Questa è la storia di un giovane che, come tanti, soprattutto al sud, non si è mai arreso. Un giovane che, superando non poche difficoltà economiche, senza disporre di alcun privilegio nè tantomeno di facili scorciatoie, ma solo con la forza della propria passione e al prezzo di duri sacrifici è riuscito a conquistarsi un posto tra i grandi della box.
Classe 99’, punta di diamante della palestra Gladiator Gym, Gennaro Ruggiero è il primo atleta barlettano ad aver gareggiato, lo scorso 26 luglio a Crotone, nel prestigioso circuito internazionale del Petrosyan Mania, uno degli eventi sportivi più prestigiosi in Europa nella categoria del k1 e della kickboxings. In quell’occasione, ha affrontato e sconfitto Antonio Radesco, atleta di grande spessore ed esperienza.

In questi giorni il nostro è impegnato a prepararsi per un altro evento, tra i più attesi nel panorama degli sport da combattimento: il gala del TFC – Tiger Fighting Champion, in programma sabato 8 novembre al Paladisfida di Barletta. Nel corso del gala è previsto il match K1 Gennaro contro Zara, che si sfideranno nella categoria 80 kg in tre round da tre minuti. In vista di questo nuovo, importante appuntamento, abbiamo incontrato l’atleta barlettano per farci raccontare la sua storia, cominciando daccapo, ma anche per capire quale sarà il suo futuro in uno sport così difficile e impegnativo.
Gennaro come nasce la passione per questo sport?
Salire sul ring è un sogno che coltivo sin da bambino. In realtà, ho iniziato praticando il karate all’età di undici anni: è stata l’unico regalo ricevuto da mio padre, anche se, a dire il vero, la mia famiglia non è mai stata molto favorevole a questa mia scelta. Dopo due anni ho cominciato a giocare a rugby a scuola. Successivamente ho iniziato a fare pugilato in una palestra, impegnandomi come meglio potevo, anche economicamente, nonostante tante difficoltà: non potevo permettermi grandi cose, ma ci mettevo il cuore. Finalmente, un giorno ho incontrato il mio attuale maestro, Domenico Dipaola, una figura fondamentale per me. Mi ha dato tutto in cambio del mio impegno e del mio sacrificio. È stato una guida non solo nello sport, ma anche nella mia vita personale, aiutandomi ad affrontare tante situazioni complicate.
Sei il primo barlettano ad essere salito sul ring del Petrosyan. Quanto lavoro c’è dietro questo traguardo?
Calcare il ring del Petrosyan Mania è stato per me un traguardo incredibile, qualcosa che fino a qualche anno fa sembrava solo un sogno. Per tre anni ci sono andato da spettatore, confidando spesso al mio maestro: “Chissà se un giorno potrò esserci anch’io su quel ring…”. Ebbene, quel giorno è arrivato e su quel ring non solo ci sono salito, ma ho anche vinto. Un successo costato tanta preparazione e tanta fatica, sia fisica che mentale. Con allenamenti quotidiani sia la mattina che il pomeriggio: almeno due ore al mattino dedicate alla preparazione fisica, e nel pomeriggio a quella tecnica e allo sparring. Un percorso davvero impegnativo. Ma ogni sacrificio è stato abbondantemente ripagato.

Pensavi di vincere? Quali sono state le emozioni provate?
Scuramente non mi aspettavo una vittoria con un KO già al primo round, ma ammetto che desideravo tantissimo vincere. Questo traguardo l’ho voluto con tutto me stesso, non solo per me e per tutti i sacrifici che affronto ogni giorno, ma anche per le persone che mi sono accanto: il mio maestro, la mia ragazza, mio figlio, i miei genitori e tutti coloro che mi vogliono bene. È anche grazie a loro se sono arrivato sin qui.
Come vedi il tuo futuro?
Il mio progetto è continuare su questa strada. So che non sarà facile, ma sono pronto a metterci tutto me stesso, non solo per il mio futuro, ma soprattutto per quello di mio figlio. Allo stesso tempo, desidero dedicare parte del mio tempo a tutti quei ragazzi che vogliono avvicinarsi a questo sport, accompagnato dal maestro Dipaola. Insieme vogliamo trasmettere passione, disciplina e determinazione, proprio come è stato fatto con me.
Quali consigli senti di poter dare ai ragazzi di oggi?
Il messaggio che voglio mandare ai giovani è semplice ma fondamentale: non arrendetevi mai, davanti a nessuna difficoltà. Io non l’ho fatto, nemmeno quando ero piccolo e quando la mia famiglia non poteva permettersi di affrontare alcuna spesa. Ho lottato con tutte le mie forze per praticare questo sport, perché ci credevo davvero. Non mi sono arreso neanche quando mi sono ritrovato ad affrontare una delle sfide più grandi: diventare padre. È stata una responsabilità enorme, che avrebbe potuto schiacciarmi. Invece ho scelto di non fuggire; di affrontarla a testa alta, lottando anche lì, fino a uscirne vincitore. Quindi, ragazzi, qualunque cosa vi accada nella vita, non abbassate mai lo sguardo. Mordete la vita, affrontatela e reagite con forza, cuore e determinazione. E soprattutto, non sottovalutate mai le persone che vi stanno accanto, perché spesso sono proprio loro la vostra vera forza nei momenti più duri.
Le foto sono tratte dalla pagina Fb della palestra Gladiator Gym di Barletta





