La Campania è conosciuta per il suo mare scintillante, come quello che lambisce la Costiera Amalfitana, o per la maestosità di Napoli e di Pompei. Ma c’è un altro volto della regione, più interno, montuoso e silenzioso, che merita di essere esplorato. Proviamo, dunque, a passare in rassegna le aree più nascoste, eppur note e dalla storia antica, concentrandoci su un borgo per ogni provincia, anzi per ogni area storica e geografica. Un paese irpino (un concetto che va al di là della semplice idea di “provincia di Avellino”), uno beneventano e uno casertano. Sono terre in cui i paesaggi si fanno dolcemente ondulati, tra colline coltivate a vigneti e oliveti, interrotte da piccoli borghi sospesi nel tempo. Il ritmo è lento e il viaggiatore che si avventura lungo le strade provinciali scopre una Campania diversa, dove la storia e la natura convivono in armonia. Ci prova, almeno, giacché i problemi non mancano mai.

Sant’Agata de’ Goti, perla del beneventano
Attraversando il beneventano, ci s’imbatte in Sant’Agata de’ Goti, un paese che è una visione, sospeso com’è tra la valle del fiume Isclero e le colline circostanti. Sulle prime, lo diresti una vetusta effigie medievale, perché si erge su di un paesaggio fatto di case in pietra affacciate su uno sperone di tufo e tante stradine strette che poi, pian piano, s’inerpicano verso il cuore del borgo antico. Le chiese, i palazzi nobiliari e la stessa conformazione del centro dicono e raccontano di un passato che affonda le sue radici nell’epoca longobarda e normanna. Sant’Agata si presenta nell’atmosfera che qui si respira, semplicemente passeggiandovi, magari tra le botteghe artigiane che ancora lavorano il legno e la ceramica, segni di una grande tradizione. Qui il tempo sembra essersi fermato e la scoperta di ogni angolo del paese regala la sensazione di viaggiare in un’altra epoca. Fermarsi in una delle osterie locali per gustare un bicchiere di Aglianico, vino tipico della zona, è un piacere che completa l’esperienza. A livello storico e artistico, non certo poco da vedere, tuttavia è il paesaggio a dire chi è e da dove viene Sant’Agata e, quindi, dove siamo, dove arriva e quale “storia” (il paesaggio è storia) va a toccare il visitatore.

Perla d’arte e cultura, Sant’Agata, a partire dal duomo, risalente al X secolo, poi ricostruito nel XII e ancora restaurato nel Settecento. La Chiesa di San Menna, pure, vi aspetta, coi suoi mosaici. Diocesi importante, ospitò per molto tempo Sant’Alfonso Maria De Liguori.
Il territorio di Sant’Agata de’ Goti, inoltre, è attraversato in parte dall’Acquedotto Carolino (patrimonio Unesco), che preleva l’acqua alle falde del monte Taburno dalle sorgenti del Fizzo e la trasporta, sottoterra, fino alla Reggia di Caserta. Un grandissimo patrimonio.

Nusco, il “balcone dell’Irpinia”
L’Irpinia è terra di montagne e di foreste, regno della natura selvaggia e di tanti paesi interessanti. Uno tra questi è Nusco, noto come il Balcone dell’Irpinia per la sua posizione panoramica a 914 metri sul livello del mare: un luogo appartato, lontano dal frastuono del mondo moderno. Il centro storico di Nusco è un labirinto che invita alla scoperta. La Cattedrale di Sant’Amato, imponente pur nella sua semplicità, domina la piazza principale, mentre dalle terrazze panoramiche si può ammirare l’intera Irpinia. La bellezza di Nusco è fatta anche dell’accoglienza calorosa dei suoi cittadini, che seguono i ritmi lenti della vita di paese. L’Irpinia è, del resto, una terra di tradizioni antiche rintracciabili anche nella sua cucina robusta e genuina: pasta fatta in casa, funghi, cacciagione e, naturalmente, il Taurasi, uno dei vini più pregiati della Campania e dell’intero sud. Viaggiare in Irpinia è un’immersione in un mondo dove la scoperta si fa lenta. Passo dopo passo, è proprio il caso di dire.
Pietravairano nel cuore del casertano

Nel cuore del casertano, lontano dal clamore della celebre reggia e dalle vie affollate della pianura, si trova Pietravairano, un piccolo borgo incastonato tra i monti, che custodisce un tesoro archeologico di immenso valore: il teatro-tempio romano. Scoperto solo di recente, questo complesso monumentale si erge maestoso sulla cima del monte San Nicola, affacciato su un panorama che spazia dalla valle del Volturno fino alle colline circostanti. Salire fino al teatro-tempio permette una passeggiata tra i boschi, con passi e fatica ripagati dalla vista spettacolare che si apre davanti agli occhi e dal fascino di questo sito che sembra sospeso tra cielo e terra.
L’antico complesso romano, con la cavea del teatro incastonata nella roccia e i resti del tempio che sovrastano l’area, testimonia l’importanza strategica e culturale che Pietravairano ha avuto in epoca antica. Qui gli abitanti si radunavano per assistere a spettacoli e riti religiosi, in un luogo che ancora oggi emana una potente energia. Dopo la visita, scendere nel borgo e assaporare la cucina locale, con i suoi piatti semplici ma ricchi di sapore come la pasta fatta in casa e i formaggi freschi, completa l’esperienza.

Ecco, allora, una Campania meno conosciuta, fatta di borghi autentici e di un paesaggio aspro ma affascinante. Il viaggio verso il paese è una continua scoperta: ogni angolo invita a fermarsi, a respirare a pieni polmoni e a godere del silenzio. I paesi sono gioielli che meritano di essere vissuti lentamente, in armonia con il paesaggio e la storia.
Nella foto in alto, una vista panoramica di Nusco