Campione nel lavoro e campione nello sport

La "ricetta" di Paolo Francesco Cosentino, ciclista del Team All Bike Ruvo, per vincere il titolo regionale, riuscendo a conciliare vita, famiglia e sport

Non è vero che lo sport dà spettacolo solo quando a scendere in campo sono le stelle del calcio o di qualche altra disciplina plurigettonata. Esiste tutta una serie di campioni – persone che riescono a conciliare l’attività lavorativa con la passione sportiva – in grado di realizzare ottimi risultati e regalare grandi emozioni al pubblico degli appassionati.    

E’ questa la storia di Paolo Francesco Cosentino, ruvese, classe 1973, che sin da giovane pratica il ciclismo, continuando negli anni a coltivare la passione per le due ruote e conciliandola con il suo lavoro, nè facile nè leggero. Cosentino è il titolare di una gioielleria, tramandata di generazione in generazione, e ancora oggi una delle attività più importanti e vivaci del centro storico di Ruvo di Puglia.

Il primo posto di Cosentino nella tappa di Salice Salentino

Il nostro ha trionfato nell’ottava e ultima tappa di Vieste, aggiudicandosi il titolo di campione regionale strada CSI (Centro Sportivo Italiano), categoria M5 (riservata ad atleti tra i 50 ai 54 anni). Un risultato eccezionale che ripaga Paolo Francesco di tanti sacrifici e del duro allenamento a cui si sottopone quotidianamente. Un risultato che inorgoglisce anche il Team All Bike Ruvo, con cui Cosentino è da tanti anni in gara.

Per capire come faccia a conciliare lavoro e sport, e soprattutto ad ottenere risultati così brillanti, lo abbiamo intervistato.

Cosentino terzo nella cronoscalata di San Giovanni Rotondo

Avresti mai immaginato di ottenere il titolo di campione regionale?

Da quando ho cominciato a partecipare a questo genere di gare, ho sempre sognato di poter vincere qualche titolo, ma in realtà non pensavo di diventare campione regionale. Questa vittoria conferma il teorema secondo il quale in qualsiasi ambito – lavorativo o sportivo – i sacrifici alla fine vengono ripagati.

Puoi fare un bilancio complessivo di quest’annata in sella alla bici? 

La stagione, ormai agli sgoccioli, è stata davvero faticosa ed impegnativa. Oltre a gareggiare nella mia Puglia, ho partecipato anche ad alcune gare in Molise, Abruzzo e Campania. E’ stata sicuramente la stagione più esaltante da quando pratico questo sport. Non so cosa mi aspetta in futuro, ma sicuramente sono pronto ad un ulteriore supplemento di impegno. Spero, soprattutto, di essere più costante nei risultati.

Come fai a conciliare il lavoro con l’amore per il cicismo?

Io sono figlio d’arte: è stato mio padre ad aprire la gioielleria in piazza Menotti Garibaldi. Sono fiero di proseguire un’attività così bella e interessante. Con qualche sacrificio, riesco a portare avanti i miei allenamenti. Ma quando c’è passione sia nell’ambito lavorativo che in quello sportivo, tutto il resto vien da sé. Sono convinto che bisogna sempre seguire le proprie passioni.

Quali sono i tuoi consigli per i ragazzi che vogliano appassionarsi al ciclismo?

Una bella domanda, a cui non è semplice rispondere. Considerati i tempi in cui viviamo, non è facile trasmettere alle nuove generazioni la passione per questo sport. Molto spesso i ragazzi che si avvicinano al ciclismo se non riescono ad ottenere subito dei risultati preferiscono mollare. Posso ritenermi fortunato di appartenere ad una generazione a cui è stato insegnato dai genitori che qualsiasi traguardo deve essere conquistato con sacrificio e  tenacia. Ovviamente la scuola resta in cima a tutto, prima di ogni altra cosa. E certo occorrono insegnanti che riescano a trasmettere la passione per lo studio. Tornando all’ambito sportivo, il ciclismo è una metafora della vita: se un ragazzo comincia a praticare questo sport e nessun allenatore prova a dargli i consigli giusti su come imparare ad andare in bici, il giorno dopo il ragazzo deciderà di non proseguire. Proprio come deve fare un padre per indirizzare e far crescere un figlio.

Il primo posto conquistato da Cosentino a Novoli

Perchè ci sono tanti giovani che non praticano alcuno sport?

Perché viene considerato come un lavoro, che richiede impegno, che stanca. E così si preferisce trascorrere il tempo tra il cellulare e qualche videogioco. Lo sport educa alla disciplina, al sacrificio, al rispetto verso gli altri e al rispetto delle regole, ciò che serve a crescere e e maturare anche nella vita. E’ di questo che i giovani hanno bisogno. E certo occorrono buoni maestri sia nello sport che nella vita.

Alla tua vittoria ha dato un contributo notevole anche il team per il quale gareggi…

Il Team All Bike Ruvo è davvero una seconda famiglia. Voglio rivolgere un ringraziamento particolare al presidente Michele Cesareo, che con passione e sacrificio, dividendosi tra lavoro e famiglia, riesce a dedicarci molto tempo. E poi desidero ringraziare Antonio Giaconella, che ha sempre creduto in me, permettendomi di crescere come atleta e spronandomi in ogni allenamento e gara. In realtà, sono grato a tutti gli atleti di questo team, con cui ho un bellissimo rapporto e con cui spero di ottenere successi sempre più entusiasmanti.