“La musica è una strada in salita. Ci vuole amore ma anche giudizio”

L'album "Kido" segna l'esordio ufficiale del giovane musicista bitontino, Gabriele Acquafredda, dopo il successo del singolo Raindrops

Si sente molto parlare dei giovani, oggi. Dei loro problemi, delle loro esigenze. Dalle pagine dei giornali alle cronache televisive è un continuo riflettere sul senso di smarrimento e inquietudine delle nuove generazioni, ossessionate dalla paura per un lavoro che non c’è o che, per lo meno, non sembra profilarsi all’orizzonte. Anche i dati Istat prefigurano, a riguardo, uno scenario tutt’altro che idilliaco: disoccupazione e precarietà crescono a ritmi frenetici. E a farne le spese sono, soprattutto, le fasce più giovani della popolazione.

Parliamo dei cosiddetti millenials: caratteristica comune a questa generazione, da un punto di vista sociologico, com’è stato analizzato da una pletora di studiosi, è l’uso sempre più massiccio dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie digitali.

Fermiamoci un attimo a riflettere. La condizione di giovani e precari, al tempo stesso, se ci pensiamo bene, non è in fondo tanto diversa da quella dei “migranti”, costretti a fuggire all’estero in cerca di fortuna: si tratta del desolante fenomeno della “fuga dei cervelli”, causa della grave perdita di potenziale cognitivo e culturale dell’intero Paese.

Solo i giovani più determinati resistono nella propria terra; non si rassegnano, si mettono in discussione, cercano di conciliare i propri studi e le proprie ambizioni con le risorse del territorio. Ciò che chiedono, tuttavia, è dignità sociale, la possibilità di costruirsi un futuro, per ora assai incerto; di vivere dignitosamente progettando il proprio avvenire.

Gabriele Acquafredda, studente dell’istituto tecnico industriale “Alessandro Volta” di Bitonto, è uno di questi giovani: cerca di coltivare i propri interessi cogliendo le opportunità offerte dalla realtà circostante.

Bravo e determinato, Gabriele si batte per realizzare il suo sogno nel cassetto: diventare un produttore musicale. Nell’intervista che segue spiega come e perchè, ma guardando alla realtà con molta concretezza, nella consapevolezza che per affermarsi non basta solo il talento. Un grande talento, nel suo caso.

Gabriele Acquafredda

Se partecipassi a un colloquio di lavoro, come racconteresti il tuo curriculum?

La passione per la musica unita all’abilità di suonare uno strumento sono già, credo, un buon biglietto da visita. Noi giovani desideriamo raggiungere una meta e concretizzare i nostri sogni nella vita. Siamo impazienti di affermarci, di vederci adulti e padroni dei nostri spazi. Essere artisti oggi, ripete un collaudato refrain, significa scegliere di vivere sognando, ritagliandosi un proprio mondo interiore, che, tuttavia, spesso è totalmente sconnesso dalla realtà della vita. I giovani non hanno più la pazienza di imparare a conoscere se stessi e, presi nel vortice della velocità dei cellulari e di internet, bruciano se stessi pensando di bruciare le tappe. Sono convinto, invece, che solo una presa d’atto delle tante difficoltà che la vita ci riserva, può consentirci di realizzare le nostre aspirazioni.

Quando e come si è accesa la scintilla della musica?

È una passione che coltivo sin da bambino, quando ascoltando mio fratello suonare alcuni strumenti ho avuto l’occasione per avvcinarmi al mondo della musica. Il mio vero esordio è cominciato solo qualche anno fa, quando ho iniziato a suonare la tromba nella banda cittadina.

Quale genere prediligi? Ritieni di aver raggiunto traguardi significativi?

Mi dedico soprattutto alla produzione di musica elettronica. A tredici anni, ascoltavo musica dance. Poi, nel settembre del 2016, ho avviato il progetto Kido, componendo il singolo Raindrops, che ha riscontrato un largo consenso. L’album Kido è uscito il 3 agosto di quest’anno: ben sette tracce di genere misto, con Love Proof che si è piazzata nella playlist di New Music friday Italia di Spotify e subito dopo in Viral 50 Italia. Attualmente ho in corso svariate collaborazioni con cantanti e produttori emergenti, tra cui segnalo Not for us, ex concorrente di Top Dj. Posso dirmi pienamente soddisfatto dei risultati raggiunti sino ad oggi.

Quanto peso riveste la cultura nel tuo lavoro?

La cultura rappresenta uno dei pilastri su sui poggia il progresso dell’umanità. Essa si manifesta in molteplici modi e per vari canali: fra questi, l’arte è una potente cassa di risonanza di idee e valori, capace di creare un coinvolgimento delle persone a trecentosessanta gradi. E quando si parla di cultura e di arte si parla di bellezza. Se il bello è ciò che piace, in maniera disinteressata, è altrettanto vero che bisognerebbe promuovere un’educazione al bello stesso. Educazione che può avvenire solo attraverso un forte coinvolgimento emotivo. È questo lo spirito giusto per andare incontro ai gusti e alle aspettative del pubblico.

Frequentando il quinto anno della tua scuola, sei ormai in dirittura d’arrivo. Dopo la maturità pensi di proseguire gli studi?

Non ho ancora le idee ben chiare, devo essere sincero. Sicuramente farò di tutto per proseguire sulla strada intrapresa, cercando di coniugare il piacere di fare musica con le possibilità che la realtà mi offre. Dovrò affinare la mia tecnica musicale per emozionare e divertire in modo più appagante il mio pubblico.

Come vedi il futuro dei giovani, in virtù della tua esperienza? Quali consigli daresti a un tuo coetaneo, alla ricerca della propria vocazione?

Premetto che non sono in grado di dispensare precetti o indicare modelli di vita ai miei coetanei. Penso sia utile confrontarsi con l’esperienza di altri ragazzi che, certamente, hanno da raccontare storie significative quanto le mie. Peccherei di superficialità, tuttavia, se mi limitassi a fotografare l’attuale condizione dei giovani, il cui futuro evidentemente non è più una realtà concreta come lo era, ad esempio, per i nostri padri. Quello che sento di suggerire ai miei coetanei è di non rinunciare alle proprie ambizioni, ai progett, ai sogni e di lottare ogni giorno affinché si realizzino, senza curarsi troppo delle opinioni altrui.