Gli artisti del Cantautori Bitontosuite fanno la “resistenza”

La rassegna, organizzata da Savino Valerio al Traetta di Bitonto, si conferma punto di riferimento per quanti investono in idee e qualità

In questo tempo, così perturbato e inquietante, siamo alle prese con la necessità di trovare un rifugio. Non è, la nostra, semplice ricerca di una protezione fisica che resista all’attacco della più potente arma in circolazione: la massificazione delle idee, degli stili e delle scelte. Soprattutto, è necessità di costruire uno spazio intimo, una regione dell’anima delimitata dalle pareti invisibili e inviolabili dell’arte; di ritrovarsi nell’ambiente dove i sogni più puri e intatti e le idee più innovative e sincere nascono ancora senza che la paura le intacchi o l’avversione le minacci.

Il duo romano “Questione di prospettiva”

È, ad esempio, il mondo di chi scrive canzoni mettendoci tutto se stesso per andare oltre, navigare verso terre sconosciute; versando in quelle melodie un racconto personale che senza ambizioni riesca ad elevarsi a messaggio globale, per i cuori pronti ad accoglierlo e le coscienze disposte a interrogarsi. 

Così, oggi più che mai, il Premio Cantautori Bitontosuite, nato nel 2007 e giunto alla dodicesima edizione, nonostante le difficoltà, gli intralci e le giuste pause, risuona come un meraviglioso appello alla resistenza, lanciato con caparbietà dal direttore artistico Savino Valerio e interpretato con trasparenza da chi adotta la canzone come mezzo espressivo. Nella preziosa stanza che l’evento riproduce sul palco del Teatro Traetta, si mescolano stili e linguaggi attraverso un costrutto quasi mistico, dove il tempo è quello dettato dalla musica e lo spazio è tratteggiato da sensazioni diventate parole.

Mariateresa D’Onofrio

Le proposte in gara danno luogo a una variegata ed equilibrata competizione, evidenziando quanto difficile sia per la giuria selezionare gli artisti, nel rispetto delle differenze espressive e senza farsi condizionare dai gusti personali. Il cosiddetto “cantautorato”, infatti, abbraccia più cifre stilistiche e si contraddistingue per l’impostazione di ogni singola canzone, nata da un pensiero, una percezione o magari da un semplice svago, un’evasione.

Antonio Carluccio

La commissione artistica presieduta, come già lo scorso anno, da Carmine Migliore, chitarrista ufficiale di Ivana Spagna, e composta da Aldo Scaringella (patron del festival nazionale Nota d’oro), Mauro Gasparre (esperto di musica d’autore) e Luciano Damiani (chitarrista e mandolinista) deve così operare una scelta come da “regolamento” ma nel rispetto, come più volte ribadito, di tutti gli artisti, considerati alla pari e meritevoli di attenzione per quanto espresso sul palco.

Tra i partecipanti, durante la prima serata, la giuria giornalistica nella quale mi affiancano Mario Sicolo, Viviana Minervini e Nicola Vacca, rintracciano nel duo romano Questione di prospettiva il carattere particolare al quale assegnare il premio dedicato alla memoria di Giuseppe Traetta: un’opera d’arte di Cecilia Mangini e una borsa di studio.

Carlo D’Andrea

Nel progetto musicale “si percepisce nitida l’affinità della coppia che è in grado di raggiungere tutti mediante personali vibrazioni, senza mire ma con infallibile precisione”, si legge nella motivazione. Una menzione di merito va tuttavia a ciascun artista presente alla fase finale. Dalla capitale arriva anche Pino Paolessi, custode della tradizione melodica e del cantare d’amore.

La Calabria si conferma fucina di talenti dalle robuste radici. Il cosentino Serafico, per la terza volta a Bitonto e già vincitore del premio della critica, dimostra sempre capacità di raccontare con naturale intensità le chiaroscure vicende delle persone, mentre Giacomo Viscomi da Soverato è un fine cesellatore di testi che presenta con melodie orecchiabili.

Modna

Mauro Tummolo, in arte Modna, è invece di Lavello. La giovane promessa sul palco del Traetta mostra carattere dato dalla presenza scenica e dalla potenza vocale nonostante l’esibizione da solista.

La più folta rappresentanza è però pugliese. A partire da Antonio Carluccio di Torre Santa Susanna, in grado di riprodurre melodie positive su temi di spessore e grande liricità, alla maniera della migliore scuola italiana. Sempre più giù, dal leccese, proviene Carlo D’andrea, cantautore per vocazione con una lunga storia alle spalle e una scrittura in grado di toccare le corde più intime.

Abena, ospite della serata finale

Lucy Scarnera si dimostra all’altezza del compito di rompere il ghiaccio e presentare le proprie canzoni accompagnandosi col pianoforte, mentre Mariateresa D’Onofrio arriva direttamente alla finale di sabato, in quanto vincitrice del festival La Nota d’Oro, così come stabilito dal regolamento, e convince la commissione giudicatrice che le assegna il trofeo del primo premio e la borsa di studio.

Ospiti delle serate, presentate dalla conduttrice Michela Rubino, sono Mizio Vilardi, Nancy Pepe e la bravissima Abena, artisti di grande spessore, per qualche motivo legati alla storia del premio bitontino, che si avvale del contributo del Comune di Bitonto, rappresentato durante la finale dall’ass. Francesco Brandi, e della Rete dei Festival. Non meno importante è l’apporto di Radio 00, Graflab, Corvo Torvo, La libreria del teatro, Power sound e il festival Nota d’oro.

Michela Rubino e Cecilia Mangini

Chiuso il sipario, la competizione va in secondo piano e restano intatte le emozioni di quest’altro appuntamento del Cantautori Bitontosuite sia tra chi l’ha vissuto sia tra chi l’ha seguito. È la conferma che resiste uno spazio virtuoso dove non solo cantautori e musicisti, ma anche poeti, filosofi, scrittori ed ogni categoria di artisti si ritrovano e “disobbediscono” seguendo un orizzonte forse incerto, giammai fosco. E non importa se nel frattempo i capelli sono diventati bianchi. Si procede fianco a fianco senza vedersi e ci si ritrova senza conoscersi, in una dimensione atemporale e sempre nuova.