Vista dal versante opposto della valle, sulla strada provinciale che collega Collepardo alla frazione di Civita, in alta Ciociaria, la certosa di Trisulti sembra un’astronave adagiata ai margini della maestosa Selva d’Ecio, in bilico su una terrazza di roccia carbonatica digradante dai monti Ernici.
Il luogo ha un’importanza e un incanto particolari: il nome deriva dalla presenza di tre valichi (tres saltibus) che immettevano rispettivamente verso l’Abruzzo, verso Roma e verso l’area meridionale dello stato della chiesa. Il bosco è sempre stato così ricco di specie vegetali e di piante officinali che lo storico tedesco Johann Nikolaus von Hontheim, meglio noto con lo pseudonimo latino di Febronius, verso la metà del XVIII secolo, vi riconobbe il leggendario orto del centauro Chirone, maestro di Esculapio, precursore della scienza erboristica e medica.
Anche se non effettivamente calcate dagli zoccoli del mitologico tutore, le pendici boscose di Trisulti sono state legate all’esistenza stessa della certosa fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III. E i monaci che l’hanno abitata per oltre otto secoli – prima i certosini, poi, dal 1947, i cistercensi dell’abbazia di Casamari – si sono dedicati all’erboristeria tutelando la biodiversità della foresta, creando la forte tradizione testimoniata dalla sua antica farmacia. Nei suoi laboratori sono stati prodotti balsami e liquori medicinali, alcuni dei quali, come il distillato di fiori di sambuco, divenuti poi celebri in tutto il mondo grazie alla distilleria fondata nella vicina Collepardo (comune nel cui territorio la certosa insiste) dal frate cappuccino Paolo Sarandrea e dal fratello Marco.
Secoli di laboriosa pace, di spiritualità attiva, di preghiera e di riflessione in comunione con la natura: una storia che si è conclusa nel 2017, quando la congregazione cistercense di Casamari ha restituito l’intera struttura della certosa al demanio, e il ministero per i Beni Culturali, applicando la prima volta una legge del 2004, ha provveduto a mettere l’immobile all’incanto insieme ad altri dodici monumenti nazionali (la certosa lo è dal 1879) ritenuti “improduttivi”.
Ma quello che doveva essere una sorta di financial project per il restauro e la gestione di opere d’arte di proprietà dello stato, si è rivelato in buona parte un flop: solamente cinque dei tredici bandi sono stati assegnati, mentre la volontà di tenere lontani i privati, anziché prevenire l’insorgere di polemiche, ha finito con aprire la porta a organizzazioni dalle controverse finalità, sostenute da finanziamenti non sempre trasparenti. È il caso, appunto, del Dignitatis Humanae Institute, che si è visto assegnare nel febbraio dello scorso anno, per un periodo di 19 anni ad un canone annuo di 100.000 euro, la certosa di Trisulti.
Fondato e diretto da Benjamin Harnwell, funzionario del British Conservative Party prima del suo trasferimento a Roma nel 2008, oggi discepolo preferito di Steve Bannon, stratega elettorale di Donald Trump e principale teorico del sovranismo, il Dignitatis Humanae Institute (d’ora in poi, Dhi) è un think tank con il dichiarato progetto di “difendere le fondamenta giudaico-cristiane del mondo occidentale”. Fra i suoi dirigenti figurano politici e alti prelati che si sono distinti per un’ostilità aperta al pontificato di Francesco, come il cardinale americano Raymond Leo Burke, firmatario dei Dubia sull’esortazione papale Amoris laetitia e coautore del libro Chiesa cattolica dove vai?.
Ma anche uomini di chiesa noti per una critica magari appena più indiretta, ma non meno incisiva, a Francesco, come quella del cardinale protodiacono Renato Raffele Martino. Quest’ultimo, per oltre trent’anni figura di spicco della diplomazia vaticana, gran priore dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, è indicato come uno dei “padri fondatori” del gruppo, di cui ha mantenuto fino al gennaio scorso la presidenza onoraria. E sarebbe stato proprio lui, dopo aver incontrato Bannon in Vaticano, ad adoprarsi per convincere il ministro Franceschini a concedere la certosa alla sua organizzazione, come si desume da una lettera del 25 giugno 2015 al papa, resa pubblica dallo stesso Dhi.
