Con Dalla e De Gregori la scommessa è presto vinta

Francesco Corallo e Pier Dragone incantano il pubblico di piazza Cattedrale a Bitonto con una cascata di memorabili successi dei mitici cantautori

È inevitabile uscire a Bitonto. Restare a casa a guardare la tv, in panciolle, con l’aria condizionata perennemente in uso è certamente una goduria, ma ci sarà una ragione se questa estate si preferisce uscire. E questo è un pensiero non solo dei bitontini ma anche di tutti i vacanzieri che giungono in questa vivace città. Perché uscire, dunque? Per divertirsi.

E non si parla affatto di un vuoto passatempo. Al contrario, di un piacere genuino e, se vogliamo, intellettuale. Le canzoni di Francesco De Gregori e Lucio Dalla, sebbene non siano per molti, attirano tutti. La magia della musica – quella bella – è universalmente riconosciuta come tale e, dunque, sorprende sempre e incanta quanti la ascoltano. Attrae chi ha sensibilità, educa chi non ne ha.

In piazza Cattedrale, ospiti di due noti ritrovi – Lilò e Morna – Francesco Corallo e Pier Dragone si sono esibiti, cantando e suonando la chitarra sulle note dei due celebri cantautori, accompagnati da Marcello Zinni, al basso, e Alessandro Morelli alla batteria. Il gruppo, affiatatissimo, si è mostrato in grado di toccare le corde più profonde degli spettatori, e non solo per merito della splendida selezione di brani ma anche per l’indiscusso talento di tutti i musicisti.

Prima di ogni canzone, alcuni indizi e qualche aneddoto sono stati utili a far indovinare il brano in scaletta. E alla fine della serata è stato lo stesso pubblico a chiedere diversi pezzi, in una perfetta intesa di gusti e sensibilità con la band.

Ad aprire il concerto – prima di una cascata luminosa di successi, da “La donna cannone” a “Caruso” – un brano che non poteva essere più indicato: “Non c’è niente da capire” del mitico De Gregori, dall’album del 1974, noto come “La pecora”, per l’immagine di copertina. “E’ troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi / Mi dicono che stai vincendo e ridono da matti / Ma io non lo sapevo che era una partita / Posso dartela vinta e tenermi la mia vita”, recita la canzone.

Avulsa dal suo contesto, è una metafora perfetta della scommessa, della partita a scacchi che ogni band gioca con il suo pubblico. Specialmente quando si ha a che fare con i testi di cantautori così originali. Francesco Corallo e Pier Dragone duettando in questa piazza grande – come quella che Dalla un tempo cantava – sono riusciti a vincere la partita e a riunire nell’universo dell’arte due astri sfolgoranti come Dalla e De Gregori.

Nella foto in alto, la band di Francesco Corallo, Pier Dragone, Marcello Zinni e Alessandro Morelli