La sfida di Bins contro la fuga dei cervelli

Con tante idee e voglia di cambiare, la nuova associazione messa in campo da Francesco Carone e Leonardo Diella punta alla rinascita di Barletta

Contenitore di idee e persone che vogliono valorizzare Barletta e la sua comunità giovanile. Hai un’idea? Scrivici in DM. Si presenta così sui social l’associazione giovanile Bins, il cui obiettivo è promuovere la città della celebre disfida in un momento di stanca, senza opportunità, spazi e riconoscimenti, come affermano i promotori dell’iniziativa. Una città inchiodata ad una condizione di subalternità culturale, forse la causa principale di assenza di prospettive per il futuro, che spinge tanti giovani a costruire la propria vita altrove. Una versione in salsa barlettana del triste quanto grave fenomeno della “fuga di cervelli” che accomuna tutte le città del sud e di cui offre una plastica testimonianza un recente studio sull’economia e l’occupazione nel mezzogiorno della Confcommercio, la Confederazione generale italiana delle imprese. Un esodo verso il nord del paese e fuori dell’Italia di 1,6 milioni di giovani negli ultimi 25 anni. L’equivalente delle popolazione di Napoli e Palermo messe insieme.

Francesco Carone, dottore in Ingegneria informatica e studente di Data Science e Business Informatics, e Leonardo Diella, dottore in Lettere, Arti e Spettacolo, aspirante attore e cantante, sono i promotori di Bins. Li abbiamo intervistati.

Come è nata l’idea dell’associazione?

A legarci è un’antica amicizia, che si fonda sulla condivisione di diversi interessi, in particolare la musica e la politica. Le basi su cui abbiamo costruito la stretta sinergia che ci ha portato a mettere su BINS. Ma spieghiamoci: Bins è l’acronimo dell’inglese di Barletta is not sh*it. Un’associazione nata, insomma, per dare nuovo smalto a questa città così importante, per la sua storia, la cultura e l’economia ma che oggi appare in crisi. La nostra idea per uscire dalle secche dell’immobilismo è realizzare eventi, soprattutto culturali, in collaborazione con i cittadini e le altre associazioni del territorio.

Un’iniziativa “giovane” da ogni punto di vista. C’è stato qualcosa, in particolare,  che vi ha spinto a progettare Bins?

L’associazione nasce dopo una serie di esperienze personali fuori Barletta: lo studio e le esperienze attoriali, che ci hanno spinto a chiederci come mai non abbiamo potuto fare le stesse esperienze nel territorio in cui siamo vissuti. In molte città limitrofe, anche più piccole, le opportunità e le iniziative culturali sono all’ordine del giorno.

Come ha reagito la città e la politica alla vostra “provocazione”?

L’evento di presentazione, a gennaio al beershop Saint Patrick, in realtà ha fatto registrare il sotegno di molte associazioni e di numerosi cittadini, anche loro animati dalla voglia di vedere rinascere Barletta. Dalla politica ci aspettiamo di costruire insieme un dialogo costruttivo, con l’interesse comune di ridare alla città la centralità che merita all’interno del territorio e non solo. Barletta, in realtà, è stata protagonista di tante interessanti e originali iniziative nel corso degli anni: pensiamo solo alle diverse edizioni del Barletta Jazz Festival, con i tanti concerti organizzati nell’arena del castello svevo, oppure alla bellissima stagione teatrale del 2009, allestita nello spazio teatrale “La tana” sempre al castello svevo. Ecco si tratta di riannodare i fili del presente con quella splendida stagione per rilanciare l’arte, la musica, il teatro, in definitiva l’immagine della città.

Qualche spoiler su cosa state organizzando per il futuro?  

Ci stiamo preparando per diversi eventi, che vogliamo siano i più diversi possibile per coinvolgere l’intera cittadinanza. A questo proposito, facciamo un appello alle associazioni del territorio e ai singoli cittadini, invitandoli a offrire il loro contributo, con il fine di costruire insieme una nuova e grande comunità cittadina.