Un facilitatore per Palazzo Gentile

Rafforzare il dialogo tra i partner e rilanciare l'attività amministrativa è il compito affidato a Lillino Sannicandro dai partiti in maggioranza e dal sindaco di Bitonto

“Sarà per l’età, sarà per la lunga esperienza, i partiti in maggioranza e il sindaco hanno voluto affidarmi il compito di coordinatore. Un impegno che ho accettato di buon grado, per uscire dalle secche della pandemia e facilitare il dialogo tra i partiti di governo, con l’obiettivo di rilanciare l’attività e condividere un programma sostenibile di qui alle elezioni di giugno 2022″, spiega Lillino Sannicandro.

Il cielo grigio di quest’ultimo scorcio di gennaio (l’intervista risale a qualche giorno fa) con tutto il suo tradizionale, pesante fardello di emozioni, legate alla memoria della shoah, pare riflettere pienamente il momento amministrativo. Un tempo di “vacche magre”, in cui al rutilante megafono delle dichiarazioni su nuove inaugurazioni e irrinunciabili eventi, tra quelli davvero tali e le tante copie, si è sostituito sui social il cupo tam tam del bollettino covid.

“La città in questi ultimi anni ha messo in campo una grande progettualità, i cui frutti saranno disponibili a breve: mi riferisco alle opere per il lungolama, all’Appea per la riconversione della zona artigianale, alla riqualificazione delle periferie”, dichiara Sannicandro, consigliere di Iniziativa Democratica ed esponente di lungo corso della politica cittadina. “Ma se ne parla da anni -obietto-; è il refrain di ogni discorso ufficiale, di ogni post di cui il sindaco ci fa dono nella compulsiva liturgia dei social di cui è sommo sacerdote…”.

“Il problema, com’è noto, è gestire tanti progetti. Il nostro assessore, Cosimo Bonasia, e tutti gli altri lavorano alacremente. Ma la macchina amministrativa sconta gravi ritardi dovuti, soprattutto, alla scarsità di personale”, replica il coordinatore. “E perché non si fanno i concorsi?” Chiedo. “La legge prevede che si debba attingere dalle graduatorie e poi alla mobilità esterna, col risultato che chi viene da fuori, appena può, lascia Bitonto per avvicinarsi a casa sua”, spiega Sannicandro.

A metà dello scorso anno il neocordinatore è entrato col suo gruppo in maggioranza, dopo aver continuato a incarnare dall’inizio dell’esperienza amministrativa, con i sodali di Iniziativa Democratica e i consiglieri del Psi, e sinanche col Pd e Governare il futuro, prima che queste due forze saltassero armi e bagagli in maggioranza, il ruolo di un’opposizione dura e senza paura alla giunta Abbaticchio. Poi “l’illuminazione sulla via di Damasco”.

“Da sfidante di Michele Abbaticchio, nelle amministrative del 2017, a coordinatore della maggioranza: ammetterà che il passo è piuttosto audace?”, rilancio. “Ho già avuto modo di fare autocritica. Quella volta, alla vigilia delle elezioni abbiamo agito -io e i compagni del movimento- senza un’adeguata riflessione. Di pancia. In quei giorni di trattative per la definizione delle liste a sostegno di Abbaticchio, avevamo avvertito un tono particolarmente duro nel candidato sindaco che non potevamo accettare”, chiarisce Sannicandro.

“Se fossimo rimasti al fianco di Abbaticchio avremmo preso due o tre consiglieri. E, invece, preferimmo partecipare alle primarie del centrosinistra, che vinsi e che mi consentirono di candidarmi a Palazzo Gentile in opposizione al sindaco uscente”. Questo il racconto dei giorni frenetici dell’ultima vigilia elettorale.

“In realtà, come i risultati hanno dimostrato, la nostra lista ottenne nel 2017 un largo consenso elettorale ma si registrò un forte voto disgiunto; ciò che contribuì al successo di Abbaticchio. Col passare del tempo, abbiamo pensato che restare all’opposizione, come l’ultimo giapponese in guerra, non sarebbe servito a granchè. Tanto più che anche il Pd e poi Governare il futuro nel frattempo si erano schierati tra le file della maggioranza. Metabolizzato il larghissimo consenso con cui Abbaticchio era stato eletto, abbiamo deciso di dare un contributo costruttivo dall’interno al governo della città. Esponendoci al fuoco di fila di tanti detrattori…”, prosegue Sannicandro.

“Ma perché la maggioranza avverte oggi la necessità di nominare un facilitatore? Un garante col compito di dialogare con tutte le forze della coalizione? Per riportare a unità le diverse voci? Bloccare spinte centrifughe?”, la nuova domanda.

