È trascorso un mese dal primo discorso alla camera di Giorgia Meloni. Un discorso in cui il presidente del consiglio ha citato le numerose donne che, nel corso della storia, sono state motivo d’orgoglio per l’Italia. Paese che solo oggi, però, vede per la prima volta una donna a capo del governo, tagliando un traguardo così significativo in grave ritardo rispetto al resto dell’Europa. Di strada, in realtà, questa nazione ne ha ancora tanta da fare, soprattutto nel mondo del lavoro, affinchè non vi siano più distinzioni di genere e una donna non debba temere di dichiarare, durante un colloquio di lavoro, d’essere in dolce attesa o di desiderare un bambino. Affermazioni che le costerebbero certamente l’assunzione.
Nonostante, dunque, l’Italia non goda di una buona reputazione in termini di inclusione lavorativa femminile, le donne non perdono occasione per dimostrare di avere la stoffa necessaria per diventare leader. Come dimostrano numerose imprenditrici, che hanno deciso di avviare la loro carriera all’estero, facendosi portavoce di un modello di successo in cui le quote rosa hanno una rilevanza del tutto particolare. Una tra queste ha addirittura ribaltato la “scomoda” condizione, sopra descritta, di giovani professioniste che vorrebbero lavorare pur essendo in procinto di diventare mamme.
Parliamo di Monica Perna, english coach e imprenditrice digitale brianzola, con una carriera ormai internazionale che ha messo radici a Dubai. E’ qui che cinque anni fa si è trasferita, fondando AUGE International Consulting, l’impresa di alta formazione fondata nel 2018 con Francesco Iannello, i cui numeri parlano forte e chiaro in termini di prevalenza delle donne. Con un team di circa trenta dipendenti, di cui l’83% donne, di nazionalità italiana, americana e asiatica, e circa 13.436 studenti iscritti, con l’83,5% di studentesse, l’accademia diretta da Monica costituisce, senz’altro, una best practice. Ma la cosa ancor più sorprendente (in Italia suonerebbe come un’utopia) è, come si accenava prima, che ben tre donne sono state accolte in AUGE International Consulting dopo aver dichiarato, in fase di colloquio, di essere in dolce attesa. “Una cosa che tengo a sottolineare è che mentre molti etichettano la donna negli Emirati Arabi come una persona costretta ad andare in giro con il capo coperto, qui, in realtà, la considerazione riservata alle donne comprende aspetti di galanteria ormai dimenticati in Europa”, spiega Monica.
Parole forti e “provocatorie” quelle dell’english coach, dalle quali si evince che l’atteggiamento della sua azienda nei confronti delle lavoratrici non dipende unicamente dal fatto che a dirigerla ci sia una donna. Non è fatto mistero che in Italia spesso le stesse titolari di un’impresa preferiscono evitare di assumere donne in gravidanza o prossime ad esserlo. Ciò che ha contribuito, dunque, ad orientare le scelte di Monica Perna nella direzione di un’inclusione lavorativa a favore di donne in procinto di diventare mamma è stato proprio il contesto in cui oggi vive.
Un contesto che, contrariamente a quello che si pensa, ha un grande rispetto per le donne trasferitesi da un altro paese. “A Dubai ci sono tantissime donne di successo ai vertici di aziende nel settore immobiliare, della moda ma anche dell’automobilismo”, chiarisce la nostra imprenditrice. E prosegue: “In Italia, infatti, è abbastanza nota Supercar Blondie, una content creator che vive qui a Dubai dove è diventata famosa per le auto, ambito collegato solitamente al mondo maschile”. A Dubai -racconta Monica – gli uomini le aprono la portiera della macchina e in ogni ufficio la fanno accomodare e le offrono dell’acqua o del tè. Scene di vita quotidiana, ovvero gesti di galanteria che potrebbero apparire anacronistici per gli europei. Lo stesso sceicco di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktum, ha scritto molti libri in cui racconta il ruolo di sua madre nella sua carriera e quanto suo padre la ascoltasse.
In questo clima è nata AUGE International Consulting, un’impresa digitale in cui trovano lavoro donne che vivono in diverse parti del mondo. Dopo aver, quindi, dimostrato che l’e-learning rappresenta la nuova frontiera della formazione, già diversi anni fa, quando c’era ancora molta perplessità sull’argomento, oggi Perna dimostra che il lavoro da remoto rappresenta la soluzione migliore per mamme e donne in dolce attesa. Lasciando loro la libertà di lavorare online secondo un criterio di gestione del tempo che tiene conto delle esigenze della vita personale di ciascuna, la brillante e lungimirante english coach si muove, dunque, da apripista di un nuovo modello di impresa. Una lezione da imparare e imitare anche dalle nostre parti, dove spesso le modalità di lavoro imposte alle donne non garantiscono un’effettiva partità di diritti con gli uomini.
Nella foto in alto, Monica Perna Cofounder e Ceo di AUGE International Consulting