La Casa dei suoni e delle arti nel Miglio dei teatri baresi

Dopo un lungo e accurato restauro, il Kursal Santalucia è pronto a riaprire i battenti nel segno dei giovani, come aveva auspicato vent'anni fa da Gigi Proietti

“Parliamo di questa nuova stagione teatrale del Kursaal, perché se dovessimo affrontare tutti gli altri problemi legati alla possibilità di fare teatro a Bari, dovremmo dire le stesse cose che ripeto da nove anni senza alcun risultato”. A parlare, nell’ottobre del 2001, era Gigi Proietti, direttore artistico del Teatro Kursaal Santalucia dal 1992 al 2003, quando lasciò con amarezza il capoluogo pugliese per occuparsi a tempo pieno della direzione del Teatro Brancaccio a Roma. “Il teatro non è solo un contenitore di spettacoli altrui, bisogna avere una propria fisionomia, essere riconoscibili”, spiegava Proietti ai cronisti presenti in quella conferenza stampa di vent’anni fa. “Bari è una grande città e una produzione non solo potrebbe, ma dovrebbe, permettersela. Sarebbe bello mettere su una compagnia stanziale, lavorare su progetti concreti, aprirsi ad una realtà giovanile che ha poca possibilità d’espressione, ma è davvero chiedere troppo ad una città che vedo immobile”.

Il prospetto del teatro barese

Dopo un complesso e attento restauro durato due anni, avviato da Regione Puglia e Soprintendenza cittadina, il Kursaal Santalucia di Bari riaprirà a settembre dopo dieci anni di chiusura. Luogo iconico della città, gioiello del Liberty, fu progettato nel 1922 da Orazio Santalucia, su commissione della sua stessa famiglia. L’edificio tornerà ad ospitare a piano terra e primo piano una sala cinema-teatro con galleria e tre ordini di palchi laterali (400 posti complessivi). Anche la Sala Giuseppina, spazio magnifico (circa 285 mq), impreziosito da affreschi e stucchi eseguiti dai fratelli torinesi Mario e Guido Prayer, noti artisti decoratori dell’epoca, sarà riportata al suo fasto originario, quando veniva utilizzata come sala prove per i balletti in scena al Teatro Petruzzelli. Al secondo piano si potrà invece accedere ad uno spazio roof-garden di circa 256 mq, con servizi annessi, progettato nel 1989 dall’architetto Paolo Portoghesi: spazio interessante, molto luminoso, con una vista mozzafiato, è stato affidato all’artista Alfredo Pirri per farne un’istallazione contemporanea, ma anche uno spazio espositivo, un luogo di ricerca e sperimentazione di nuovi linguaggi.

La sala del Teatro Kursal Santalucia

La nuova sala superiore, che lo stesso Pirri ha proposto di chiamare Sala Cielo, rappresenta il tentativo di dare una forma visiva agli stati d’animo di chi si trova dentro ad uno spazio privo di un punto di fuga privilegiato, in cui gli elementi che compongono lo spazio aiutano il visitatore a meglio sporgersi verso l’esterno. In tal senso, il suo progetto per la Sala Cielo, pur avendo una propria sofisticatezza tecnica (resa possibile innanzitutto dalla collaborazione con l’ing. Miche Fuzio e poi col direttore dei lavori, arch. Michele Carella e col geom. Giuseppe Festa), tende a svanire nella luce, incorniciando il fruitore senza sopraffarlo, ma anzi fornendogli uno strumento in più per respirare a pieni polmoni l’ampiezza ideale dentro cui ci si trova collocati. Un ambiente che restituisce nella sua realizzazione la creatività del disegno a mano libera, più che la precisione di un programma costruttivo. Ed è proprio nei disegni preparatori che si percepisce il senso e anche l’immediatezza con cui questo spazio è stato ideato.

Il primo desiderio che Alfredo Pirri ha provato, visitando la stanza nella sua versione precedente, è stato quello di cercare il modo di dare rilievo alla visione della luce proveniente dal cielo (“allora negata come fosse un nemico da cui proteggersi”) e allo stesso tempo di accentuare la sensazione di “galleggiamento” che si provava rivolgendo lo sguardo verso il mare. È il pavimento stesso della stanza a essere composto con grandi lastre stratificate di specchio e cristallo, precedentemente infranti in officina col metodo dello shock termico e poi saldate fra loro in maniera definitiva. L’opera raddoppia così la visione dell’ambiente, duplicandolo sotto i piedi del visitatore e polverizzandone la vista d’insieme dentro una visione di frammenti luminosi che si sovrappongono e si intersecano.

Alcune decorazioni della Sala Giuseppina

Il nuovo Kursaal sarà – nell’ambito del Miglio dei Teatri baresi, che comprende pure il Petruzzelli, il Margherita e il Piccinni – la Casa dei Suoni e delle Arti, con una programmazione artistica, culturale e musicale articolata sui quattro livelli integrati e multifunzionali (sala Teatro/Cinema, sala Giuseppina, nuova sala del Cielo e passeggiata sul tetto), sotto il coordinamento di Regione Puglia e dei suoi enti partecipati e aperto agli operatori privati tramite partenariati speciali che ne assicurino l’animazione 365 giorni l’anno. Occorre però adesso dar seguito alle finalità per le quali il bene è stato restaurato: la creazione del tanto chiacchierato Polo del Contemporaneo della Puglia. “Un processo essenziale per il futuro del sistema dell’arte contemporanea nella nostra Regione che potrà contare sulla parallela trasformazione in corso della Fondazione Pascali per farne fino in fondo la fondazione regionale di riferimento per le Arti contemporanee”, ha spiegato l’assessore Massimo Bray.

Lunedì 21 giugno è stato organizzato un evento simbolico (Solstizio della Cultura) con l‘apertura al pubblico dell’edificio. Visite guidate al cantiere sono state realizzate in collaborazione con la delegazione FAI, il Fondo Ambiente Italiano di Bari, e l’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari e grazie alla disponibilità il raggruppamento di imprese appaltatrici guidato dalla Cobar spa di Altamura. I visitatori sono stati invitati a portare con sé una “foto di famiglia” scattata nel Kursaal in passato. All’interno dell’edificio sono state ospitate una serie di installazioni site specific pensate appositamente dal maestro Franco Dell’Erba, mentre all’esterno è stata posizionata una cassa armonica offerta dall’azienda pugliese di luminarie Paulicelli e realizzata nel 2019 in occasione del centesimo anniversario di attività della ditta.

Un particolare della volta della Sala Cielo

La Casa dei Suoni e delle Arti aprirà realmente i battenti solo a settembre, con l’obiettivo di diventare laboratorio ideale proprio per quella “realtà giovanile” di cui Proietti parlava nell’ottobre del 2001. “Esistono molti esempi in Europa che ci possono indicare la strada migliore per fare in modo che le nuove generazioni possano tornare a fare di questo luogo una casa di cura, come chi l’ha immaginata voleva che fosse”, ha dichiarato Bray. Un luogo dove il viaggiatore si possa fermare per ammirare gli spazi e immaginare un palinsesto culturale nuovo e inclusivo.

Nella foto in alto, un particolare del fregio sull’ingresso del Kursal Santalucia