Il cinema l’unica battaglia che val la pena combattere

E' un omaggio ai film del regista inglese il Piccolo Cinema Ken Loach, la nuova sala di Mesagne gestita da ragazzi nel segno dell'inclusione sociale

C’è una frase che sintetizza bene le aspirazioni sociali di The Old Oak, ultimo film di Ken Loach, in barba a qualunque accusa di didascalismo: “Questa è solidarietà, non carità”. La differenza? Solidarietà è “fare le cose insieme”.

E’ quanto dichiara TJ Ballantyne (Dave Turner), proprietario dell’eponimo pub nella cittadina mineraria di Easington, nel nord dell’Inghilterra, lontana dai centri del potere, in cui il grande regista inglese ambienta una storia di razzismo e discriminazione, individuando però un antidoto a questa sempre più penetrante diffidenza verso gli altri: la solidarietà tra persone che appartengono ad una stessa comunità.

Proprio l’insegnamento che hanno seguito i ragazzi, tra gli 11 e i 18 anni, che hanno inaugurato a Mesagne, in provincia di Brindisi, il Piccolo Cinema Ken Loach (clicca qui) una sala unica nel suo genere, interamente gestita da adolescenti. Un progetto nato nel solco della formazione al linguaggio audiovisivo che i cineasti Floriana Pinto e Simone Amendola realizzano in tutta Italia da oltre quindici anni con l’associazione Blue Desk. I due hanno sempre mantenuto i contatti con Loach, prima con la realizzazione di un backstage sul set di Tickets (film del 2005 in tre episodi, diretti da Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami e Ken Loach), poi con il documentario Quando combattono gli elefanti, a cui il regista ha contribuito con una sua preziosa testimonianza, e infine con il Messapica Film Festival di Mesagne, che vede Mr. Loach nel comitato d’onore.

Il Piccolo Cinema Ken Loach è un regalo che i piccoli gestori fanno a tutta la comunità, da tempo priva di una sala cinematografica: un piccolo luogo inclusivo, aperto a grandi e piccini, animato da molteplici attività completamente gratuite. Un luogo dove proiettare cinema d’autore del presente e del passato, dove scambiarsi idee e punti di vista. Quello dei giovanissimi ragazzi di Mesagne è un sogno pilota ispirato al cinema d’impegno civile del maestro inglese, con l’auspicio per le nuove generazioni di portare avanti attraverso il cinema (e non solo) le battaglie che riguardano l’umanità e la socialità, contro qualsiasi forma di chiusura e di individualismo. Le uniche battaglie che vale la pena combattere.

“Appena la pandemia ce lo ha permesso siamo tornati nelle scuole, e per la prima volta a Mesagne coinvolgendo gli studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado. Quello che sta accadendo in città testimonia che la passione è contagiosa e che il cinema ha il potere di far accadere cose straordinarie”, spiega Floriana Pinto sulle pagine di Left. “Non solo Ken Loach, ma anche De Sica, Georges Méliès, Martin Scorsese, I fratelli Lumière, Alice Guy. I nostri studenti hanno visto Ladri di Biciclette e si sono emozionati moltissimo, hanno realizzato diversi cortometraggi, hanno ideato un canale instagram dedicato a recensioni e pillole di cinema, gestiscono un’arena estiva e per la settimana dello studente hanno organizzato masterclass di produzione, scenografia e recitazione. Un’onda di calore ed entusiasmo senza precedenti”.

I ragazzi, dopo aver studiato «la grammatica del cinema», sono diventati dunque loro i gestori della struttura, occupandosi di tutto, dalla cura della sala alla scelta della programmazione. E il primo appuntamento ha già registrato il sold out, confermando la bontà dell’iniziativa. Il loro è un progetto che, per ovvie ragioni, mette al centro la visione dei film in sala: un momento di prossimità e condivisione tra le persone. E non è quindi un caso che, fin da subito, la comunità di Mesagne si sia raccolta con entusiasmo attorno a questa idea, registrando un toccante video-messaggio rivolto allo stesso Ken Loach. “Se mangiamo insieme, restiamo uniti” (clicca qui) è la scritta che si legge dall’alto su una lunga tavolata, un monito che arriva direttamente da The Old Oak, ultima, straordinaria opera del maestro.

Attorno alla tavolata di Mesagne siedono volti diversi e storie molto distanti tra loro, sia per nazionalità che per estrazione sociale: “Il video-messaggio vuole essere un segnale chiaro e forte in un momento storico che ci vede impotenti, un invito al mondo a fare un passo in più verso l’altro”, dicono i promotori dell’iniziativa. E, nel frattempo, gestori e cittadini di Mesagne hanno invitato Loach alla sesta edizione del Messapica Film Festival, in programma dal 22 al 28 luglio prossimo, per ricreare simbolicamente il taglio del nastro del piccolo cinema a lui dedicato.

Oggi, Ken Loach, 87 anni, alle prese con i problemi della vecchiaia (“la mia memoria a breve termine sta svanendo e la mia vista non è più quella di prima”, ha raccontato durante lo scorso festival di Cannes) sembra aver chiuso la sua trilogia del nord-est – e forse la sua intera carriera – con un’opera, quella citata nel video-messaggio, che non ha nulla di tragico o definitivo, ma che invece lascia spazio alla speranza di poter costruire insieme l’impossibile.

Una scelta, speculare a quella dei fratelli Dardenne, di sfidare i giudizi derisori a cui il loro cinema – tacciato di “buonismo” – si è esposto negli ultimi anni, dell’odio esibito verso i buoni sentimenti scambiato per il non plus ultra della lucidità di pensiero. Una rinnovata fiducia in un linguaggio cinematografico assolutamente privo del cinismo che è invece diventato la regola per molti altri registi. 

Determinanti per la nascita della nuova sala, i contributi del Comune di Mesagne e il Piano nazionale cinema e immagini per la scuola, promosso dai ministeri della Cultura e dell’Istruzione e del Merito (cinemaperlascuola.istruzione.it), che ha sostenuto il progetto MEFF School Lab nell’ambito della programmazione territoriale per l’anno scolastico 2022/23. Iniziative come quelle di Mesagne servono lo stesso scopo di tutta la filmografia di Ken Loach: sconfiggere il cinismo imperante, sfidando le logiche del mercato con l’autodeterminazione dei cittadini e delle comunità di cui fanno parte.