Una chioma di ricci e una Canon Reflex sempre a portata di mano, pronta ad immortalare gli scorci più suggestivi della bella Ruvo. Un freddo pomeriggio al calar del sole, Giovanni Berardi decide di fare una passeggiata rilassante nel borgo antico, per respirare un’aria nuova, quella forse di un paese ansioso di rinascita con l’arrivo del periodo più bello dell’anno.
La magia del Natale inizia proprio da qui, dal meraviglioso centro storico, dove le suggestioni e i ricordi si fondono con lo scintillio di luci che fanno brillare i semplici ma originali addobbi colorati. La deliziosa scala cromatica oscillante dal rosso al verde, con piccole velature di neve artificiale posata sulle decorazioni come gustoso zucchero a velo, invita a disperdersi in vicoletti e strade anguste, seducendo ogni passante con il profumo di bucato appena steso sui balconi mischiato all’odore del pane e delle tipiche leccornie natalizie sfornate da un panificio.
Sono questi gli ingredienti fondamentali in grado di suscitare il sentimento di meraviglia di un intero paese in festa, senza inerpicarsi lungo le scomode chine filosofico-concettuali, percorse negli anni passati dal comitato Luci e suoni d’artista che, mosso da un legittimo desiderio di novità, ha portato alla realizzazione di un allestimento pregno di simboli e significati, ora espliciti ora reconditi, ma non immuni da polemiche. Ciò che resta dell’esperienza passata, vista anche l’impossibilità di riattivare il laboratorio urbano a causa dell’emergenza sanitaria, è l’idea di una città la cui bellezza non è solo da ricercare nelle pietre, nei palazzi, nei monumenti e nelle chiese ma anche negli occhi di chi la guarda e soprattutto nelle mani di chi opera assiduamente per darle lustro.
Il risultato che quest’anno si ricava è, dunque, il prodotto della fascinosa commistione classico-moderno, esemplificata dalle miniature della Cattedrale e della Torre dell’Orologio, risalenti all’edizione del 2018 della rassegna, che fluttuano nell’aria in via Veneto, via De Gasperi e Piazza Menotti-Garibaldi. Volteggiano sotto il frammento di cielo di via Cattedrale le gru origami, simbolo giapponese di prosperità, salute e speranza, accompagnate da pesci di carta, simbolo di viaggio, che sguazzano tranquilli in Largo Purgatorio. In basso, cattura l’attenzione la vetrina de La casa del caffè, una dolcissima botteguccia a misura di bambole, abbellita dalle mani fatate di Ida Rita Campanelli, che afferma soddisfatta: “In ogni lavoro ci vuole passione, impegno, e nel mio caso, anche un po’ di creatività. La vetrina rappresenta un paesaggio invernale con una casa in primo piano. La casa è il luogo che fornisce riparo e protezione e, in questo momento storico così particolare, assume maggiore importanza. Il Natale non è solo la festa dell’amore ma rappresenta anche la rinascita, il rinnovamento e la speranza di superare con fiducia questo brutto periodo”.
Il bagliore di luminose sfere di bambù riscalda invece una spoglia piazzetta Le Monache, mentre sfiziosi strumenti musicali si susseguono silenziosamente su piazzetta Fiume. A questi si aggiungono trenta opere delle scorse edizioni, adottate temporaneamente da altrettanti esercizi commerciali. Tra i vicoli più caratteristici del nucleo antico spiccano senza dubbio via Santa Maria della Rogliosa, strettissima diramazione di via Veneto, protetta da un’edicola votiva ricolma di fiori, dedicata alla Madonna, da cui la strada prende il nome, e vico Vozza, un ramo sempre di via Veneto, ribattezzato come Vico degli Artisti, che nella realtà di tutti i giorni passerebbe quasi inosservato. Sono entrambi i posti ad insegnare quanto sia prezioso ricercare il nuovo nel quotidiano e rimanerne piacevolmente stupiti con la gioia e la curiosità di un bambino.
Gli stessi luoghi diventano i soggetti privilegiati negli scatti del fotografo, nonché videomaker ruvese, Giovanni Berardi che evidenzia quanto Ruvo sia naturalmente e semplicemente bella, vestita da sera con sobria eleganza. “Attraverso queste foto ho voluto mettere in risalto il paese illuminato. Le vie di Ruvo sono già di per sé meravigliose senza luci. Ma i due elementi insieme creano un connubio straordinario -spiega Berardi- che suscita emozioni e infondono serenità in ognuno di noi. Penso siano luminarie più aderenti al filone natalizio tradizionale e, soprattutto, più uniformi rispetto a quelle esposte negli anni scorsi. Ciò che davvero mi colpisce è il calore della luce!”, commenta. E con un pizzico di speranza rivela: “Vivrò questo Natale con tranquillità, in attesa di un futuro migliore pieno di luci, immagini e tanta musica”.
Se una cascata di lucciole blu piove sulle rutilanti ghirlande floreali di Via Rogliosa, che riflettono il gusto di Gennaro Cantatore, Vico Vozza diventa invece un salotto cittadino di modeste dimensioni con panche e sedie di legno, una bicicletta con un cesta di fiori, vecchie damigiane e piante rigorosamente bardate di coccarde rosse in pendant con il colore del tappeto che si srotola lungo il percorso e, infine, una scintillante stella cometa da cui si snoda una galassia di luci bianche. L’allestimento è frutto dell’estro del dj Salvatore Altamura, in arte Rino Straniero, come lui stesso racconta: “L’iniziativa è nata otto anni fa, quando io e mia moglie Mary abbiamo acquistato una casa e un locale proprio in questo vico. Ho adibito il mio locale a studio, dove accolgo coppie di futuri sposi e non solo per realizzare eventi su misura. Da qui è nata l’idea di agghindarlo a festa in ogni occasione, anche per valorizzare il nostro bellissimo centro storico. Con il passare degli anni il vico è diventato una grande famiglia; alcuni addobbi sono stati acquistati grazie al contributo di tutti i residenti: le panche sono state realizzate da noi con materiale di riciclo, le botti in vetro recuperate da vecchie cantine e, infine, alcuni oggetti sono stati donati da attività commerciali, come ad esempio l’albero natalizio di palloncini ricevuto l’anno scorso da Dreams Party, un negozio di articoli e addobbi per feste”.
