Se la Sirenetta tornerà in fondo al mar sarà merito dei bambini

Ispirato al libro di Chiara Cannito, lo spettacolo che Fatti d'Arte ha portato in scena al Traetta di Bitonto è un appello a salvare l'ambiente

E’ impossibile leggere “In fondo al mar” senza mettersi a canticchiare il motivo reso celebre dal cartoon della Disney, La sirenetta. Un brano che è parte integrante del multiforme immaginario di ogni bambino, costruito ascoltando, leggendo o guardando fiabe immortali. Storie che hanno lo scopo di far sognare e divertire, ma anche di trasmettere messaggi diversi a seconda degli autori e delle epoche.

Nata dalla fervida immaginazione dello scrittore danese Hans Christian Andersen, la favola de La Sirenetta è divenuta ancora più nota grazie al fortunatissimo cartoon, in cui la protagonista, Ariel, appare come una bellissima sirena dai capelli rossi; pronta, com’è noto, ad abbandonare il mondo marino e a trasformarsi in una ragazza per vivere la sua meravigliosa storia d’amore con il principe Eric. Alla fiaba di Andersen e alla versione cinematografica, si aggiunge quella ideata dalla scrittrice bitontina Chiara Cannito: La sirenetta e i rifiuti in mezzo al mar non parla solo dell’amore e del coraggio di Ariel ma, soprattutto sviluppa la storia sullo sfondo di una problematica così importante e urgente com’è oggi l’inquinamento marino, sottolineando l’importanza di riciclare i rifiuti.

Una moderna rilettura della famosa favola sulla quale ha puntato l’attenzione Raffaele Romita, che ha pensato di portarla in scena al Traetta di Bitonto, con gli attori della compagnia Fatti d’Arte. Lo spettacolo ha chiuso la stagione dedicata al teatro per ragazzi e le famiglie, ideata dalla Libreria Hamelin di Gianna Lomangino in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e la direzione artistica di Elisabetta Tonon.

Ecco, dunque, sulla scena tre giovani amici (Mariantonia Capriglione, Nicola Napoli e Davide De Marco) che si apprestano allegramente a fare un picnic. Uno dei tre, però, lancia per terra una cartaccia, provocando il disappunto degli altri che ne approfittano per raccontargli una buffa ma significativa storia, che vede Ariel come protagonista e, purtroppo, anche i rifiuti. Inizialmente il racconto non presenta alcuna differenza rispetto alle versioni più note, ma ad un tratto si fa del tutto diverso. Ariel, infatti, emergendo in superficie, non riesce a scorgere la vastità e la bellezza del mare a causa delle montagne di rifiuti prodotte dagli uomini, che danneggiano la fauna marina.

Non viene meno l’amore che Ariel prova per Eric nè, tantomeno, la sua ferma volontà di coronare questo sogno, compiendo tutti i sacrifici necessari, come recarsi dalla malvagia Ursula e stringere con lei un terribile patto. In cambio delle gambe, la sirenetta accetta di consegnare ad Ursula il suo canto malioso, impegnandosi, tuttavia, a tenersi a debita distanza dal mare.

Eric, nello spettacolo, è un volontario impegnato a riciclare i rifiuti e Ariel non lo conquista solo con la sua bellezza ma aiutandolo nella sua impresa. Il finale, tuttavia, è a sopresa: Ariel decide di ritornare a bagnarsi tra le acque del mare, trasformandosi in schiuma e riportando alla riva, con una grande onda, tutti i rifiuti. Un gesto coraggioso con cui la sirenetta sceglie di sacrificare il proprio amore per salvare il mondo.

Uno spettacolo bello e quanto mai interessante. Con un team di attori che hanno dato prova di talento e versatilità, passando velocemente da un personaggio all’altro. A donare un ritmo fluido alla narrazione sono state, inoltre, le tante e diverse scenografie per ogni sequenza del racconto, realizzate con gli oggetti in scena. Uno spettacolo che ha riscosso un grande e sincero interesse da parte del pubblico, composto di genitori oltre che di bambini, ai quali gli attori si sono rivolti con numerosi quesiti, interagendo con loro, e ravvivandone l’interesse con canzoni e sketch divertenti.

Una trama e una modalità di rappresentazione molto apprezzate dai piccoli spettatori, prodottisi a fine spettacolo, in una serie di domande sulle ferite inferte al mare e all’ambiente dettate dalla loro viva curiosità e suggerite dall’abilità del regista di rendere comprensibili a tutti temi così importanti e complessi.

E, c’è da scommetterci, lo spettacolo contribuirà a rendere bambini e genitori più attenti verso una corretta separazione dei rifiuti, in un mondo e in una città in cui ancora oggi si fa fatica ad utilizzare correttamente gli appositi contenitori o, peggio, a lasciare la spazzatura per strda o in campagna. Senza considerare che, ad esempio, il solo sacchetto di plastica ci mette mille anni prima di essere assorbito dall’ambiente.

Insomma, un monito a combattere disattenzione e indifferenza per le sorti del mare, trasformato in una grande discarica, in cui gettare plastica, petrolio, sostanze chimiche, rifiuti senza pensare ai danni e addirittura all’estinzione di intere specie di pesci. Prendersi cura della terra è fondamentale per la sopravvivenza stessa dell’umanità e richiede l’impegno quotidiano da parte di tutti i suoi abitanti, a cominciare dai bambini. Solo così sarà possibile tornare a cantare “ah che fortuna vivere insieme in fondo al mar!”, come fa Ariel nel celebre cartoon.

Nella foto in alto, Nicola Napoli,Mariantonia Capriglione e Davide De Marco