Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. “Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?”, chiede Kublai Kan. “Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra ma dalla linea dell’arco che esse formano”, risponde Marco Polo. Kublai Kan rimane silenzioso, e poi soggiunge: “Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che m’importa”. E l’altro risponde: “Senza pietre non c’è arco.” Questa conversazione fa parte del dialogo che Marco Polo, voce narrante dell’opera di Italo Calvino, Le città invisibili, intrattiene con l’imperatore cinese di cui è ospite a corte.
Il dialogo, che caratterizza ciascuno dei nove capitoli, ha inizio quando Kublai Klan chiede al grande viaggiatore di raccontargli del suo lungo peregrinare e, in particolare, delle città che ha visitato. La risposta è un’accurata descrizione fisica ed esteriore delle città viste, e, contestualmente, un resoconto dettagliato delle stesse città filtrato dai ricordi, con tutte le sensazioni, le emozioni, i profumi, i sapori e i rumori.
È a partire dall’osservazione di Marco Polo (“Senza le pietre non c’è arco”), che causa il silenzio del suo interlocutore, che è possibile sviluppare e presentare il tema della lettura e degli effetti che essa provoca o a cui potrebbe dare origine. Innanzitutto occorre sottolineare il ruolo centrale e, talvolta, di modello che gli insegnanti costituiscono nella vita degli studenti: perché se senza pietre non vi è un arco, senza maestri raramente gli studenti potrebbero avvicinarsi alla lettura. Tale osservazione può essere considerata attendibile, infatti, se si ricorre alla definizione che i dizionari offrono del termine “maestro”: colui che si pone come modello per i propri alunni. Ed è grazie anche alle tante attività curricolari ed extracurricolari promosse dagli insegnanti che le nuove generazioni si sono avvicinate alla lettura.
La finalità – spingere i bambini a leggere – che si propone l’iniziativa La Valigia dei Libri, ideata dal maestro Carmelo Bacco e che quest’anno è già alla sua quarta edizione. Avviata giovedì 22 giugno e pronta a proseguire domani con il secondo appuntamento, andrà avanti di giovedì in giovedì, dalle 17 alle 19, sino a fine agosto, presso la Cittadella del bambino.
L’idea del progetto di lettura nasce nel marzo 2020, a pochi giorni dal lockdown causato dalla pandemia, che, fortunatamente, non ne impedì lo svolgimento, seppure con alcune limitazioni. In quella prima edizione, Carmelo Bacco ottenne una cospicua donazione (60 volumi) da parte di tre case editrici emergenti: Edt di Torino, Carthusia Edizioni di Milano, Orecchio Acerbo di Roma. A questa prima donazione se ne sono aggiunte altre, sino a un totale di 100 libri.
L’oggetto su cui si fonda ciascun incontro, destinato ai bambini di scuola elementare, è, come suggerisce il nome stesso dell’evento, la valigia in cui sono contenuti i libri. Una volta aperta, i bambini possono liberamente scegliere quale volume leggere. La lettura si svolge nelle modalità che ciascun bambino preferisce: concentrandosi singolarmente sul volume che ha scelto o piuttosto leggendolo insieme ad altri bambini, oppure seguendo la lettura delle maestre coinvolte nell’iniziativa. Ma la lettura non è l’unica possibilità, poiché i fanciulli, a partire dalle pagine dei libri possono realizzare rappresentazioni o dedicarsi alla riflessione, all’immaginazione.
L’atmosfera degli incontri richiama il racconto Il giardino incantato di Italo Calvino, contenuto nella raccolta edita nel 1949 con il nome Ultimo viene il corvo. I protagonisti del racconto di Calvino sono due bambini, Giovannino e Serenella, che, intenti a godersi una giornata d’estate, vanno all’esplorazione dei luoghi più remoti e nascosti della città in cui vivono, sapendo che li attenderanno qualche sorpresa. Ma è soprattutto l’atmosfera descritta da Calvino che ci permette di collegare il racconto all’evento: nel primo, in pochissime righe, l’atmosfera subisce un cambiamento repentino, perché da divertente e gioiosa, ma anche serena e pacata, ornata da un pizzico di monotonia e apatia che caratterizza le più afose giornate d’estate, diviene movimentata, ansiosa, piena di vita, che fa tremare le gambe, anche se in realtà i protagonisti si stanno divertendo, e il loro unico scopo è quello di vivere questo momento al meglio. Osservando i bambini che partecipano all’iniziativa, si nota come questo appuntamento sia atteso già dal mattino. Leggendo Il giardino incantato si comprende come l’esperienza che i due protagonisti vivono li abbia “maturati”: hanno imparato che la felicità non consiste nel possedere tante cose e che la felicità la si può trovare anche nella “semplice” lettura di un libro.
Ciò che rende davvero originale La valigia dei libri è che i piccoli utenti possono alternare i momenti per la lettura con altri dedicati al disegno. Perché la valigia contenente i libri, oggetti spesso poco considerati dai bambini, è affiancata da un’altra con fogli bianchi e pastelli su cui disegnare e riflettere su ciò che è stato letto. Un’esperienza, dunque, di pura creatività, di cui si avverte sempre più la necessità in un mondo dell’infanzia dominato dai videogiochi, che costringono i bambini a vivere in spazi isolati, in una dimensione virtuale, spesso lontano dai propri coetanei e, quindi, con scarse possibilità di uno sviluppo armonioso e organico della propria personalità.
Nelle foto il maestro Carmelo Bacco con i bambini che partecipano all’iniziativa “La valigia dei libri”