“Il fatto è che è venuta a mancare una cassa di risonanza ufficiale delle scelte e delle volontà della maggioranza. Non si può affidare ogni dichiarazione a facebook, come fa la maggior parte del ceto politico. Non si fa più un manifesto, un evento, sia pure nelle modalità consentite, in cui chiarire le ragioni di certi atti e indicare la direzione di marcia. Sarà certo colpa della pandemia ma c’è pure una evidente difficoltà a misurarsi direttamente con i cittadini, avendo relegato ogni interlocuzione ai social”, osserva Sannicandro. “Io da alcuni anni non ho più un profilo fb e sono convinto che in tanti, per ragioni d’età, perché non sono iscritti o perché hanno deciso di uscire da questa giostra abbastanza infernale, restino esclusi dall’informazione sull’attività amministrativa”, spiega.

Tra i compiti affidati a Sannicandro c’è pure quello di offrire un contributo, insieme ai rappresentati di partiti e movimenti della coalizione, a definire alcuni progetti strategici, che possano traghettare la maggioranza all’appuntamento col voto a giugno dell’anno prossimo. “Il tempo che ci separa dalle elezioni non è molto. Si può concentrare l’attenzione su alcuni punti fondamentali – l’Appea, il Piano del commercio, il Pug – e perseguirne con determinazione lo sviluppo e l’attuazione”, osserva Sannicandro.

Il ritorno alle urne, in realtà, si avvicina a passi veloci. Così, comincia a salire l’ansia di doversi contare, stringere nuove alleanze e rinsaldarne di antiche, provare a scrivere un progetto sostenibile per la città futura e, soprattutto, individuare una personalità in grado di incarnarlo. Una strada tutta in salita, resa più faticosa dalla necessità di dover ripartire da zero, contrariamente al 2017, quando la ricandidatura di Abbaticchio era nei fatti e non restava che scegliere se schierarsi a favore o contro.

Per non dire del rischio di poter fare i conti con un avversario temibile: un centrodestra corroborato dal significativo balzo in avanti, in termini di consensi, da parte di Fratelli d’Italia e Lega, alla guida del quale potrebbe schierarsi un candidato con un solido blasone, come l’ex consigliere regionale Domenico Damascelli, personalità di spicco sulla scena pugliese di Forza Italia…

“Ritengo che l’impegno prioritario sia definire il perimetro entro cui costruire la nuova alleanza tra partiti e movimenti. Perimetro che dovrà essere necessariamente quello del centrosinistra. Superando la logica che ha ispirato questi anni, correlata più che a una certa appartenenza politica al legame personale con questo o quel movimento o suo esponente. E poi conta la validità del programma: valorizzazione del patrimonio culturale, difesa dell’ambiente, nuova occupazione grazie alla ripresa dell’agricoltura e al sostegno alle imprese e al commercio. Ovviamente, nella condivisione di obiettivi e strategie tra tutti i partners della colazione, bisognerà dialogare con il centrosinistra oggi all’opposizione, con i partiti che non hanno rappresentanza in consiglio comunale, i movimenti ambientalisti e perchè no, i cinquestelle, con i quali in tutto il Paese esiste un asse preferenziale”, chiarisce Sannicandro.

“E sul metodo per la designazione del candidato? Ritiene che le primarie possano essere un sistema valido?”, chiedo. “Potrebbero esserlo, ma non è detto che non si riesca ad individuare al tavolo delle trattative una personalità gradita a tutti, su cui far convergere i voti di tutti i cittadini oltre quelli della coalizione”, conclude Sannicandro che sfodera un certo aplomb e sufficiente tranquillità sulla capacità del centrosinistra di ritrovare l’unità e un candidato degno della singolar tenzone.

Negli ultimi giorni, intanto, sono cominciate a rincorrersi le voci di una prima cordata, nata nel perimetro del centrosinistra ma con radici identitarie piuttosto composite, che punterebbe sulla candidatura a sindaco di Vito Labianca, l’attuale presidente del consiglio comunale. E qualche fibrillazione la sta creando il caso dell’assessora Marina Salierno, a cui il Pd che pure l’aveva indicata ha tolto la fiducia.

La macchina elettorale è in moto, dunque. E insieme alle prime indiscrezioni sugli aspiranti al ruolo di primo cittadino tocca dar di conto delle prime gatte da pelare… Riuscirà il centrosinistra a ritrovarsi sui punti del programma e su una candidatura ampiamente condivisa, e che sia soprattutto autorevole? E in questa direzione, Sannicandro a svolgere un proficuo ruolo di apripista? Audaces fortuna iuvat!

Nella foto in alto, Lillino Sannicandro. Nelle altre immagini, alcuni scatti della serie “Periferia (Sud) urbana” di Domenico Fioriello, pubblicata da Rest