Da noccioli d’oliva a malte pregiate per l’edilizia

La nuova tecnologia, messa a punto da un team di studiosi spagnoli, migliora l'isolamento e l'assorbimento dei materiali per l'edilizia. Una valida soluzione a cui potrebbe guardare tutta la filiera olivicola pugliese, la più importante d'Italia

L’umile nocciolo di oliva potrebbe trovare nuova vita nelle nostre costruzioni. Un team di studiosi spagnoli ha infatti sviluppato un metodo per migliorare le proprietà di isolamento e di assorbimento di determinati materiali per l’edilizia, a partire proprio dai noccioli delle olive.

Una tecnologia che, in realtà, avrebbe significative possibilità di utilizzo anche nel nostro Paese, e, in particolare nella nostra regione, la più importante tra tutte per quantità di piante e per tonnellate di olive prodotte.

Un Paese come la Spagna, che è il maggior produttore di olio d’oliva e olive al mondo, produce ogni anno 37.500 tonnellate di rifiuti costituiti da noccioli. Questi rifiuti sono attualmente impiegati come combustibile da biomassa. Da noi, ad esempio, gli elementi di scarto del processo di spremitura delle olive, ovvero polpa, buccia e nocciolo, vengono utilizzati per ottenere il cosiddetto nocciolino, che viene impiegato come sostituto di gasolio, gas e pellet per il riscaldamento di casa. Tuttavia, il potere calorifico di questi noccioli è sette volte inferiore a quello del gasolio da riscaldamento. Gli studiosi in questione si sono perciò domandati se fosse possibile trovare utilizzi più efficienti per questi rifiuti.

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Hanno quindi dimostrato che i noccioli di olive calcinati possono sostituire gli aggregati leggeri usati nelle costruzioni, riducendo così la densità dei materiali da costruzione e migliorandone le proprietà termiche e acustiche. Anche l’energia necessaria nel processo produttivo è inferiore. In questa nostra epoca di maggiore attenzione all’ambiente, con riduzione dei rifiuti e ricerca di nuovi materiali, i noccioli delle olive risulterebbero un’alternativa sostenibile per produrre aggregati leggeri nelle malte da costruzione, come possibile sostituti di perlite, vermiculite e argilla espansa.

Mercedes del Rio, ricercatrice del team autore dello studio, ha affermato che “l’eccellente qualità di questi aggregati ne permette l’utilizzo nelle costruzioni e nelle opere di ingegneria civile, per produrre non solo malte leggere per rivestimenti ma pure calcestruzzi strutturali o isolanti”.

Un’ottima ed interessante soluzione, a cui dovrebbe guardare con giusto interesse, finalizzato ad ulteriori e più significative performance economiche, tutta la filiera regionale collegata alla produzione di olive.

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Lo studio Viability of using olive stones as lightweight aggregate in construction mortars, di M. del Rio Merino, J. Guijarro Rodriguez, F. Fernandez Martinez, J. S. Cruz Astorqui, è stato pubblicato sul numero di dicembre 2017 della Revista de la Construccion, 16 (3), pp. 431-438.

L’articolo è stato realizzato a partire da materiali forniti dall’Universidad Politécnica de Madrid.