Un viaggio nel tempo alla riscoperta delle radici

Tra danze popolari, piatti tipici e visite guidate, il festival di Conversano rende omaggio alla tradizione di una città e di un'intero territorio, accommunati dalla stessa identità

I libri di viaggio sono nel catalogo di Giulio Perrone Editore, casa editrice romana, da un po’ di anni. Non si parla di comuni diari o di guide turistiche, ma di veri e propri racconti dei luoghi, tra folklore, cibo e letteratura. Ebbene sì, perché ad accompagnare l’autore o l’autrice di questi vividi racconti di viaggio è quel personaggio che, in qualche modo, caratterizza quei posti e che li vive nel suo quotidiano, o quello scrittore che li ha resi materia di racconto, ambientando le avventure del suo protagonista.

Perciò, se si parla di Pietroburgo ad accompagnare l’autore di questa particolare guida non potrà non essere che Dostoevskij in persona. E, attraverso lo studio dei luoghi del romanzo, si potrà visitare una doppia Pietroburgo: una reale e una immaginaria; una geografica e l’altra interamente letteraria. E, per quanto riguarda Bari, o la Puglia in genere, il libro della Giulio Perrone Editore non poteva che parlare di Lolita Lobosco, il celebre personaggio televisivo e letterario.

Quello della vicequestore, nata dalla penna di Gabriella Genisi, è un viaggio nei sapori della Puglia, alla scoperta di quel cibo che ha reso celebre Bari all’estero. Grazie alla serie RAI Le indagini di Lolita Lobosco, con Luisa Ranieri nei panni della protagonista, si è registrato un aumento dei turisti, che giungono nel capoluogo pugliese (per poi scendere in tutti le città intorno) certamente per visitare il suo centro storico e passeggiare sul lungomare, ma soprattutto per assaporare la focaccia, le sue orecchiette con le cime di rapa, il panzerotto e, naturalmente, l’assassina, il piatto più nominato e blasonato della serie.

Un po’ per cavalcare l’onda di questo successo, un po’ per celebrare l’antica cultura pugliese, Conversano si fa portavoce della tradizione nostrana con il suo Festival delle Radici – Storie, Proverbie e Canzoune de Cumbersene, che si terrà nella cittadina a sud di Bari sabato e domenica prossima. Fulcro del festival, organizzato da Gabriele Corianò della Core Live Show, sarà piazza XX Settembre, dove si potranno gustare le antiche ricette locali, a partire dalle 17,30. Il 25 si potrà ballare con I Cipurrid – Suoni e danze della tradizione popolare, mentre il 26 ci sarà lo spettacolo di cabaret di Gianni Ciardo, che chiuderà le due giornate. 

Quando si parla di Conversano, ci si riferisce a molto di più che a uno storico centro medievale”, spiega Lucia Parchitelli, consigliera regionale e presidente della commissione cultura, formazione e lavoro della Regione Puglia. “Conversano è un luogo dove la cultura incontra la tradizione, dove i vicoli e le piazze raccontano storie antiche, che vogliamo trasmettere anche a chi viene da queste parti come turista”, dichiara.

Il festival vuol essere un ritorno alle radici – racconta il sindaco di Conversano, Giuseppe Lovascioe le tradizioni sono il filo invisibile che ci lega alla nostra storia, un patrimonio culturale da tramandare di generazione in generazione. A Conversano queste tradizioni si manifestano in ogni aspetto della vita quotidiana: dalla cucina alle danze popolari, dalle feste religiose alle celebrazioni stagionali. È solo questo che vogliamo raccontare in questo festival, di cui siamo molto orgogliosi”.

Durante il festival, i visitatori potranno immergersi in un’atmosfera vibrante e autentica. Le strade del centro storico verranno animate da artisti locali che eseguiranno danze folkloristiche; i musicisti intratterranno turisti e abitanti del luogo con le melodie tipiche della tradizione, soffermandosi su storie d’amore e canzoni appartenenti al folklore. Si potrà passeggiare tra le stradine illuminate da luci soffuse mentre risuona la musica popolare. La sensazione sarà di fare un viaggio nel tempo.

Uno dei punti forti del festival sarà senza dubbio la gastronomia. “Mangiare non è solo nutrirsi; è un rituale”, afferma con un sorriso soddisfatto uno dei cuochi locali che partecipa all’evento. Durante queste due giornate speciali, gli stand gastronomici offriranno una varietà di piatti tipici pugliesi, preparati secondo le ricette tramandate dalle nonne. Dai cavatelli con le cime di rapa alla focaccia barese, passando per taralli caldi spruzzati con semi di finocchio. I cuochi, molti dei quali giovanissimi, reinterpreteranno i piatti tradizionali, aggiungendo un tocco di innovazione a queste ricette antiche.

La sfida di questi giovani chef – spiega Parchitelli – è aggiungere quel tocco creativo che unisce la nuova generazione con la vecchia. Nulla è destinato a restare immutato nel tempo. Anche la ricetta stessa della focaccia ha subito dei cambiamenti. La modernità entra di forza nei piatti come nella nostra vita quotidiana. Il cibo, però, unisce il nuovo all’antico. Fa da ponte. Crea un dialogo costruttivo. Proprio come questo festival”,  osserva.

Da non perdere il racconto di come sia nato il “pasticciotto” leccese che, insieme allo sporcamuss, è un dolce simbolo del Tacco d’Italia. La storia di tale prelibatezza, farcita con crema pasticcera e amarena o con cioccolato fondente, sarà illustrata dai pasticceri del luogo, che mostreranno la sua lunga preparazione. Un altro aspetto affascinante del festival è l’artigianato locale. In mezzo alla frenesia tipica della festa, numerosi operatori del settore esporranno le loro creazioni: ceramiche dipinte a mano dai colori vivaci, tessuti intrecciati con tecniche secolari e oggetti in legno intagliato con maestria. 

Ogni oggetto esprime una parte dell’anima pugliese” spiega Gabriele Corianò. “Ogni ceramica racconta una storia diversa e unica. Ogni pezzo diventa un ponte tra passato e futuro”, continua. I laboratori creativi, riservati agli adulti come ai bambini, offriranno la possibilità di imparare le tecniche dell’artigianato locale sotto l’occhio attento dei maestri.

La componente spirituale del festival trova espressione anche attraverso momenti dedicati alla devozione popolare. Nel cuore della città sorge la cattedrale romanica e, durante le due giornate, saranno organizzate visite guidate incentrate sulla storia religiosa del territorio, impreziosite da brani di musica sacra, eseguiti da i tanti talentuosi musicisti, a cui peraltro sarà dedicato un convegno al municipio. “Partecipare al festival di Conversano significa entrare in contatto con una comunità viva nella sua autenticità. In questi giorni magici si celebrano molto più semplicemente delle tradizioni, l’essenza stessa dell’identità pugliese” conclude Corianò.