Il Beat Onto Jazz Festival taglia il traguardo della maggiore età. A partire da mercoledì 1° agosto e sino a sabato 4, si celebrerà, infatti, la diciottesima edizione della rassegna, organizzata dall’associazione InJazz, con la direzione artistica dell’avv. Emanuele Dimundo.
Torna, dunque, nella raffinata cornice di piazza cattedrale a Bitonto, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, non solo nel panorama jazzistico pugliese ma in tutto lo Stivale, che si caratterizza oltre che per la presenza di musicisti di assoluto rilievo per la finalità educativa: l’accesso ai concerti è, infatti, gratuito.
Dopo l’anteprima del 30 giugno, al Traetta, che ha visto la presentazione del libro “Puglia, le età del jazz” di Ugo Sbisà, seguita dal tributo a Michel Petrucciani del pianista barese Nico Marziliano, il Beat Onto Jazz Festival si appresta, dunque, a entrare nel vivo.
Otto i concerti in cartellone, sul tema “Le vie del jazz”: un originale e interessante itinerario, rivolto a declinare l’ampio vocabolario dell’idioma jazzistico.
Si parte mercoledì 1° agosto con il concerto della cantante e compositrice siciliana Daniela Spalletta, accompagnata dal trio degli Urban Fabula (Seby Burgio, pianoforte; Alberto Fidone, contrabbasso; Peppe Tringali, batteria). Titolo del progetto musicale D/Birth, una serie di brani inediti, nei quali lo stile compositivo, modellato e influenzato dallo “strumento voce”, si orienta verso molteplici tendenze.
Il secondo set vedrà impegnata una delle voci più interessanti della scena internazionale: Carmen Souza. La pluripremiata e versatile musicista capoverdiana presenterà a Bitonto, in esclusiva regionale, il suo ultimo lavoro realizzato con il contrabbassista Theo Pascal: Creology, un passo naturale verso il mondo afro. Sul palco, con Souza e Pascal, il batterista Elias Kacomanolis.
Giovedì 2 agosto spazio al sodalizio Italia-Francia con il quartetto formato dal chitarrista Fabio Zeppetella, dalla sassofonista Geraldine Laurent, dall’organista Emmanuel Bex e dal batterista Amedeo Ariano, che presenteranno il successo discografico Chansons!. Undici i brani in scaletta, che raccontano al meglio la tradizione musicale dei due paesi frontalieri. Dal capostipite Bruno Martino, passando per De André e De Gregori sino a Pino Daniele, da una parte; Jacques Brel e Leo Ferré, Yves Montand e Joe Dassin, dall’altra.
Subito dopo, a calcare la scena sarà la stella nascente del latin jazz: il percussionista e cantante cubano Pedrito Martinez, interprete di una musica dai colori forti e dai ritmi incandescenti, nel solco della migliore tradizione caraibica. Con Martinez, Jhair Sala, percussioni e voce, Sebastian Natal, basso e voce, e Jassac Delgado Jr., tastiere e voce.
Toccherà a Fratello Joseph Family Affair, quartetto italo-asiatico-americano con Giuseppe Bassi (contrabbasso), Roberto Ottaviano (sassofoni), Yu Ying Hsu (pianoforte) e Tina Raymond (batteria), aprire invece la terza serata.
Il titolo della band riprende simpaticamente il grado di parentela che lega nella vita e nella musica Giuseppe Bassi con il grande sassofonista Roberto Ottaviano, ma idealmente si riferisce allo spirito di fratellanza che lega ogni musicista di jazz in tutto il mondo.
Il secondo set della serata sarà una prima assoluta, frutto di una sinergia produttiva che ha visto impegnati l’orchestra del conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, InJazz e l’associazione VoxMedia di Bitonto. Il Duca e il Bardo è una pièce teatral-musicale basata sulla monumentale suite di Duke Ellington Such Sweet Thunder, dedicata alle opere di William Shakespeare.
A salire sul palco il 4 agosto sarà l’Italian Quartet del sassofonista inglese Stan Sulzmann: la band interpreta un modern mainstream solidamente radicato nella tradizione jazzistica e permeato da influenze diverse derivanti dalle molteplici esperienze maturate dai componenti il quartetto. Con il fiautista anglosassone ci saranno il pianista, compositore e docente Massimo Colombo, il contrabbassista Maurizio Quintavalle e il batterista Enzo Zirilli.
Gran finale con l’unica data pugliese di una delle band più amate e travolgenti della scena jazzistica contemporanea: gli Yellowjackets. Senza dubbio il gruppo più rappresentativo della Fusion degli anni Ottanta, con quattordici album alle spalle, oltre un milione di dischi venduti e centinaia di concerti in tutto il mondo, gli Yellowjackets sono la più longeva e creativa fusion band della storia musicale. E non solo per un fatto di continuità anagrafica (il gruppo esiste dal 1977), quanto per un’esplosiva spinta a sperimentare continuamente linguaggi, fusioni e contaminazioni, e a rivedere il proprio orizzonte espressivo alla luce di nuove acquisizioni stilistiche.
Sul palco, Russell Ferrante al pianoforte, Bob Mintzer ai sassofoni, Dane Anderson al basso e Will Kennedy alla batteria.
Tutte le serate saranno condotte da Alceste Ayroldi, saggista, docente e critico musicale.
Nella foto in alto, gli Yellowjackets