Un ponte è un simbolo di unione, di collegamento tra due sponde, tra due mondi, tra due culture. È il simbolo del legame storico, politico, persino religioso (non a caso il papa si chiama “pontefice”) di due realtà. Ma è anche uno stimolo al confronto, al dialogo, all’incontro.

Un ponte, però, al di là della retorica, è anche – e forse soprattutto – un’infrastruttura che serve a collegare due zone che altrimenti resterebbero isolate. Uno dei più importanti di Puglia è sicuramente quello che da oltre duecento anni, più precisamente dalla seconda metà del Settecento, collega le città di Bisceglie e Trani e che, salvo qualche piccola ristrutturazione e le consuete manutenzioni, è rimasto sostanzialmente identico a se stesso nel corso della sua lunghissima attività di servizio. Parliamo del Ponte Lama, ovvero il viadotto realizzato sopra Lama Paterno. Non è un caso se, all’indomani della tragica e assurda tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, in molti si chiesero se anche questo ponte non fosse pericolante.
Nel 2018, dopo quel gravissimo disastro, il Ministero delle Infrastrutture inviò ai sindaci una nota in cui si intimava di procedere, con la massima urgenza, all’avvio di un’azione di monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione delle opere infrastrutturali, viarie e non, che ricadevano nel territorio di propria competenza. Ed è così che anche il Comune di Bisceglie commissionò al Politecnico di Bari una perizia sullo stato del ponte. Perizia che, senza troppe sorprese, evidenziò la necessità di intervenire in tempi rapidi.
D’altronde, a voler scavare negli archivi, è facile ritrovare i proclami di ormai quindici anni fa dell’allora sindaco Francesco Spina, che – in campagna elettorale – assicurava: «Nei prossimi giorni chiamerò al telefono l’amico Pinuccio Tarantini (all’epoca primo cittadino di Trani, ndr) per chiedergli la disponibilità a darci una mano a reperire le risorse per realizzare il progetto di ristrutturazione del ponte. È l’impegno che vorrei prendere con i biscegliesi per i prossimi 5 anni». Un impegno che, ancora prima, era stato assunto dal suo predecessore Franco Napoletano, il quale aveva più volte indicato l’allargamento e la ristrutturazione del Ponte Lama come una delle priorità per l’amministrazione comunale biscegliese.
I finanziamenti, alla fine, sono arrivati solo nel 2021. «Cinque milioni di euro per l’opera di ammodernamento e di messa in sicurezza del Ponte Lama Paterno, l’antica struttura viaria che collega le città di Bisceglie e di Trani», dava notizia, con una certa soddisfazione e bruciando sul tempo tutti gli altri, l’allora Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia (biscegliese). Insomma, il “restyling” (termine orribile utilizzato però in molte delle comunicazioni ufficiali) del Ponte Lama sembrava realtà: reso possibile da uno stanziamento di cinque milioni di euro che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe trasferito alla Regione Puglia attraverso il fondo di sviluppo e coesione, al quale poi unire una compartecipazione del Comune di Bisceglie per 170mila euro.

Tutto è però rimasto fermo per altri cinque anni. Fino a quando, lo scorso 27 settembre, il Ponte Lama non è stato chiuso per davvero. A sancire l’inizio dei lavori, un punto stampa improvvisato sul ponte già chiuso al traffico veicolare, a cui hanno preso parte tutti gli esponenti della maggioranza guidata dal sindaco Angelantonio Angarano. «Il finanziamento per quest’opera strategica e necessaria era sfuggito per oltre 40 anni ma noi siamo riusciti ad intercettarlo, approfittando dell’occasione per porre le premesse della maggiore fruibilità del Ponte Lama una volta riconsegnato ai cittadini», aveva dichiarato Angarano in quell’occasione, prima della consueta photo opportunity. Mentre l’ing. Riccardo Fusiello, direttore dei lavori, rassicurava sul cronoprogramma: una durata complessiva di due anni. «Ma non è esclusa la possibilità di una conclusione dell’opera entro venti mesi».
Ad oggi, però, passato più di un mese dalla chiusura del ponte, di operai non se ne sono ancora visti. E immancabile è scattata la protesta dei tanti residenti che si trovano con la casa da un lato o dall’altro del ponte e che per motivi di studio o lavoro sono costretti a spostarsi spesso tra le due città durante la giornata. Per loro le alternative, su entrambe le direzioni di marcia, restano l’utilizzo della Statale 16 bis, con ingressi da Trani Sud-Capirro e Bisceglie Nord, oppure l’impiego della strada provinciale 13 Bisceglie-Andria attraverso lo svincolo per Trani su via Sant’Annibale Maria di Francia. Pedoni e ciclisti esclusi dall’equazione.

Negli scorsi giorni, complice qualche atto di vandalismo sulle transenne che delimitano il cantiere (con “l’apertura” di varchi che hanno momentaneamente consentito anche il passaggio di alcune autovetture), in molti hanno voluto dire pubblicamente la loro sullo stato dei lavori. Tra questi, anche il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, che ha preferito diffondere un post pubblico sui social anziché fare una semplice telefonata al suo omologo biscegliese. E questo, in piena campagna elettorale per le regionali, non è un segnale da sottovalutare. Un attacco diretto, quello sferrato contro il collega biscegliese, con parole molto dure: «Non è tollerabile aver chiuso il ponte da circa un mese, con tutto ciò che ne deriva per le due comunità, senza aver dato inizio ai lavori». Da qui la richiesta «all’amministrazione biscegliese, all’ufficio tecnico, al direttore dei lavori ciascuno per le proprie competenze, di dare inizio, al più presto, ai lavori, o, diversamente, disporre la riapertura del Ponte Lama qualora l’inizio degli stessi non sia imminente».
Non si è fatta attendere la risposta piccata di Angarano, che ha invece accusato pubblicamente Bottaro di non essersi «mai interessato alla risoluzione delle problematiche sulla sicurezza del Ponte Lama, pur conoscendo la situazione di pericolosità». Anzi, di aver chiesto ripetutamente di procrastinarne la chiusura «per le esigenze balneari soprattutto di Trani» e di non aver collaborato alla ricerca di una viabilità alternativa. Via Crosta, che in molti hanno indicato come una possibile strada sostituiva di collegamento tra le due città, è di fatto impraticabile per il pessimo stato soprattutto sul versante tranese.
Gli animi si accendono, a differenza dei macchinari dell’impresa Mafris, con sede ad Altamura, aggiudicataria dei lavori. Nessuno mette ovviamente in discussione l’assoluta necessità di intervenire su di un ponte vecchio di duecento anni, pensato a suo tempo per un traffico fatto solo di carrozze e cavalli. Ma sarebbe stato forse meglio pianificare più attentamente i lavori e garantire una maggiore collaborazione tra le due città danneggiate dalla chiusura del ponte. I cittadini, come spesso accade, assistono impotenti.
Nella foto in alto, il sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano, mentre illustra i lavori di ristrutturazione del Ponte Lama. Le immagini sono tratte dalla pagina fb del primo cittadino.





