S’intitola Rebel. Una storia d’orrore e di giustizia la rivisitazione in “chiave pop” dell’Antigona di Tommaso Traetta, messa in scena, in prima assoluta al teatro di Bitonto, nell’ambito del festival dedicato al suo maggiore compositore. Un’opera dallo stile e le finalità totalmente diversi all’opera a cui pure si ispira, Ombra cara amorosa, la nuova produzione che ha aperto la rassegna a fine settembre, rivisitazione dell’Antigona composta da Traetta quando era alla corte di Caterina II di Russia e rappresentata, con libretto di Coltellini, per la prima volta nel 1772 a San Pietroburgo.
Concepita espressamente per i giovani delle scuole, che hanno assistito alle diverse repliche in questi giorni, Rebel andrà in scena domani sera per il pubblico degli adulti.
Con la drammaturgia di Nicola Pice e di Maurizio Pellegrini, interpretata dallo stesso Pellegrini e da Rossana Cannone, accompagnati in scena dall’esecuzione live electronics di Gabriele Cavallo e dalle performance del sound e videodesign Vito Antonacci, lo spettacolo costituisce una novità assoluta. Novità che, tuttavia, s’inserisce a pieno titola nella programmazione del Traetta Opera Festival diretto dal maestro Vito Clemente: l’obiettivo della rassegna è, infatti, promuovere la valorizzazione e diffusione del repertorio traettiano, e insieme creare ogni feconda sinergia con le composizioni di altri autori non solo coevi al musicista bitontino, attingendo allo sconfinato repertorio dei tanti musicisti moderni e contemporanei della nostra Puglia.
A Maurizio Pellegrini, legato da un ormai consolidato sodalizio artistico con il maestro Clemente, abbiamo chiesto di spiegarci la novità di Rebel, inquadrandola nella vastità di interessi e nella pluralità di voci che il festival dedicato a Traetta abbraccia.
Quella in scena è la diciottesima edizione del festival. Una rassegna impostasi ormai all’attenzione di un pubblico davvero ampio, ben al di là dei cultori del genere e ben oltre i confini cittadini…
La mia esperienza con il festival inizia nel 2016. Il mio intento, pienamente in sintonia con quello del direttore artistico, il maestro Vito Clemente, è portare la musica di Tommaso Traetta ad un pubblico sempre più vasto: ai bitontini, ma soprattutto a chi non è di questa città. L’obiettivo è diffondere la conoscenza delle composizioni di Traetta in ambito regionale, nazionale e internazionale: basti pensare, con riferimento a quest’ultimo aspetto, ai concerti di Madrid del 2018 o alle riproduzioni di opere di autori contemporanei a Traetta esportate in Giappone, e ancora alla creazione di partenariati virtuosi con enti ed istituzioni americane. La casa editrice Idea Press di New York continua a stampare le edizioni critiche, spesso utilizzate per la realizzazione del festival al fine di riscoprire nuove composizioni di Traetta.
Il festival, dunque, come occasione, partendo da Traetta, per approfondire un intero universo musicale…
Tra gli obiettivi del Traetta Opera Festival e dei suoi organizzatori vi è l’intento di creare una programmazione quanto più ricca e varia possibile, e che porti sul palcoscenico bitontino delle eccellenze, tra esecuzioni e rivisitazioni delle composizioni del maestro e suoi interpreti e spartiti ed autori in qulche modo assimilabili alle prime. Un obiettivo sostenuto da un ampio filone di ricerca, di revisione delle opere di Traetta, di recupero delle sue opere cercandone, nelle biblioteche europee, le varie trascrizioni. Dal 2019, anno in cui è stata approvata la legge sulle riproduzioni, il nostro intento è stato procurarci delle fotoriproduzioni per creare copie anastatiche, che abbiamo rilegato in edizioni di pregio e donato alla biblioteca comunale di Bitonto. Chi volesse sfogliare, ad esempio, le pagine dello spartito custodito nella biblioteca di Berlino, può farlo recandosi nella biblioteca della città. L’intento è trovare i manoscritti, confrontarli con le altre fonti per poi farne una nuova edizione e, se possibile, produrne l’esecuzione.
Ma il festival si caratterizza anche per il notevole investimento, in termini di impegno e risorse, nella realizzazione di nuove produzioni…
Il Traetta Opera Festival si distingue dagli altri festival per il programma ampio e diversificato. Negli anni si sono realizzati prestigiosi allestimenti operistici, come quello per le tre opere comiche di Traetta – Il cavaliere errante, Le Serve Rivali, Buovo d’Antona – non riprodotte, tuttavia, in maniera integrale ma con adattamenti “più agili” con l’intento di avvicinare un pubblico sempre maggiore e non lasciare che il festival sia un evento per pochi. Il nostro impegno è portare la musica di Traetta il più lontano possibile, interessando il pubblico più vasto ed eterogeneo, e abbracciando una pluralità di autori ed espressioni artistiche riconducibili in qualche modo al musicista bitontino. Ciò che fa la differenza rispetto ad altri festival, concentrati esclusivamente sull’opera di un singolo musicista, per quanto grande e interessante.
