Nel 2024, il 10,9% dei pugliesi (circa 424mila cittadini) ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. Il dato, in aumento di 2,5 punti percentuali rispetto al 2023, supera la media nazionale del 9,9% e segnala un disagio crescente nell’accesso alle cure. È quanto emerge dall’ottavo Rapporto Gimbe, che analizza la sostenibilità e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale.
Il report evidenzia anche una carenza di personale sanitario: in Puglia si contano 10,8 unità ogni 1.000 abitanti, contro una media italiana di 11,9. I medici dipendenti sono 1,74 ogni 1.000 abitanti (media nazionale 1,85), mentre gli infermieri sono 4,41 (media Italia 4,7).
Nonostante le criticità, la Regione mostra segnali di miglioramento. Il punteggio complessivo sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) è salito a 228 su un massimo di 300, guadagnando due punti rispetto al 2022. La Puglia si posiziona decima tra le regioni e province autonome, risultando “adempiente” secondo il Nuovo Sistema di Garanzia.
Analizzando le tre aree di valutazione, la Puglia è undicesima per prevenzione collettiva, quattordicesima per assistenza distrettuale e nona per assistenza ospedaliera.
Sul fronte della mobilità sanitaria, il saldo economico è negativo: nel 2022 la Regione ha registrato una perdita di 230,2 milioni di euro, in aumento di quasi 99 milioni rispetto all’anno precedente. Un dato che riflette la tendenza dei cittadini pugliesi a cercare cure fuori regione, con impatti significativi sul bilancio sanitario locale.


