Nella camera oscura i misteri dell’inconscio

Con l'intervento di Angelo Ferrillo, si chiude stasera "Onirico", l'originale collettiva, allestita al Torrione Angioino dai soci del Circolo Fotografico di Bitonto

Si conclude stasera, con una conferenza di Angelo Ferrillo sulla fotografia autoriale, l’interessante rassegna OniricoMessaggi dall’inconscio, visioni surreali, allestita dal Circolo Fotografico Bitonto, con il patrocinio del Comune, nei fascinosi spazi del Torrione Angioino.

La fotografia, come suggerisce una nota diffusa dal Circolo, è un’arte che cattura la realtà ma anche un mezzo per esplorare il mondo dei sogni. Un concetto che incuriosisce già parecchio anche chi non è un appassionato del settore. In effetti, osservando le foto esposte, ogni aspetto evolve verso direzioni spesso distopiche, con accenni chiaramente irrazionali e razionali.

Passeggiando tra le antiche pietre si inciampa in sibillini messaggi dall’inconscio che accennano, alludono, sovrappongono piani che slittano facilmente tra oggettività ed enigma, desiderio e paura, circostanza e miraggio.

Sicuramente la fotografia ha un potenziale intrinseco: cristallizza e svela, imbastisce e destruttura. Come testimoniano le immagini in mostra, in cui si colgono stratificazioni, apparizioni di ciò che c’è o forse mai ci sarà, spazi infiniti e claustrofobiche interruzioni.

Attraverso queste foto scoviamo ciò che la mente anela, ambisce, teme, occulta. Tutto attraverso un gioco, una disposizione ludica che abbandona, tuttavia, trastulli e diletto, cogliendo le presenze inquiete o addirittura spettrali che vibrano nell’ombra. Un’ombra che a volte è lambita da una luce lontana, altre offusca e cattura un orizzonte inquieto.

Ma quanto è doloroso dar voce e forma alle pulsioni che fanno capolino dai meandri più oscuri dell’anima? E soprattutto, chi davvero ha il coraggio di ascoltarle? Di dar loro un’identità. Un nome, forse? La coscienza fa tutti vili… ripeteva tra sé Amleto, nel suo celebre scavo interiore.

E questa paralisi dell’agire abbonda facilmente negli animi più tenui. Quelli sprovvisti di corazza che il vento rapisce in un sol soffio. Eppure, quando tutto si fa quiete, anche in quelle tormentose notti infinite, una luce s’accende. E qualcosa inizia a profilarsi lentamente.

Poi, capita anche di essere avvinti da questa forma. Quasi annientati. Magari non è proprio ciò che l’ingenua fantasia aveva dipinto. Manca il colore e anche il sorriso. Ma è proprio lì oramai, in attesa di essere scoperta, poco alla volta.

Visioni, dunque, ma anche simulazioni, inganni. Costruiti o meno, non è facile credere a questi raggiri della mente. I toni sono spesso cupi, effimeri, eterei in alcuni casi. E il movimento accompagna diverse immagini. Stasi e dinamismo si alternano felicemente. E così, mentre credi di dover semplicemente visitare una mostra fotografica, ti trovi faccia a faccia con i bisbigli che sussurrano in ogni stanza. Anche la tua.

La mostra, realizzata con il coinvolgimento degli alunni delle classi IV E V del Liceo scientifico/artistico “G. Galilei” – Indirizzo audiovisivo/multimediale, ha proposto le opere di Gaetano Abbattista, Pasquale Amendolagine, Francesco Binetti, Gaetano Bonasia, Giovanni Burgio, Walter Conte, Fabio Copeta, Francesca De Chirico, Giacinto De Palo, Nicole Depergola, Teresa Fallacara, Antonella Grumo, Anna Lisi, Cristina Pagone, Mariangela Robles, Maria Stellacci, Tullo Franco Tullo, Mari Verriello.