Nel frattempo torna a parlare della crisi che ha investito gli operatori dello spettacolo: “Il Natale è una delle festività più importanti e significative che di solito trascorro tra la gente per via del mio lavoro. Quest’anno invece, a causa della pandemia, passerò le feste con la mia famiglia”. E conclude con un ringraziamento a tutti i residenti del vico, in particolare sua moglie Mary, Nicola, Angela, Ivan, Giuseppe, Sebastiano, Luigi, Antonio, Luca e Tommaso: “vorrei dedicare quest’aria di serenità a tutti coloro che apprezzeranno il nostro sforzo, soprattutto ai piccoli abitanti del vico affinché vivano con gioia e spensieratezza questo periodo particolare”.
Procedendo verso Piazza Bovio si incontra il maestoso cedro Deodara, l’albero più alto di Ruvo, ornato dallo Juventus Club “A. Fortunato” quale simbolo della manifestazione sportiva Lo sport sotto l’albero, alla sua sedicesima edizione. Il presidente Rocco Pellicani ha dedicato l’accensione all’opinionista nonché fervente Juventino Michele Pellicani, scomparso lo scorso ottobre, che ha sempre sostenuto questo evento, ora portato avanti dalla figlia Simona. In cima all’imponente tronco è possibile scorgere il cosiddetto “anello della fortuna”, un fulgido segno beneaugurante per l’intera comunità donato dalla ditta Cipriani. Accanto, l’abete verdeggiante con cui la famiglia Pellicani, assieme all’amministrazione comunale e all’ing. Gildo Gramegna, ha desiderato omaggiare il caro e compianto Michele.
È la volta poi dei quattro corsi principali pervasi dallo sfavillio di luci dorate, che scendono a spirale dai tigli, alla base dei quali sono stati piantati graziosi ciclamini rossi. Il tutto è stato preparato meticolosamente grazie all’azione sinergica tra l’Ascom Confcommercio e il Comune. E sono proprio i commercianti ruvesi, duramente provati dal difficile momentlo, a lanciare nelle ultime ore un appello alla cittadinanza esortandola a fare acquisti nel paese.
Lì dove Corso Cavour si interseca con Piazza Dante, ecco il presepe tradizionale di ispirazione napoletana, allestito da Vincenzo Caldarola per conto del Comitato Feste Patronali col supporto del Comune. Benedetto dal parroco della cattedrale, don Salvatore Summo, alla presenza del sindaco Pasquale Chieco e dell’assessora Monica Filograno, il presepe riproduce gli antichi ambienti della quotidianità ruvese che, delimitati da una staccionata, accolgono variegati recipienti in terracotta e uno squisito ensemble di frutta e ortaggi.
Sotto la direzione artistica di Vittorio Palumbo e la progettazione della ditta di Daniele Cipriani, La fabbrica dei lumi, in piazza Matteotti ospita, a partire dal 18 dicembre, l’installazione luminosa a forma d’albero, per la versione Luci e Suoni d’artista 2020, circondata da cinque leggiadri cavallini in legno che si librano nell’aria.
Spazio, infine, ai bimbi, componente non trascurabile in questo tempo sospeso di attesa. Grazie all’istrionica personalità di Daniela Raffaele, promotrice del contest virtuale intitolato Uggesù pensaci tu!, i piccoli saranno chiamati a presentare manufatti natalizi, consultando il regolamento sull’apposita pagina faceboock (clicca qui), che saranno successivamente valutati dalla stessa Raffaele, dalla sua collaboratrice Fidelia Catalano e da una giuria popolare. I due vincitori selezionati riceveranno in premio la partecipazione gratuita al prossimo laboratorio creativo a cura della Clitorosso Art Gallery. Un’idea nata per fronteggiare un periodo così triste con l’antidoto della fantasia che, come precisa l’organizzatrice, solo i bambini riescono ad azionare: “Ho pensato di stimolarli alla creatività tenendoli occupati in un’attività che non li annoi e che li incoraggi a rimanere a casa perché, si sa, in questo momento le uscite non sono mai troppe! Il titolo Uggesù pensaci tu! ricorda l’esperienza dello scorso anno, durante la quale gli iscritti, in collaborazione con l’associazione RuvoLab, hanno realizzato un’opera che ritraeva la figura di Gesù Bambino visto come un leader da imitare per merito e virtù, aggiungendo la supplica del ‘pensaci tu!’ e rafforzando così l’idea di onnipotenza di cui nostro Signore si avvale”.
Ma Daniela non si perde d’animo: “Sarà un Natale diverso per tutti ma francamente sono contenta di questo ridimensionamento forzato perché ormai era diventato un periodo dell’anno votato esclusivamente al consumismo più sfrenato, dimenticando il vero significato della festività e, soprattutto, rallentando la velocità della nostra vita che, come sostengo da sempre, deve essere in stretta relazione all’amore che viene donato”.
Così la città risplende al chiarore delle luci ravvivando i sogni ‘sbiaditi’ di chi, conscio delle proprie fragilità, guarda speranzoso al domani. Buon Natale, Ruvo!
In alto, uno scorcio di Vico Vozza. Le foto sono di Giovanni Berardi