Molfetta vanta un patrimonio artistico e culturale davvero notevole: dall’Isola di Sant’Andrea, nucleo del centro storico e sede della cattedrale dedicata a San Corrado, alle chiese del Purgatorio, della Santissima Trinità e di Santo Stefano lungo corso Dante. E ancora, in uscita dalla città antica in direzione di Bisceglie, San Domenico con l’annesso convento, oggi contenitore culturale, biblioteca, museo e sala conferenze, col nome di Fabbrica di San Domenico.
Costruito tra il 1638 e il 1774, per volontà di mons. Giacinto Petronio, frate domenicano diventato vescovo di Molfetta, il convento di San Domenico, con la soppressione degli enti religiosi, entrò nella disponibilità del comune e venne adibito ad altri usi fino all’attuale destinazione. L’edificio ospita, nell’ex neviera, la mostra etnografica De li mastri lavoranti vascelli nei cantieri di Molfetta, curata dall’Archeoclub; al piano terra la sala conferenze, intitolata al sindaco Beniamino Finocchiaro, la gipsoteca Giulio Cozzoli, l’archivio storico comunale, il laboratorio didattico multimediale e l’internet point.
Al primo piano, insieme alla biblioteca dei ragazzi, alla sezione filatelica e al museo della fabbrica di San Domenico, che si sviluppa in alcune sale e in un corridoio galleria, è collocata la biblioteca comunale. La contiguità con l’archivio storico e le sale espositive al piano terra, consentono a chi intende fruirne, molteplici interrelazioni culturali.
La biblioteca è intitolata al suo fondatore, l’arcidiacono Giovanni Panunzio, promotore dell’istruzione pubblica a Molfetta e primo preside del liceo classico. Con legato testamentario del 18 aprile 1913, Panunzio donò il proprio patrimonio librario al comune che lo acquisì l’8 aprile 1922, aggiungendovi i circa 1500 volumi appartenuti alle case religiose soppresse.
In seguito alle operazioni di catalogazione e riordino, la biblioteca fu aperta al pubblico nel 1927, ma a causa degli eventi bellici nel 1944 fu trasferita in un seminterrato di via Vittorio Emanuele. Ritornata in possesso dei suoi locali, la biblioteca riprese la sua consueta attività solo nel 1951. Con il restauro della Fabbrica di San Domenico, avviato nel 1998 e completato nel 2001, la biblioteca dal 2005 gode dell’attuale, più funzionale sistemazione.
Ad indirizzo prevalentemente umanistico e caratterizzata dalla stratificazione di fondi librari eterogenei, provenienti dalle varie donazioni susseguitesi nel tempo e dagli acquisti continui da parte del comune, dispone di un patrimonio di oltre 70mila volumi, tra cui oltre 2.800 testi antichi, e un fondo manoscritti costituito da 141 pergamene, 430 manoscritti risalenti ai secoli dal XV al XIX e riguardanti la storia sociale e religiosa della città, e 349 manoscritti musicali. Pur coesistendo con altre biblioteche di interesse locale o scolastiche, la biblioteca Panunzio è l’unica regolarmente e continuativamente aperta al pubblico e costituisce il principale punto di riferimento per la documentazione e l’informazione, non esclusivamente del territorio locale.
Dispone di un servizio di reference, attività fondamentale per l’accoglienza, la consulenza e l’informazione bibliografica agli utenti, la distribuzione e il prestito del materiale librario, una sala lettura open space allestita con tavoli attrezzati con apposite luci e predisposti per l’uso del personal computer. In sala lettura è presente anche un espositore di riviste locali e nazionali e una bacheca, in cui sono esposte sia le informazioni di servizio utili agli utenti sia le locandine di mostre ed eventi culturali.