Qual è la particolarità di quest’ultima edizione del festival?
A rendere unica questa stagione è l’utilizzo diversificato dei linguaggi artistici e dei periodi storici. Al compositore bitontino sono state dedicate, negli ultimi anni, alcune giornate di studio in collaborazione con l’università di Bari. Queste giornate volgono la loro attenzione ad un periodo specifico della vita di Traetta: lo scorso anno si è parlato del soggiorno del compositore a Napoli, quest’anno l‘attenzione è rivolta al periodo trascorso a Parma e al tema della riforma del melodramma del ‘700. Il prossimo anno si presterà attenzione ai trionfi russi e in giro per l’Europa di Traetta. Nella programmazione di questa diciottesima edizione del festival è possibile individuare alcuni cicli fondamentali: uno dedicato al concorso di canto lirico e canto barocco, un altro alla giornata di studi e ai concerti di musica di Traetta, un altro ancora alla partecipazione di gruppi cameristici conosciuti a livello nazionale. Tra le particolarità del festival vi è, infine, una nuova sezione dal titolo Ri-lettura che consente di avvicinarsi al repertorio trettiano attraverso la sensibilità di autori contemporanei.
E veniamo all’attenzione rivolta ai giovani delle scuole, focalizzata nella messa in scena di Rebel…
L’attenzione per gli studenti è ormai un aspetto decisivo dell’intera programmazione del festival. Da questo punto di vista, vi sono due proposte originali: la prima è la ripresa di una produzione intitolata Qualcuno ha visto Tommaso Traetta?, messa in scena alcuni anni fa con Rossella Giuliano, che ha contribuito alla scrittura dell’opera e all’interpretazione insieme a Ivan dell’Edera, entrambi accompagnati da un quartetto d’archi e un cantante. Una pièce davvero divertente e rivolta alle scuole primarie e secondarie di primo grado. A rendere unico il lavoro è la partecipazione dei ragazzi alla scoperta del fantasma di Tommaso Traetta che aleggia tra i palchi del teatro. L’altra proposta è la pièce dedicata alle scuole di secondo grado: Rebel. Una storia d’orrore e giustizia con protagonista Antigone, personaggio centrale anche della pièce di apertura del festival, Ombra cara, amorosa.
Quale la differenza tra l’Antigone di Ombra cara amorosa e quella di Rebel?
A caratterizzare la seconda produzione è l’utilizzo di un linguaggio contemporaneo, che consente di allontanarsi, di differenziarsi dallo spettacolo d’ouverture. Ciò dimostra come, a partire da uno stesso soggetto e utilizzando due linguaggi artistici differenti, si possa narrare la stessa storia. A rendere unica ed innovativa la rappresentazione è l’utilizzo di un nuovo linguaggio musicale: la musica live elettronics che costituisce la colonna sonora di tutta l’opera. Innovativo è anche l’utilizzo delle luci. La distanza tragica che intercorre tra Antigone e Creonte domina Rebel. Diversi sono i rimandi alla letteratura del ‘900 e alla cinematografia: il riferimento è, soprattutto, a 1984 di George Orwell, incentrato sulla “impossibilità” di soddisfare l’esigenza di una singola persona per non mettere in discussione le ragioni dello stato. Come farsi ascoltare, dunque, dall’istituzione? La visione dello spettacolo proposto ai ragazzi delle scuole è distopica: c’è un sistema che è quello della polis del testo classico di Antigone e quello digitalizzato della società attuale. Nell’arco di tutto lo spettacolo Creonte è in video, non c’è un attore ad interpretarlo. Antigone è disperata, cerca un rapporto umano e non lo trova: ed è proprio per questo che fa appello al pubblico.
Come reagiscono i giovani al dramma in cui Antigone si dibatte?
I ragazzi hanno la possibilità di partecipare, anche attraverso l’utilizzo della luce del cellulare, nella scelta del finale: un finale lieto, in cui si decide di aiutare Antigone accettando il rapporto umano, la vita vera, la vita che è fuori dallo schermo, e un finale distopico con Antigone abbandonata al suo tragico destino. Sin dall’inizio Rebel è stata accolta dai ragazzi con grande entusiasmo e partecipazione. Già dalle prime battute il pubblico si è sentito coinvolto nelle vicende che coinvolgono Antigone, la protagonista, ed ha colto senza esitazioni le richieste di aiuto rivolte da Maurizio Pellegrini a favore della protagonista. La vita, con la sua bellezza e il suo valore e con la giustizia autentica che finalmente trionfa, al di là ogni legge degli uomini, hanno il sopravvento com’è giusto che sia.