L’ Avvento dà l’avvio al cammino interiore che dobbiamo fare per andare incontro a Colui che viene. Ci prepariamo in tanti modi. La città si addobba di luci, festoni, colori, alberi di abete piccoli o grandi. I supermercati sono già colmi di panettoni che ci accompagnano alla festa. Nelle case c’è qualcosa di particolare che ci attende: dobbiamo allestire quel simbolo che sin da piccoli abbiamo imparato a capire e ad amare, il presepe. È suo il primato.
Abbiamo ripreso le scatole in cui avevamo conservato con cura le statue di tutte le dimensioni con cui popolare il presepe. Presto all’opera, il designato dalla famiglia, per i più grandi o la mamma, per tutti, a costruire il presepe di questo nuovo anno. Tutti a mettere le mani, a maneggiare, “accarezzare” le statuine fatte di creta che, spolverate, tornano a parlarci di povertà, di gente comune, di pastori, artigiani, venditori ambulanti che insieme alle pecorelle, al bue e l’asinello si curano di farci capire che proprio Lui, il Figlio di Dio, venuto al mondo per salvarci, non ha scelto un grande hotel, una dimora lussuosa, una famiglia ricca ma solo una mangiatoia, una stalla.
Vallo a capire, da piccoli, tutto questo. Ma anche da grandi. Ci è stato sempre spiegato, lo abbiamo anche cantato, ma non cessiamo di chiederci perché “al freddo e al gelo”? dove “ti vedo qui a tremar”? O Dio beato! Onnipotente ma povero, rifugiato in una grotta perché nelle locande non c’era posto. Tutto occupato. Non rinviò la Sua venuta. Non rinviò il Suo viaggio. Il tempo era maturo e “venne in mezzo a noi”. Sappiamo che è venuto per noi. Sappiamo? Forse. Però, non ci facciamo più caso, non ce ne accorgiamo più. Chi è sparito? Proprio il Festeggiato.
Eppure, il Natale ci piace. Piace a tutti. È una festa attesa. La precede un periodo di intensi e felici preparativi. Riunisce tutta la famiglia. Allora, dedichiamoci ai preparativi. Coinvolgiamo i piccoli nell’attesa. La notte del 24 dicembre affidiamo al più piccolo della famiglia il compito di portare la piccola statua di Gesù Bambino nel presepe, dopo aver fatto il giro della casa, tutti insieme, cantando e pregando. “Tu scendi dalle stelle, o re del Cielo”. Abbiamo imparato che, anche se non si fa il presepe, sotto l’albero, sempre, poniamo le statue che mettevamo nel presepe.
Da tante luci, di tutti i colori, intermittenti, siamo invitati ad accogliere la LUCE.
Quella che abbiamo accarezzato nel desiderio dell’attesa. Ma, abbiamo tutti la possibilità di andare a vedere un presepe grande che viene preparato, allestito nelle chiese, nella nostra parrocchia. Tanta fantasia, ma unico clima: l’attesa. Unico il messaggio: “per voi, oggi, è nato il Salvatore”.
Così ci piace andare incontro a Colui che viene, al Salvatore. Anzi, ci piace curiosare su cosa e come è stato allestito il presepe anche nelle piccole chiese del centro storico dei nostri paesi. Nella piccola chiesa di San Domenico, a Gioia del Colle, anche quest’anno il presepe è una preziosa scultura-bassorilevo dell’artista Mario Vacca, già molto apprezzata lo scorso anno. “Abbiamo voluto riproporla quest’anno, proprio per la sua esclusività, per la sua bellezza” spiega Andrea Mongelli, l’infaticabile curatore di quella chiesetta. Ci sono personaggi molto espressivi in quel presepe, cesellati in piccolo su materiale molto friabile ma resistente.
Molti si auguravano che quest’anno l’opera potesse trovare una collocazione definitiva, bella, in un posto accessibile, ben in vista per tutti. Un bassorilievo che nel chiostro del Comune potrebbe dare un messaggio di forte attenzione all’arte, agli artisti del territorio, al bisogno di arricchire il patrimonio culturale della città, della casa comunale, con un’opera permanentemente fruibile da parte dell’intera cittadinanza e dai tanti ospiti che si recano al Comune. Un’idea e una proposta. Così si confida nella sensibilità e nella cura che l’amministrazione comunale vorrà porre nella cura della dotazione artistica di cui il territorio è ricco.
Ancora una volta, quest’anno, le scolaresche potranno vedere l’originale presepe a San Domenico. Un piccolo scrigno che la Confraternita del Santissimo Rosario presto aprirà all’ammirazione del pubblico per tutti i giorni di festa. Sarà l’occasione per farsi gli auguri di Santo Natale, gioiosi nell’attesa, riscoprendo il significato profondo di questa festa nel cuore, nella famiglia, nel lavoro e nella città. Occorre ritrovare il Festeggiato e far festa proprio con Lui. Buon Natale a tutti!
Le foto sono di Mario Di Giuseppe