Conclusosi il 29 gennaio l’iter legale della concessione, non senza polemiche sulla procedura e sulla mancanza da parte del conduttore di alcuni requisiti previsti dal bando, il cardinale Martino si è dimesso dalla carica per essere sostituito dal collega americano Burke (che continua, comunque, ad essere presidente di un’altra organizzazione di utilità sociale con sede a Roma: la Fondazione Giuseppe Sciacca, il cui comitato scientifico, dal luglio scorso, è presieduto di diritto da Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno).
“Da parte di alcuni -scriveva il cardinale Martino nella sua lettera a Papa Francesco- si auspica che a subentrare alla comunità monastica fosse un’altra comunità religiosa, invece di una comunità laica come quella che noi proponiamo. (…) Deo volente vorremmo che da tale gruppo sorgesse una comunità religiosa secondo il carisma francescano”. Ma, subito dopo l’insediamento di Benjamin Harnwell a Trisulti, è emerso un progetto non esattamente francescano: quello di trasformare l’antica certosa in un centro di formazione politica, capace di ospitare anche 250-300 studenti alla volta.
“Una nuova generazione di leader trascorrerà un periodo formativo qui –ha spiegato Harnwell all’inviato del Washington Post che lo ha intervistato nel dicembre scorso- per poi discendere dalla montagna e tornare a Roma, alle altre capitali europee o a Washington, facendo sì che la rivolta promossa da Bannon si sviluppi nei decenni a venire”. Mentre lo stesso Bannon, intervistato a Washington dal Corriere della Sera, descriveva in termini ancor più vividi il progetto per Trisulti: “La chiamiamo la scuola dei gladiatori”. E tra i suoi modelli, in omaggio al pubblico italiano, citava la scuola di formazione politica ideata dal senatore Armando Siri, attuale sottosegretario ai Trasporti. Esprimeva inoltre un giudizio molto positivo sul governo italiano, esaltando la “maturità di statista” dimostrata da Matteo Salvini, indicando nell’inedita alleanza realizzatasi in Italia dopo le elezioni del 4 marzo “il fattore scatenante” dei partiti sovranisti in Europa: la rivelazione che un’alternativa a Merkel e Macron è possibile.
Il pontificato di Bergoglio, invece, rappresenterebbe per Bannon un esempio negativo: “Il Papa è un radicale sulla questione dei migranti, ha scarso appoggio pubblico e non fa che rafforzare il movimento populista”. Una critica che ha ribadito anche nel suo più recente viaggio a Roma, alla vigilia della visita del premier cinese Xi Jinping, quando, parlando a un convegno organizzato dall’associazione “Lettera 22”, ha accusato il Papa di aver firmato “un accordo segreto con il governo più odioso del mondo”.
“È possibile che un luogo dove una volta i monaci facevano voto di silenzio, ora sia destinato a formare la prossima generazione di Salvini e Viktor Orban?”. L’inviato del Washington Post poneva questa domanda dopo aver illustrato i piani di Harnwell per Trisulti. La stessa domanda se la sono posta i membri di alcune associazioni del frusinate, protestando contro quel progetto che snaturerebbe l’antica istituzione, violandone la vocazione spirituale e limitandone l’accesso ai pellegrini che proprio negli ultimi anni hanno riscoperto il piacere di raggiungerla a piedi (Trisulti è una tappa importante del cammino di San Benedetto Norcia-Montecassino). Per due volte, così, i contrari a questa scelta hanno organizzato una marcia silenziosa lungo i 6 km che separano Collepardo dalla certosa, l’ultima il 16 marzo scorso.
La tradizione erboristica è ancora molto viva a Collepardo, dove ogni anno l’associazione “Hortus Hernicus” e l’Ecomuseo “Orto del Centuaro” organizzano un corso introduttivo al riconoscimento delle piante officinali, con numerosi partecipanti provenienti da tutta Italia. Mentre sulla facciata del comune si trova una scultura in ferro rappresentante il centauro Chirone, che, secondo la leggenda, si curò di una grave ferita con le erbe spontanee raccolte nel suo orto, diventando poi maestro di famosi eroi.
Quale sarà, allora, il destino della certosa di Trisulti? Alla fine di gennaio, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, il sottosegretario ai Beni Culturali, Gianluca Vacca, ha detto che il progetto dell’istituto diretto da Harnwell “non trova disciplina alcuna nell’ambito del contratto stipulato”. Eppure, intanto, il combattivo britannico, che per ora abita già nella certosa con la sola compagnia di una colonia di gatti, dell’ultimo monaco ottantatreenne e di un cuoco-giardiniere, insiste: le lezioni della sua particolarissima accademia, dice, inizieranno entro pochi mesi.
Nella foto in alto, la certosa di Trisulti