Sono figli speciali quelli “nati” con un “parto di cuore”

E' un inno alla fratellanza universale contro ogni egoismo o pregiudizio culturale, il libro sull'adozione di Grazia Lops, presentato al centro studi "Barletta in Rosa"

C’è un solo modo per diventare genitori: mettersi in gioco. Per chi avverte una “chiamata speciale” poi, c’è l’opportunità di partire per un viaggio straordinario: l’adozione. Un viaggio che richiede il coraggio di affrontare le proprie paure e, sovente, anche il giudizio degli altri, ma soprattutto disponibilità ad accogliere senza riserve i figli della “provvidenza”. È quanto scrive Grazia Lops nel libro Parto di cuore: la storia di una donna che rivela gli anfratti più profondi del suo cuore e condivide con il lettore, passo dopo passo, le tappe della propria esperienza di adozione internazionale.

Grazia Lops

Grazia, che ha 51 anni, è nata e vive ad Andria con suo marito. Commercialista e consulente del lavoro, suona il pianoforte e passa molto tempo a leggere e a scrivere. Dalla sua vocazione per la scrittura e, soprattutto, dalla sua biografia nasce il suo libro edito da Tau.

A presentare l’opera, nella sala conferenze della chiesa di Santa Lucia nella città della disfida, è il centro studi Barletta in Rosa. Un incontro partecipato, coordinato dalla presidente dell’associazione, Mariagrazia Vitobello, che ha avuto il merito di accendere i riflettori su una tematica sulla quale gravano molti retaggi culturali.

“Farsi ascoltare dai più giovani, paradossalmente, è forse più facile rispetto a doversi confrontare con gli adulti”, sottolinea la scrittrice. Che aggiunge: “Pochi giorni fa sono stata invitata in un liceo di Andria, dove ho trovato massimo accolto. In questo evento a Barletta, invece, ho potuto rivolgermi a tutti, anche ai più grandi che spesso coltivano sull’argomento diversi pregiudizi”. La storia da lei raccontata costituisce una lezione di grande umanità per tutti i genitori: “Per adottare un figlio non è sufficiente voler avere dei figli ma occorre anche, e forse soprattutto, un grande cuore”, osserva Grazia Lops. “L’idea di questo volume inizialmente era quella di un diario su cui annotare tutte le emozioni, il percorso affrontato per adottare i miei figli. Un diario da donare alla mia famiglia perchè non si perdesse la memoria di quanto vissuto. Poi, man mano che sono andata avanti nella scrittura, mi sono posta l’obiettivo di offrire un contributo di chiarezza sull’argomento alle tante persone che mi chiedevano consigli sull’adozione. E’ stato così che è maturata l’idea di ampliare il testo e trasformarlo in un libro”.

I protagonisti della storia sono Isabel e Jacob: la prima viene dall’Etiopia, il secondo dalle Filippine. I figli di Grazia. E guai a parlarne come “figli adottivi”. Il libro oltre che narrare una straordinaria esperienza personale, è il resoconto di una battaglia contro stereotipi, tabù e pregiudizi. “Mi ha sempre affascinato il mondo dell’adozione, soprattutto il rapporto particolare che si stabilisce tra genitori e figli adottivi. Sono convinta che siamo tutti figli del mondo e che i legami di sangue sono relativi: la famiglia è crescere insieme.

A volte si vive insieme perché biologicamente capita così; altre volte, invece, ci si ritrova a convivere tra persone di diversa provenienza: un’esperienza altrettanto bella e significativa”, spiega Lops. “Quando ci siamo sposati, mio marito ed io non riuscivamo ad avere figli. All’inizio è stato doloroso, finchè poi non ho proposto a mio marito l’adozione: i figli da dove vengono, vengono. E così è stato. Bisogna spazzare via gli stereotipi sui legami di sangue. L’adozione non è un ripiego ma la strada giusta per chi ha posto in casa e nel cuore. Ci sono tante famiglie in cui convivono figli biologici e adottivi senza distinzione alcuna. Io e mio marito non siamo legati ai nostri due figli da vincoli di sangue ma siamo un tutt’uno con loro: e guai a chi ci tocca”, afferma.

Mariagrazia Vitobello con Grazia Lops, autrice di “Parto di cuore”

A rendere speciale l’incontro è stata la presenza di Isabel e Jacob che, emozionati quanto la mamma, sono stati accolti con un grande applauso dal pubblico in una sala decorata con bambole caratteristiche delle Filippine (la nazione di Jacob) e un grande arazzo con l’immagine della copertina del libro. “Questo incontro è per me l’ennesima conferma di quanto sia importante spiegare a tutti, indistintamente, quale fortuna sia adottare dei figli”, conclude Grazia Lops.