Il disegno è l’arte di mettere in mostra il mondo interiore

Cosmogonie, la personale del maestro Omar Galliani in corso all'Art Immagine di Altamura, è un suggestivo viaggio interiore, tra luce e ombra, oriente e occidente, materia e spirito

Nel silenzio delle sue carte, Omar Galliani costruisce universi. Ogni segno è un respiro, ogni ombra una costellazione. Le sue matite, i pastelli, l’oro inciso non si limitano a descrivere, rivelano. È in questo spazio, sospeso tra luce e tenebra, che nasce Cosmogonie, la mostra a cura di Francesco Taccogna, ospitata all’Art Immagine di Altamura. Galliani, maestro indiscusso del disegno italiano, appartiene a quella rara categoria di artisti che hanno saputo trasformare una disciplina antica in linguaggio assoluto. Nato a Montecchio Emilia nel 1954, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è stato protagonista delle principali rassegne internazionali: tre volte alla Biennale di Venezia (1982, 1984, 1986), due volte alla Quadriennale di Roma, invitato alla Biennale di San Paolo del Brasile, a quella di Tokyo, e insignito del primo premio alla Biennale di Pechino nel 2003, ex aequo con Georg Baselitz. Un percorso che testimonia la solidità e la coerenza di una ricerca ininterrotta, centrata sul disegno come linguaggio universale, come forma di pensiero e di visione.

Nel corso della sua carriera, Galliani ha esposto nei luoghi simbolo dell’arte contemporanea: dalla New York University, che nel 1998 gli ha dedicato una personale, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino alle Gallerie degli Uffizi, che nel 2008 hanno acquisito il trittico Notturno e nel 2017 gli hanno commissionato un autoritratto per il Corridoio Vasariano, oggi parte della collezione ufficiale del museo. Le sue opere figurano anche al Mart di Rovereto, alla GAMeC di Bergamo, al Museo del ’900 di Milano, al Museo Marca di Catanzaro e in numerosi musei cinesi, testimoniando la sua influenza oltre i confini europei.

Nella personale in corso ad Altamura, il visitatore si trova immerso in un percorso di grande intensità visiva e spirituale. Le opere esposte – tra cui Tra Oriente e Occidente, Disegno Siamese, CARTA d’Oriente, i nuovi Blu Oltremare e le inedite tavole di Cosmogonie – compongono una costellazione di segni, un lessico cosmico fatto di grafite, pastello e oro inciso su carta. La superficie diventa luogo di attraversamento, una pelle viva su cui il pensiero si deposita e la luce si misura con l’ombra.

Il disegno, per Galliani, non è mai preparatorio: è l’opera compiuta, un campo in cui la mano e lo spirito coincidono. Le sue figure emergono dal buio con la lentezza della rivelazione: volti assorti, corpi sospesi, profili che sembrano provenire da un altrove, da un tempo remoto e insieme prossimo. L’oro, inciso con la pazienza di un rituale, cattura frammenti di infinito e conferisce alle sue carte un’aura sacrale, una vibrazione che trascende la materia.

“Cosa celano le ultime mie carte di questa mostra? Celano e rivelano il tutto, o meglio tutto quello che si era detto prima e quello che ancora oggi resta da dire sul disegno. I miei disegni spostano il fiato breve dagli appunti limitati del foglio per mostrarsi nell’opera finita dove luce e ombra si alternano in un continuo fraseggio di segni”, spiega l’artista.

Parole che suonano come un manifesto poetico e filosofico, in cui il disegno diventa conoscenza e meditazione, atto creativo e contemplativo insieme. Nelle sue opere, l’immagine non è mai narrazione ma visione, e la visione è un atto di ascolto: del tempo, del silenzio, della materia stessa della carta.

Le Cosmogonie di Galliani si presentano come un atlante interiore, un viaggio dentro la sostanza originaria della forma. Le traiettorie dei segni, le ombre che si addensano, i bagliori d’oro che aprono fenditure di luce nel nero profondo: tutto concorre a un racconto che non ha trama ma pulsazione. Ogni opera diventa così un frammento di universo, una domanda sul visibile e sull’invisibile.

In questa mostra, Altamura si fa crocevia tra memoria e futuro, tra la classicità del segno e la sua capacità di parlare al presente. Galliani riporta il disegno al suo ruolo primario di origine e di fine, di scrittura cosmica, in cui l’essere umano si riflette come in uno specchio d’infinito.

Con Cosmogonie, il maestro emiliano non solo riafferma la centralità del disegno nell’arte contemporanea, ma ne riscrive la grammatica con sensibilità e rigore, fondendo la tradizione rinascimentale italiana con le suggestioni di una spiritualità orientale. Ne nasce un linguaggio sospeso, universale, dove la carta respira e il segno diventa pensiero visibile.

Ad Altamura, Omar Galliani offre al pubblico non semplicemente una mostra, ma un’esperienza di visione profonda – un invito a sostare, a guardare, a perdersi nella trama dei segni. Ancora una volta, il suo disegno si rivela non come rappresentazione, ma come rivelazione: il luogo dove il mondo, e noi con esso, torniamo a nascere. La rassegna, evento da non perdere, resterà aperta sino al 22 novembre.

Nelle foto alcune opere in mostra all’Art Imagine di Altamura