Quella con Cosimo Terlizzi era una conoscenza superficiale. Solo qualche battuta, negli anni scorsi, durante la rassegna cinematografica Arena Rogadeo, organizzata a Bitonto da Just Imagine. Giusto due parole e nulla di più. Questa volta, invece, ho avuto la fortuna di cogliere in pieno le straordinarie capacità di questo regista bitontino, sempre più apprezzato e noto in Italia e all’estero. A lui, infatti, è stata affidata la direzione dell’Asolo Art Film Festival, l’originale rassegna cinematografica giunta alla trentasettesima edizione.
Cosimo ha dimostrato tutto il suo talento nell’organizzare questa importante manifestazione, dedicata al cinema e alle visioni d’arte insieme. Il festival ha visto in gara ben 500 opere, provenienti da 45 paesi, passate tra le forche caudine di ben 9 selezionatori, tra cui la bitontina Carmen Albergo. La selezione ha permesso a 55 film di accedere alla sezione finale Film in concorso, divisa nelle categorie Feature films on art, Short films on art, Art films e Post Internet Art. Altri 23 sono stati visionati come film fuori concorso. Pellicole dedicate all’arte in tutte le sue espressioni, ma anche biografie, lavori di ricostruzione storica e opere audiovisive, realizzate con le più svariate tecnologie.
Le proiezioni si sono svolte in alcune sale storiche di Asolo nonché nel teatro dedicato ad Eleonora Duse; opere caratterizzate e condizionate indubbiamente dalla particolare “visione” di cinema che ha e vive Cosimo Terlizzi. Il direttore artistico è persona garbata e di grande personalità, “sapiente -si legge in qualche profilo biografico- nello scandagliare nuove tipologie di linguaggi ed espressioni del presente con un occhio al passato”.
Regista multidisciplinare, attento, innovativo, Cosimo ha organizzato un festival armonico ma fortemente spostato in avanti, facendoci vedere film, corti e videoclip, tutti con una precisa narrazione, suscettibile di lettura personale e di apertura a molti significati.
Disponibile e preciso, ha messo a proprio agio tutti i concorrenti, specie i giovanissimi autori giunti da ogni dove. E tra questi, anche un altro concittadino, Saverio Cappiello. Insomma, una colonia bitontina ad Asolo.
A latere del festival, ma non meno importanti, alcuni eventi speciali come la proiezione, corredata dalla voce di Fiorenza Menni e dalla sonorizzazione di Luca Maria Baldini, con la regia proprio di Cosimo Terlizzi, del primo film muto girato da Eleonora Duse, Cenere, nel 1916.
La Divina si approcciò a questo dispositivo del cinematografo come se stesse affrontando una belva da domare. Abituata all’arte teatrale che si esprime sul palcoscenico, abituata a recitare, ad impostare i personaggi sulla voce, la Duse risentì non poco del passaggio alla novità, tanto che le aspettative dei produttori andarono deluse e il film finì per essere un flop. Il regista con la sua visione lo ha rivitalizzato, conferendogli quel “quid” in grado di renderlo particolarmente interessante.
Non è facile, per un non addetto ai lavori, partecipare ad un festival di settore. All’inizio a disagio, spaesato di fronte ai numerosi linguaggi costruiti con le immagini sugli schermi, ho poi trovato il bandolo della matassa, sviluppando una certa capacità di guardare con occhio più analitico i film in concorso.
Ho potuto ammirare lo sguardo magnetico e la voce precisa e vera dell’attrice Valeria Golino (detentrice di Nastri d’Argento, Coppa Volpi, David Di Donatello), che ha ricevuto il premio Duse 2019 ed è stata intervistata da Cosimo Terlizzi.
Quel colloquio tra i due, condotto con casalinga e quieta cordialità, ha rivelato ancora meglio le doti umane e intellettuali di Cosimo Terlizzi, la sua incantevole delicatezza; il perchè sia stato chiamato a fare il direttore artistico dell’Asolo Art Film Festival.