutture balneari possono essere accessibili dal pubblico, ai soli fini della balneazione, dalle 7 alle 20,30, con il vincolo, durante il periodo obbligatorio, di rimanere operative almeno dalle 9 alle 19,00.
Il numero di ombrelloni da installare, a qualsiasi titolo, sulla spiaggia deve essere tale da non intralciare la circolazione dei bagnanti e devono essere, ovviamente, rispettate le distanze minime, fissate a 3 metri tra ombrelloni di una stessa fila e 3,40 metri tra quelli di file diverse, o viceversa, purché sia garantita una superficie di almeno 10 mq per ciascuna postazione, come stabilito dal DPCM del 2 marzo 2021. Sulle aree demaniali marittime della costa pugliese, proprio in considerazione dell’emergenza epidemiologica, sarà invece vietato campeggiare con tende o installazioni impiegate a tal fine, nonché pernottare al di fuori delle aree specificatamente destinate con regolare titolo abilitativo.
I concessionari dei lidi hanno l’obbligo di consentire il transito libero e gratuito al pubblico per l’accesso alla battigia, potendo inoltre segnalare la presenza di accessi pubblici in ambiti non superiori ai 150 metri (tale distanza, tenuto conto della morfologia naturale e antropica dei luoghi, deve essere effettivamente percorribile), a sinistra o a destra rispetto all’ingresso della concessione, per mezzo di apposita cartellonistica. Costituiscono quindi gravi violazioni agli obblighi concessori e, pertanto, motivo di immediata ed automatica decadenza, l’accesso e il transito libero negato, in assenza di varchi pubblici alla spiaggia in ambito pari o inferiore a quello sopra indicato. Dovranno essere garantiti un numero congruo di varchi di accesso controllati, tali da garantire il rispetto della distanza interpersonale ed evitare assembramenti, attraverso percorsi dedicati eventualmente distinti per ingresso e uscita.
È stata nel frattempo recapitata ai sindaci dei 67 comuni costieri pugliesi la lettera della dirigente della Sezione demanio e patrimonio della Regione, Costanza Moreo, che comunica il termine di venerdì 28 maggio per presentare un’istanza di accesso ai 300mila euro stanziati per interventi che assicurino la totale accessibilità e fruibilità alle persone diversamente abili delle spiagge libere previste nel Piano regionale delle coste. Un’azione che, negli ultimi tre anni, ha mobilitato circa un milione di euro a sostegno di 51 interventi proposti da 37 comuni. Per questa nuova tornata sarà data precedenza ai comuni che non hanno ricevuto finanziamenti nelle precedenti edizioni e a quelli che hanno approvato o almeno adottato il proprio Piano comunale delle coste.
Il contributo massimo concedibile per il comune costiero, singolo o in associazione con altri comuni, resta pari a 20mila euro. In base alle risorse residue disponibili, si potranno valutare, anche dopo la scadenza del 28 maggio, le istanze presentate da comuni che hanno già beneficiato di un contributo e regolarmente realizzato e rendicontato i precedenti interventi.
La Puglia è con la Sardegna in pole position tra le regioni costiere per le quali si registra già il sold out per la prossima stagione turistico-balneare, come emerso da una prima indagine di Federbalneari Alberghi. Secondo l’associazione, “ci sono ottimi segnali di prenotazioni domestiche per i mesi di luglio e agosto che lasciano presagire una stagione intensa per le strutture turistico-ricettive nelle località balneari, che iniziano a scaldare i motori”. Per Federbalneari la Puglia, “nonostante sia tra le mete più gettonate dal turismo incoming, sconta il deficit dei collegamenti aerei, anche se le notizie che vengono dal settore – rende noto l’associazione – fanno prevedere una crescita esponenziale e una visione turistica di sistema mare già pronta per l’estate”.
È di questi giorni, infatti, la notizia che le compagnie aeree che volano sugli scali pugliesi di Bari e Brindisi hanno attivato per l’estate nuove rotte, soprattutto da e verso l’estero, ma anche nuovi voli nazionali, proprio per incentivare il turismo e sperare nella ripresa dei flussi di viaggio. Sono i primi segnali positivi che spingono il settore a sollecitare “che si acceleri l’iter per il green pass vaccinale che consentirà gli spostamenti tra Paesi dell’Unione Europea e che potrà salvare l’estate degli stranieri in vacanza in Italia, un settore che vale 11,2 miliardi per il sistema turistico nazionale”.
Tutti questi buoni propositi, però, devono fare i conti con la situazione epidemiologica: la curva flette, ma serviranno ancora diversi giorni per valutare le conseguenze dell’allentamento cominciato lo scorso 26 aprile. La stagione estiva potrà effettivamente svolgersi in serenità solo aumentando la platea di persone vaccinate e tenendo a bada la diffusione del contagio. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nelle scorse ore ha persino avanzato la proposta di somministrare il richiamo direttamente in vacanza, laddove ci si troverà in villeggiatura e non nel luogo di residenza (più una boutade, che qualcosa di effettivamente realizzabile).
Ma è necessario che ottimismo e prudenza vadano ancora di pari passo. Se durante l’estate, come previsto dal governo, ci sarà un alleggerimento dell’infezione, e se le vaccinazioni andranno avanti spedite, mettendo in sicurezza le persona a rischio, a settembre, quando torneremo a scuola e negli ambienti chiusi e il virus potrebbe tornare a circolare, la stragrande maggioranza delle persone sarà già protetta. A quel punto, a meno che il virus non muti drasticamente, potremo guardare al futuro con maggiore serenità.
La foto in alto è di Peter Cade via Getty Images