Lo schermo del Piccolo fa diventare grandi i ragazzi

Tra film d'essai e rassegne per le scuole baresi, la storica sala di Santo Spirito, tornata all'antico splendore, prosegue l'opera di promozione culturale e sociale

Le sale di comunità, nate in seno alle parrocchie cittadine nel dopoguerra, sono state, con la proiezione di film e l’organizzazione di spettacoli teatrali, un enorme luogo di produzione culturale negli anni ’50 e ‘60, quando il grande schermo era considerato un fondamentale polo di aggregazione sociale e di divulgazione. Per i bambini si trattava di uno dei divertimenti più apprezzati, un regalo che i genitori concedevano o negavano a seconda dei comportamenti tenuti nel corso della settimana: così, per molti giovani spettatori di quegli anni, i cinema parrocchiali sono stati il primo luogo preposto all’alfabetizzazione al linguaggio delle immagini in movimento.

Nel solco di questa tradizione si inseriva la sala gestita dalla parrocchia dello Spirito Santo, che, nel 1999, don Peppino Cutrone, intuendo le potenzialità educative che il grande schermo poteva offrire a tutta la comunità, decise di trasformare in un cinema d’essai. Quello che oggi si chiama Il Piccolo Cinema, nel quartiere barese di Santo Spirito, riqualificato nel 2020 con un intervento finanziato dalla Regione Puglia e portato a termine dall’attuale parroco e direttore don Fabio Campione, con il supporto dello storico gruppo di lavoro della sala e col contributo fondamentale di tecnici e imprese del territorio.

Negli anni, il Piccolo ha conservato una forte identità, che lo continua a qualificare come spazio culturale dall’ampia e diversificata offerta, articolata in momenti di intrattenimento e di riflessione scanditi secondo una significativa programmazione che tiene conto, nella selezione dei film, della produzione, della qualità e nazionalità delle opere, ma soprattutto della domanda del pubblico che frequenta la sala. Proprio da questa esperienza e dall’ascolto delle esigenze della cittadinanza più “prossima” è nato, nel 2004, il Piccolo Pr.in.ci.pe (Progetti Incontri di Cinema e Percorsi): circolo di cultura cinematografica costituitosi con l’obiettivo di approfondire la programmazione offerta dalla sala.

Don Fabio Campione, parroco e direttore del cinema di Santo Spirito

Il circolo nasce, quindi, con l’idea di promuovere la cultura cinematografica e favorire momenti di incontro in cui confrontarsi e discutere con esperti sui grandi temi della cultura contemporanea che animano la produzione di film, con una particolare attenzione ai giovanissimi spettatori, destinatari privilegiati della rassegna Cinescuola, che per anni ha coinvolto decine di scuole di ogni ordine e grado della città di Bari, per un totale di oltre 12.000 studenti.

Ma quella di educare e avvicinare alle immagini in movimento una nuova generazione di spettatori resta, comunque, una delle principali aspirazioni. “Siamo sempre più convinti che la visione di un film, con le sue immagini e la narrazione diretta allo spettatore, offra ottimi spunti per lavorare con i preadolescenti e Il Piccolo, che da sempre ha fatto della formazione del pubblico una mission irrinunciabile, è davvero orgoglioso di farsi strumento e luogo di un contesto educativo tanto importante”, spiegano i gestori della sala presentando, qualche settimana fa, il percorso di cinema, tra didattica e inclusione, intitolato Melting Plot e organizzato da Acec (l’Associazione cattolica degli esercenti di cinema) delegazione di Puglia e Basilicata.

L’iniziativa, come suggerito dal titolo, intreccia il concetto di melting pot (il “crogiolo” di persone con provenienza, lingua, religione, cultura diverse che convivono nella stessa società pacificamente), con l’idea del “plot”, il racconto così come viene offerto allo spettatore (contrapposto alla sequenza cronologica dei fatti). Cinquanta le sale coinvolte in tutta Italia nella rassegna cinematografica, pensata per le scuole e incentrata sui temi del dialogo interculturale e interreligioso, dell’integrazione, dei processi di globalizzazione e delle spinte identitarie di ritorno, dei conflitti e della pace che si costruisce a partire dalla conoscenza e dal rispetto per l’altro.

Le proiezioni, tutte gratuite, sono accompagnate da una serie di azioni complementari, finalizzate all’educazione alla cittadinanza e all’acquisizione, da parte dei più giovani, di una conoscenza critica dei meccanismi del racconto audiovisivo. Da un lato si offre la possibilità per le giovani generazioni, sempre più abituate alla fruizione “in solitaria” di video su piccolo schermo, di assistere ai film in sala, su grande schermo e in un contesto di condivisione e collegialità, dall’altro si rendono disponibili cortometraggi sui temi della rassegna da utilizzare nella didattica e nell’approfondimento in classe.

Il cast di “Mine Vaganti” ospite nel 2012 del cinema di Santo Spirito

Non avendo mai rinunciato però ad essere una sala di “comunità”, nel senso più ampio del termine, Il Piccolo è ancora oggi un presidio inter-generazionale fondamentale sul territorio, attorno al quale associazioni e attività possono riunirsi e rinsaldare le proprie relazioni. Non a caso, la sala di Santo Spirito è stata inclusa, lo scorso anno, nel cartellone di eventi del Fuori Bif&st, una rassegna di appuntamenti culturali e di intrattenimento, organizzata dal Comune di Bari, che ha coinvolto le strade e le piazze cittadine, i cinema, gli spazi culturali e le attività commerciali durante i giorni del Bif&st, al di là delle location ufficiali del festival.

Un programma nato grazie alla collaborazione e all’impegno di numerose organizzazioni culturali e attività commerciali cittadine, con l’obiettivo di far arrivare quel clima festoso e vitale che da sempre caratterizza il Bif&st anche nelle zone più periferiche della città, coinvolgendo quelle sale di quartiere che lavorano per la promozione della cultura cinematografica trecentosessantacinque giorni l’anno e non solo nella settimana del festival.

Il regista Alessandro Piva al Piccolo per la presentazione di “Henry”

In questo solco va giudicato anche il recente intervento di “ammodernamento”, che ha avuto il merito di esplorare una nuova dimensione di sala cinematografica, al fine di individuare soluzioni idonee e far spazio a una più moderna forma di socialità, promossa dalla polifunzionalità, dall’utilizzo di nuove tecnologie e dalla possibilità di trasformazione e adattamento dello spazio. La sala della comunità deve essere necessariamente inserita in processi inediti, che puntino non solo alla diffusione della cultura cinematografica “passivamente” intesa ma anche alla generazione di un dibattito vivo e pulsante attorno ad essa. Il Piccolo Cinema resta, in tal senso, uno degli esempi più virtuosi nell’area metropolitana barese e non solo.