Recipienti di ceramica per conservare l’antica civiltà contadina

Il Museo della città e del territorio di Corato ospita un'interessante mostra, attraverso cui leggere la storia e l'identità collettiva delle nostre genti

È da tempo un “luogo” interessante, nella terra di Bari e nella più vasta area pugliese, l’ancora poco noto Museo della Città e del Territorio di Corato, valido strumento di conoscenza del centro murgiano, ai fini di una corretta percezione della sua storia e della sua antropologia remota e presente.

È del resto questa l’ottica più utile a comprendere le storie, quelle delle città, centri grandi e volitivi, dinamici, come quelli dell’operosa area intorno al capoluogo. L’approccio è quello stretto allo studio e all’analisi di un territorio, non certo solo dal punto di vista geologico ma anche, appunto, socio-antropologico.

Le vicende non tanto dei grandi uomini esemplari o degli avvenimenti più importanti nella cronologia atavica di una città (la vecchia retorica degli “illustri”, ad esempio), piuttosto il suo ethos profondo, il suo carattere intrinseco. Spesso, così facendo e così indagando, ci si accorge della non casuale affinità tra le storie dei territori e dei centri, luoghi con nomi e fatti diversi ma in cui puoi scorgere circostanze similari, quasi ubique, tra spazi pur differenti.

Nasce anche così l’idea attorno ad una particolare civiltà, che nel barese può essere quella della coltura e cultura dell’olio oppure quella murgiana o, ancora, più direttamente avvinta al capoluogo, levantina. Il museo coratino è interessante da visitare anche per le mostre di rilievo che spesso vi sono ospitate. È il caso della rassegna “RECIPĔRE”, nel percorso Nuovi appuntamenti con l’Arte Contemporanea, in corso sino al 10 marzo.

Organizzata dalla cooperativa “Sistema Museo”, con il patrocinio del comune di Corato, è una bella mostra sulla ceramica contemporanea, a cura degli artisti designer terlizzesi Paolo De Santoli, Giuseppe Vallarelli e Michelangelo De Santoli, assieme al salernitano Giuseppe Di Muro. Nell’ambito della rassegna, è previsto anche l’incontro con Massimo Bignardi e un laboratorio per bambini sulla tecnica antica della ceramica decorata e impressa.

Docente di Storia dell’arte contemporanea e di Arte ambientale e architettura del paesaggio all’università di Siena, Bignardi (19 febbraio, ore 18,30) introdurrà una conversazione sull’arte contemporanea e sulle metodologie di insegnamento nei licei e nelle università, con la presentazione del libro “Siena laboratorio del contemporaneo”.

Sabato 23 febbraio, dalle 17,30 alle 19,30, spazio al laboratorio “Da cosa nasce cosa”: insegnerà ai bambini (dai 7 agli 11 anni) le tecniche più antiche della ceramica, dopo una breve visita alla mostra stessa e alla sezione archeologica del museo.

La mostra era stata già allestita e “sperimentata” in quel di Altamura, presso la suggestiva masseria Jesce, un luogo davvero magico di Puglia e del Sud, al confine tra le città del pane, Santeramo e Matera, in un particolare e spettacolare crocevia paesaggistico. Masseria con straordinaria chiesetta rupestre, affrescata. Anch’esso un luogo assolutamente da conoscere.

“RECIPĔRE” è verbo latino, sta per ricevere, accogliere, contenere ed ha in sé, spiegano gli organizzatori, “il senso profondo del donare e del ringraziare”.

L’omaggio dei recipienti forgiati d’argilla, che poi diventano di ceramica, è dunque volto alla sapienza contadina e pastorale, figlia di una cultura anche pratica, quella della Magna Grecia. Una cultura che faceva, realizzava, concretizzava: il tutto per l’uso più umano ed ancestrale, per il cibo, per il fabbisogno, per vivere. La visita alla mostra e l’incontro con Massimo Bignardi sono ad ingresso gratuito. Per il laboratorio il costo è di 5 euro a bambino ed è su prenotazione (www.sistemamuseo.it).

Nelle foto, alcune opere in mostra al museo di Corato