Tra poco meno di due mesi, il 2019 giungerà alla conclusione: è tempo, dunque, di fare progetti per il nuovo anno e cominciare a fissare sul calendario i primi appuntamenti da non perdere. A questo proposito, è bene che tutti segnino la data di sabato 11 gennaio 2020: il giorno del debutto all’AncheCinema di Bari dello spettacolo teatrale Ylvàrian – La scala di corallo.
L’opera, di cui verranno effettuate due repliche il giorno seguente, nasce dalla sinergia di un gruppo eterogeneo di artisti che, mettendo insieme i rispettivi talenti, ha dato vita a un progetto che spicca per l’originalità dei contenuti e della tecnica narrativa. Il risultato è una fusione sperimentale tra immagini, danza, canto e suono che concorrono, tutti, ad un unico scopo: far convergere l’attenzione degli spettatori verso le innovative composizioni musicali, create dal giovane musicista poli-strumentista e sound engineer bitontino Davide Cappiello, in arte Dave Hat.
I brani dell’opera, infatti, rappresentano il cuore nonché il fondamentale punto di partenza di tutto il progetto artistico. Per comprenderne meglio intenzioni e obiettivi, abbiamo incontrato Dave Hat, MUSA e Nuccio Cappiello, sound engineer degli Studi ADM che, in virtù della sua lunga esperienza sul campo, ha tracciato la direzione artistica dell’opera.
Davide, parliamo un po’ di te: quando nasce la tua passione per la musica?
Io e la musica abbiamo sempre avuto un certo feeling. Sin da bambino essa ha rappresentato per me un vero e proprio richiamo. Grazie anche all’incoraggiamento della mia famiglia, composta da diversi musicisti, ho cominciato da subito a suonare le tastiere a cui poi ho affiancato, spinto dal mio amore per il rock e per il metal, anche lo studio della chitarra elettrica. Ma non mi sono fermato qui. Ben presto il mio interesse per la musica si è intrecciato con il desiderio di scoprire le sonorità tipiche di altre etnie. Ho cominciato, così, ad avvicinarmi alla cultura celtica, irlandese, norrena e in generale nordeuropea, imparando a suonare i flauti whistle utilizzati nel folk irlandese. Allo stesso modo, la mia curiosità per il mondo orientale mi ha spinto ad intraprendere lo studio dell’hulusi flute, strumento tradizionale cinese. A me la musica piace in ogni sua sfaccettatura: oltre ad essere un musicista poli-strumentista, mi diverto a sperimentare creando suoni con oggetti non convenzionali come forbici, fogli di carta, bottiglie e grattugie.
Partendo, dunque, da questo grande amore per la musica, come si è arrivati all’opera?
Ho sempre prediletto le composizioni originali alle cover, mettendomi così in gioco e realizzando qualcosa di mio. Questo è il motivo per cui tre anni fa, avendo già realizzato un discreto numero di brani di genere epic-cinematic, mi sono affacciato agli Studi ADM per valutarne le possibili prospettive. Nuccio Cappiello, con la sua lunga esperienza di compositore-arrangiatore è riuscito a cogliere un filo conduttore tra i diversi brani – tutti con influenze etniche, celtiche ed orientali, ma anche rock, metal ed elettroniche – che ben si prestavano a costituire un’opera teatrale. Ma ovviamente c’era ancora molto da lavorare. Perché il progetto prendesse la forma attuale, sono stati fondamentali due incontri: il primo con MUSA, cantante molfettese dalla voce poliedrica, già apprezzata per il suo primo singolo “Edera”, realizzato in sinergia con Nuccio, divenuta poi voce protagonista dell’opera; il secondo con Domenico Schiraldi che, a partire dall’ascolto dei brani, ha scritto la trama dello spettacolo e ne ha definito l’ambientazione surreale.
Parliamo, dunque, dell’opera partendo dal titolo: cosa vuol dire Ylvàrian?
Ylvàrian è il nome della protagonista della storia in Ylvarish, lingua inventata, come l’Elfico o il Dothraki, creata appositamente per l’opera. Senza dubbio è stata fondamentale la collaborazione di Giulia Rucci, scrittrice e traduttrice bitontina – nonché coautrice, make-up artist e costumista dell’opera – nel creare una vera e propria grammatica. L’Ylvarish presenta assonanze con diverse lingue nordiche, come il gaelico e lo svedese, e si caratterizza per il lessico onomatopeico che esprime, attraverso il suono, il significato stesso delle parole: proprio per questa ragione ha una cadenza musicale che ben si adatta alle musiche che avevo già composto.
MUSA puoi spiegarci la trama dell’opera?
Ylvàrian si colloca a cavallo tra il genere fantasy e quello fantascientifico. Il sottotitolo dell’opera – La scala di corallo – dice qualcosa in più sulla trama perché il fulcro dello spettacolo è la maestosa colonna di corallo che funge da scala che collega due mondi tra loro contrapposti. Tale colonna ha un’anima, da me impersonata, che racconta attraverso il canto le vicende che avvengono in scena. Ai brani cantati si alternano vocalizzi a volte eterei a volte incisivi. La scena, poi, sarà animata visivamente da un corpo di ballo di otto elementi e da una scenografia costituita unicamente da proiezioni multimediali. Il tutto contribuisce a creare uno spettacolo coinvolgente e dirompente, che ben si associa alle musiche in genere epic-cinematic.
Nuccio, così come raccontata, l’opera si presenta estremamente complessa e stratificata: quante persone sono state coinvolte?
Davvero tanti artisti fantastici: alcuni con più esperienza, altri molto giovani ma non per questo meno talentuosi. Tra i tanti è doveroso citare Francesco Albanese, artista e illustratore bitontino che, dopo aver letto la storia scritta da Domenico Schiraldi, ha disegnato le tavole con i personaggi e le ambientazioni dell’opera, definendone anche colori e atmosfere; e ancora, Pietro Campanella in arte Pit, che ha ideato e realizzato le proiezioni multimediali, Antonio Caggianelli, il coreografo, Diego Loporcaro addetto alle public relations, Remo Rizzi, social media manager, e Maria Tedone, grafico pubblicitario.
Davide, oltre alla messa in scena, quali altri progetti avete in serbo per Ylvàrian?
A breve è previsto il lancio del secondo singolo Kyor Ylvàrian, Io sono Ylvàrian, tratto dall’opera e successivo a Maelyà, Vita, primo singolo e colonna sonora della stessa già disponibile su tutti i digital stores, social e Youtube. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di un cofanetto contenente un libro bilingue, italiano-inglese, che narra la storia completa dell’opera, corredato anche di tavole a colori di Francesco Albanese. Al libro, su richiesta, potranno essere allegati differenti supporti audio-video contenenti l’intera opera teatrale. Un altro dei nostri obiettivi è portare in tournée lo spettacolo in Italia e successivamente all’estero.