Uno dei temi più ricorrenti nell’attuale dibattito sociale è quello relativo all’inclusività, ovvero la capacità di promuovere attività che coinvolgano tutti i cittadini, al di là di ogni differenza culturale, economica, di genere e fisica. Questa è la bussola da seguire per lo sviluppo di una società a misura d’uomo, che consenta a chiunque di avere uguali diritti e opportunità.
In questa direzione, l’impegno delle associazioni sportive che mettono al centro delle proprie attività la formazione di atleti con disabilità è davvero lodevole. Un esempio è la scuola di ciclismo Gaetano Cavallaro di Bisceglie, il cui impegno è suggellato da una serie di premi, tra cui la recente conquista della medaglia d’oro ai Campionati Paralimpici Italiani di Ciclismo di Bari da parte di Elena Acquafresca, talentuosa ragazza ruvese. Un risultato reso possibile grazie alla convenzione tra la Federazione Ciclistica Italiana e la Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo-Relazionali (Fisdr), che ha consentito di inaugurare l’attività agonistica anche in questo settore paralimpico. Per la giovane atleta ruvese si tratta della prima gara a livello competitivo. Gara coronata da un grandissimo successo.
La società sportiva “Gaetano Cavallaro” nasce ai Bisceglie nel 1991, grazie all’amore per la bicicletta di un gruppo di amici che decidono di trasmettere questa loro passione a ragazzi e ragazze, nella convinzione che il ciclismo sia uno strumento formidabile non solo per la crescita sportiva ma anche per quella intellettuale e umana di quanti vi si dedicano. L’intitolazione del sodalizio a Gaetano Cavallaro è in segno di stima per l’atleta che è stato l’antesignano del ciclismo inclusivo nella città. Un percorso iniziato anni fa e che continua a produrre risultati straordinari.
“L’associazione permette a tutti coloro che vogliono confrontarsi e crescere in ambito agonistico – spiega Sabino Piccolo, allenatore della giovane Elena Acquafresca – di impegnarsi in un percorso sportivo che va dalla categoria Esordienti a quella Elite. Nel 2014 la società ha ricevuto dalla FCI il brevetto di Scuola di Ciclismo, riconoscimento per la qualità dell’offerta formativa e degli spazi sicuri per l’insegnamento di questa disciplina sportiva”.
Nel corso degli anni, l’associazione ha portato avanti la filosofia dello sport per tutti e dello sport inclusivo, svolgendo progetti in ambito motorio e ciclistico, avvicinando molti bambini e ragazzi alle attività promosse. Tra questi, “Oltre le due ruote”, partito nel 2020, ha coinvolto oltre 50 atleti con diverse abilità e disabilità, consentendo ai giovani partecipanti di continuare a frequentare le attività anche dopo questa singolare esperienza. Inoltre, nel 2016, l’associazione ha avviato una sezione paralimpica, che ha regalato tante emozioni e soddisfazioni, sfiorando in due occasioni il titolo di Campione d’Italia di Ciclismo Paralimpico.
“L’associazione non si impegna solo nell’attività pomeridiana extra-scolastica, ma collabora con diversi Istituti del territorio – spiega Piccolo – svolgendo progetti in orario curricolare che integrano la promozione dell’attività motoria, della bicicletta e della sicurezza stradale.”
E torniamo alla splendida vittoria di Elena Acquafresca. “Non è stato facile ottenere questo traguardo. Sin dalla partenza ho avuto fiducia in Elena, ma la concorrenza era altissima, con squadre partecipanti da Lombardia, Toscana, Marche, Lazio e Puglia, per un totale di 30 atleti”, spiega Piccolo. “La sua vittoria ha superato ogni più rosea previsione. Soprattutto se penso ai primi incontri, quando aveva difficoltà a camminare e mantenersi in equilibrio. Ma grazie alla sua tenacia e determinazione, ha ottenuto tantissimi progressi. Elena è sicuramente un esempio per tutti i suoi compagni”.