In attesa di raccontarvi, domani, l’ultima giornata di festival, con le luci, le storie e i tanti personaggi che hanno calcato il palcoscenico del Petruzzelli, facciamo il punto sugli eventi di ieri. Solitamente, ma soprattutto nelle ultime edizioni, il Bif&st riservava agli ultimi giorni i film più attesi, presentati dagli attori e dai registi più importanti. Quest’anno, invece, le novità e le celebrità sono state ben spalmate nel corso della settimana, senza tralasciare alcuna giornata.
C’è stato sempre molto da guardare, come conferma chiunque abbia seguito con continuità la rassegna. “Molti film attesi, tante anteprime internazionali, tanti attori, davvero una bell’annata”, commenta una collega giornalista, mentre attende, in coda, che le porte del Petruzzelli si aprano. “Sta diventando un festival davvero importante, con una propria, specifica un’identità. Proiettare i film in teatro è la carta vincente. Costituisce una grande attrattiva non solo per chi è abituato a frequentare il teatro, ma anche per chi ci va solo di rado. Il fatto è che continuiamo a considerarlo un bene di lusso, un’attività rivolta solo ad un certo tipo di pubblico, nel quale non si sentono tutti coinvolti. Il festival ha il merito, dunque, di portare in teatro tutte le famiglie pagando pochissimo“, spiega.
Ma torniamo agli eventi. Nella mattinata al politeama è “andato in scena” Mostruosamente Villaggio di Valeria Parisi, invitata sul palco dal direttore del Bif&st, Felice Laudadio, insieme a Neri Parenti, Ricky Tognazzi ed Elisabetta Villaggio. Il film è un omaggio ad un grandissimo attore, un personaggio che ha cambiato per sempre il cinema italiano. Non solo portando sugli schermi il personaggio del piccolo borghese, con tutti i suoi limiti, ma anche col metterne in evidenza il ruolo di vittima inconsapevole all’interno del sistema, nel lavoro e nella società. “Fantozzi se la prende con sua moglie e sua figlia, perché ha imparato a schiacciare i più deboli. A sfruttare la propria forza a danno di chi è ancora più debole di lui. Non ha nulla di eroico in questo suo aspetto. A noi fa simpatia perché nelle sue assurde vicende vediamo le nostre sconfitte“, commenta la regista.
“Potremmo considerarlo un genio senza far torto a nessuno. Era una persona straordinariamente complessa“, sostiene Laudadio. Intelligente, colto, generoso, a volte antipatico, un grande scrittore, un infaticabile polemista, ma anche un rivoluzionario conduttore tv, nonché un attore di talento e un ludico studioso della realtà. “Luca Bizzarri, genovese come Villaggio, nel ruolo di conduttore all’interno di questo documentario, ci guida in un viaggio che alternando repertorio cinematografico e televisivo, foto e home video, interviste a famigliari, amici e colleghi, rivela una figura ben più complessa di Fantozzi, maschera universale nata da un genio comico. Il risultato è incredibile“, commenta il direttore del Bif&st. Il documentario si rivolge ad un pubblico vasto, anche e soprattutto a chi non ha mai conosciuto l’attore. La figura di Paolo Villaggio viene raccontata con grande autenticità, negli alti e bassi della vita, attraverso materiali inediti che non sono mai emersi in nessuna intervista o documentario.
Il lavoro di Valeria Parisi si sofferma sul modo in cui Villaggio è entrato nella televisione italiana, anche con personaggi tanto assurdi quanto amati come il professor Krantz. E ancora, il suo passaggio dalla televisione al cinema, quando si è ritrovato a lavorare con registi come Federico Fellini, Ermanno Olmi, Lina Wertmüller e Gabriele Salvatores. Nel 1992 ottenne il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia che – come affermò lo stesso Villaggio in un’intervista del tempo – è stato uno dei momenti più felici della sua vita. “Una vita lunga, sotto quelle luci della ribalta tanto agognate sin da ragazzo quando faceva ridere i compagni di scuola. Una vita fatta anche di paure e malinconie, che però affrontava sempre a testa alta. Se Fantozzi era pavido e perdente, Paolo non lo è mai stato” racconta Ricky Tognazzi.
La figlia Elisabetta ha ricordato il rapporto tra i suoi genitori, un amore grande e incredibilmente forte, passionale. “Un amore così non credo che lo vedrò mai più. Mio padre era un uomo con cui era difficile parlare, polemico, collerico. Ma con mia madre e me non è mai stato sgarbato. Lo ricordo dolce, sempre, nonostante tutto” racconta. Il documentario è, a suo parere, un omaggio incredibilmente sincero, che non toglie né aggiunge nulla, “è veritiero in ogni fotogramma” sostiene, con gli occhi lucidi. “Un sincero resoconto di un uomo e di un grande artista”, ribadisce Laudadio.
In serata, sempre al Petruzzelli, un classico indimenticabile, un film che avremo il piacere di vedere in versione restaurata”. Si parla, naturalmente di Scarface, il grande film di Brian De Palma con Al Pacino, Steven Bauer e Michelle Pfeiffer. “La ragione per cui è stato scelto questo film blasonato è per l’importanza che la pellicola riveste nella storia del cinema: Tony Montana è un malavitoso che giunge negli Stati Uniti sulla scia dei profughi cubani in fuga dall’isola di Castro, spacciandosi come prigioniero politico, senza per altro riuscire ad ingannare la polizia statunitense. Dal campo profughi Tony avvia un’irresistibile ascesa nel mondo della malavita. Un antieroe che continua ad affascinarci“, conclude.