Il “soffio” che può salvare la vita

Un'innovativa tecnologia messa a punto dall'Università di Bari per la diagnosi precoce dei tumori

La tecnica è stata elaborata da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari e da medici del Policlinico del capoluogo, con la collaborazione di tre aziende pugliesi.

Mai più esami invasivi. Per diagnosticare le malattie più diffuse basterà analizzare il respiro. L’output del progetto, denominato “Inside the breath” (dentro il respiro) è rappresentato da uno strumento pratico e sicuro (simile a uno spirometro), in grado di riconoscere i metaboliti prodotti da fenomeni cellulari patologici che vengono trasportati ai polmoni attraverso il sangue, poi scambiati in fase gassosa ed espulsi con l’espirazione. Soffiando in una cannula, l’espirato viene convogliato in un sistema di campionamento, passando successivamente attraverso un gascromatografo e una serie di sensori, che consentono la rilevazione dei composti organici volatili (VOCs).

Un sistema di elaborazione e analisi dei dati permetterà di decifrare le molecole ritrovate, calcolando le probabilità di presenza di un tumore. Ulteriore obiettivo del progetto è riportare in un unico dispositivo i suddetti sistemi ingombranti e complessi, progettando una soluzione “tutto in uno” che possa essere utile anche fuori da un laboratorio chimico.

Al momento la ricerca si concentra sul tumore al retto ma non è escluso che lo strumento in fase di industrializzazione sia in grado di determinare la presenza di molteplici patologie: del sistema gastro-intestinale, respiratorio, nervoso centrale e periferico, apnee ostruttive del sonno, cancro della mammella e della prostata. Non possono passare inosservati i vantaggi di questa innovazione: riduzione dei costi per il Sistema sanitario nazionale, sostituzione delle attuali tecniche diagnostiche invasive (mammografia e colonscopia) e non (ricerca del sangue occulto nelle feci), senza escludere la riduzione delle tempistiche su liste d’attesa, oltre alla definizione della giusta scelta terapeutica per il paziente. Il tutto finalizzato al miglioramento delle condizioni psico-fisiche dei pazienti, soprattutto più deboli ed anziani.

“Si tratta di una prospettiva concreta -ha dichiarato il prof. Altomare, direttore dell’Unità di Coloproctologia presso l’Unità complessa di Chirurgia generale dell’Università di Bari.

Il tumore, se diagnosticato precocemente, può essere operato prima che degeneri con tecnica mininvasiva, abbassando il rischio di mortalità. Lo studio è una palese e tangibile dimostrazione di quanto l’Università di Bari sia il motore centrale della conoscenza e applicazione scientifica, messa a servizio delle imprese e delle menti più talentuose del territorio al fine di rispondere ad esigenze concrete dei concittadini e non.

Basterà, dunque, un “soffio” per salvare la vita.