Ancora una volta la mano e la mente di Raffaele Cappelluti, noto artista molfettese, raccolgono oggetti e li contestualizzano nel grande campo visivo dell’arte, attraverso un sapiente gioco di riutilizzo e ricodificazione.
Cappelluti, tra gli esponenti dell’apprezzata scuola artistica novecentesca molfettese, non è nuovo a lavori di questo tipo, da sempre apprezzati dalla critica. Vicino già dagli anni ’70 alla figura del poliedrico Gaetano Grillo, l’artista in questi giorni espone, con la collaborazione della Galleria 54 arte contemporanea, nella sua città, nei locali della fondazione musicale intitolata al pittore e studioso molfettese Vincenzo Maria Valente. La mostra, dal titolo Trame leggere, si avvale anche del patrocinio del Comune di Molfetta e del ministero dei Beni e delle Attività culturali.
Oggetti del mare, quelli di Cappelluti, ma anche “dal” mare: raccolti cioè sulla spiaggia. Altri poi di uso quotidiano, quelli della vita tangibile e diretta. Infine, “l’intrusione di insetti”, come il nostro artista preferisce dire, eletti a simbolo, probabile, di inquietudine e di ansia, contrapposti, chissà, alla vita di tutti i giorni, vita che scorre piana, eppur con l’odore ancora ben impresso del mare, carico anch’esso di dubbi ed onde. Il mare respira ancora nei tasselli di pedane, materiale su cui le opere sono realizzate.
Un mare che “urla” tutta la sua drammatica attualità. “Nature morte”, poi? Sì, ma con l’alito vitale che soffia, come vento inesauribile di ascolto, prossimità, verità. L’autore definisce la sua pittura “piccola”, di cose piccole e semplici. Un’arte minuta, legata solo alle cose ridotte, residuali, di scarto? Niente affatto.
Il mare scarta, oggi. Il mare uccide, non per colpa del mare: allora arriva da lì la “vita”, con pezzi di legno, forse ammaccati dagli urti contro gli scogli, ma dove, nella nostra esistenza, un qualcosa che ammaccato e segnato non sia? Sorprendente richiamo, come detto, la presenza ricorrente degli insetti: evidente segno del riferimento ad una certa pittura del XVII secolo (e non solo).
Un insetto che è simbolo di molestia, presenza critica, senso di sporcizia. Ma anche laboriosità, persino di valore donato all’organizzazione della vita stessa. Tutto urta, allora, in questi lavori di Raffaele Cappelluti.
Tutto si urta tra sé, persino: spiegando ed illustrando il proprio senso recondito proprio in quell’apparente, irritante contraddizione. La mostra inaugurata nei giorni scorsi, con la partecipazione di autorità, critici d’arte, giornalisti e un folto pubblico di estimatori, resterà aperta sino a venerdì 31 maggio.
Nelle immagini, alcune opere del maestro Cappelluti