Se il cavaliere è “errato” il divertimento è assicurato

Con lo spettacolo ispirato all'opera di Traetta e portato in scena da Alessandra Savio, il festival dedicato al grande compositore bitontino parla al pubblico dei bambini

Quante volte abbiamo sentito storie di prodi cavalieri che salvano la principessa da qualche personaggio malvagio? Quante storie di eroici salvataggi ci sono state tramandate dalla letteratura? Ecco, proprio di questo tratta il dramma eroicomico di Giovanni Bertati, scritto sulle musiche del compositore bitontino Tommaso Traetta, intitolato Il Cavaliere Errante e pubblicato nel 1778.

La narrazione è molto simile a quella di una favola: la principessa Arsinda, innamorata del cavaliere francese Guido, viene rapita e confinata su un’isola incantata da Stordilano, principe di Granada. L’obiettivo di quest’ultimo è convincerla a sposarlo con l’aiuto della stregoneria. Ad accorrere in soccorso della principessa e a lottare per liberarla è Guido che, con l’aiuto di una maga buona e di un servo fedele, sconfigge il principe e salva l’amata.

Dal cavaliere errante al cavaliere errato, ecco la divertente rivisitazione della celebre opera messa in scena al Traetta di Bitonto da Alessandra Savio, designer e art director, e destinata all’infanzia. Nel titolo originale l’aggettivo accostato al cavaliere, errante, sta ad indicare la natura itinerante del protagonista sempre in cerca di nuove avventure, mentre l’utilizzo dell’aggettivo errato, in questo riadattamento del testo originale, allude all’errare nel senso di sbagliare. Il cambiamento non è casuale: Guido, infatti, non è più l’impavido cavaliere pronto ad affrontare tutte le sfide che gli si presentano, ma un personaggio impaurito e impacciato, che fatica a fronteggiare anche le più piccole difficoltà quotidiane.

Lo spettacolo si apre con Alessandra Savio che narra al pubblico la vicenda di Guido e della sua amata, rendendola così più comprensibile ai bambini delle scuole. Durante il racconto ecco giungere il protagonista, interpretato da Dino Parrotta, che da subito riesce a presentare in modo buffo e coinvolgente il proprio personaggio, ottenendo l’attenzione e la curiosità del pubblico. A renderne lampante il carattere debole e pavido è, ad esempio, l’evidente fatica nel salire le scale o nel comprendere il senso di una lettera.

La storia è resa ancora più interessante agli occhi sognanti dei bambini dalla presenza in scena di oggetti e animali fantastici, come il cavallupo e lo scudotamburo. In sella al cavallupo, Guido giunge rapidamente sull’isola incantata dove si trova la principessa, mentre con lo scudotamburo, oggetto magico che si avvale della forza della musica, riuscirà a sconfiggere il suo antagonista. Una volta giunto sull’isola non senza difficoltà, il cavaliere affronta in combattimento Stordilano con l’aiuto del suo magico scudo; il duello fra i due è inscenato come una danza che coinvolge i bambini in sala, divertiti dal modo bizzarro con cui i personaggi scendono dal palco e, accompagnati dalla musica e da giochi di luci, si spostano in platea emulando uno scontro goffo e poco credibile.

Alla fine della sfida, Guido esce vincitore e Stordilano accetta la sconfitta, riconoscendo il valore del cavaliere e liberando la principessa. I bambini in sala sono felicissimi: applaudono e ridono grazie alla bravura degli attori che li hanno coinvolti con sketch divertenti e domande utili ad aiutare il cavaliere nella sua impresa.

Alla fine dello spettacolo è chiaro come sia stata la musica ad aiutare il cavaliere a sconfiggere il principe, un potere distinto e più poderoso rispetto alle armi e alla violenza. Il messaggio rivolto ai più piccoli è, dunque, approcciarsi agli altri bambini con gentilezza, così come fa Guido con la musica. Un potere che ognuno di noi dovrebbe scegliere di utilizzare ogni giorno, anche quando sembra non essere ricambiato. Al fine di coinvolgere ancor più il pubblico di scolari, allo spettacolo è seguito un laboratorio in cui costruire scudi da decorare e custodire per ricordare l’insegnamento impartito dalla storia.

Il Cavaliere Errato di Alessandra Savio è una versione differente della storia originale, accessibile ad un pubblico più vasto perché semplificata ed ancora più ironica. L’essenzialità e semplicità di questo spettacolo è data anche dalla presenza in scena di pochi ma efficaci elementi così da consentire la massima concentrazione sul contenuto della favola. L’impegno assunto con questo spettacolo è trasmettere un messaggio positivo alle nuove generazioni, invitate ad essere sempre se stesse scegliendo il bene e la gentilezza al posto della violenza.

La rappresentazione rientra tra gli appuntamenti della diciannovesima edizione del Traetta Opera Festival, il festival lirico dedicato al maggiore compositore bitontino, diretto dal maestro Vito Clemente e realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Regione Puglia e il Comune di Bitonto.

Il Cavaliere Errato si inserisce nella sezione Teatro Educational, dedicata dal festival agli spettacoli per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. L’avventura di Guido tornerà domani 17 e dopodomani 18 ottobre col titolo de La Favola Bella di Guido e Arsinda nello spettacolo di burattini diretto da Paolo Comentale.

Nella foto in alto, il cavaliere errato (Dino Parrotta) e la principessa Arsinda (Alessandra Savio)