Un paese vuol dire non essere soli

Lo scrigno di bellezze dei centri della Puglia, su cui il FAI ha acceso i riflettori, esprime la vera identità culturale e antropologica dei cittadini di questa regione

Zaino in spalla, borraccia e scarpe comode, si va. Basta consultare Google Maps o srotolare una polverosa cartina geografica per individuare, con un clic o una matita, i preziosi luoghi selezionati dal FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, per le giornate culturali d’autunno, in programma oggi 14 e domani 15 ottobre. La fondazione, che da circa dodici anni s’impegna nella valorizzazione del territorio, promuove un ricco itinerario alla scoperta di poco conosciuti o solitamente inaccessibili palazzi storici, ville, chiese, castelli, musei e collezioni d’arte nonché percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.

Il castello Caracciolo di Sammichele di Bari

Un’Italia la cui bellezza si disvela senza clamore da Nord a Sud, sempre più meta prediletta da un flusso turistico che in questo primo assaggio d’autunno – complici le temperature al di sopra della media stagionale – non ha conosciuto battute d’arresto. Ma se si guarda alla nostra Puglia, generosa di sole, mare e piatti succulenti, nei confronti di chi va e di chi resta, l’elenco dei siti visitabili nel weekend stilato dal FAI unisce in un fascinoso abbraccio più punti di zone anticamente popolate da Dauni, Peuceti e Messapi. Una ripartizione che, pur storicamente valida, non intacca gli ideali di identità e appartenenza di cui andare fieri.

Villa Neviera di Cellino San Marco

Allora, su una mappa geografica cartacea o digitale si dipana il lungo filo rosso che collega in una rete capillare i poli di attrazione turistica e culturale scelti per l’iniziativa. Dagli androni dei palazzi nobiliari Viti-De Angelis, Melodia, Calderoni-Martini e Santoro di Altamura, al Palazzo del Governo di Bari, ai Palazzi Ducale e Attanasio di Giovinazzo e Molfetta, alla Chiesa di Santa Margherita di Bisceglie, al Castello Caracciolo di Sammichele di Bari sino a Cozze a Mola di Bari.

Un balcone fiorito sull’ingresso di un palazzo storico, lungo Corso Federico II di Svevia ad Altamura

E ancora, dalla pittoresca Valle d’Itria con i tesori della cripta della Chiesa Madre di Locorotondo, alla Chiesa e al Museo di San Leonardo a Monopoli, dai progetti dell’architetto Sante Simone a Conversano, scendendo poi nel brindisino alla Villa Neviera di Cellino San Marco e allungando il tragitto nel leccese al Palazzo D’Aquino De Lorenzi a Casarano, la Ciminiera a Matino, la Cantina Coppola 1489 a Gallipoli, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate e Palazzo Grassi-Chillino a Lecce.

Anche la Capitanata si rivela quanto mai florida di spazi ed edifici da perlustrare, con il borgo antico di Pietramontecorvino, la Chiesa di Sant’Orsola di San Giovanni Rotondo, la bella Piazza XX Settembre di Foggia che contribuiscono a rendere ancor più variegata l’offerta culturale. Ad impreziosire e ampliare il percorso diversi siti naturalistici, in particolare quelli del litorale di Ugento, lo Jazzo del Demonio del Bosco di Scoparella nell’agro di Ruvo di Puglia, la foce dell’Ofanto e la diga del Locone nella BAT. Passeggiate che consentono all’animo di ritemprarsi, di godere degli ultimi scampoli d’estate e prepararsi all’annata invernale.

Il palazzo della Prefettura di Bari

In Puglia, il felice connubio tra natura e architettura diviene la colonna portante su cui poggia l’intero paesaggio, caratterizzato da promontori a picco sul mare, dolci pendii, distese pianeggianti ma anche edifici urbani ed extraurbani ricchi di arte, dove si è fatta la storia.

Una Puglia cangiante e multiforme  che sa rubare istantanee mozzafiato a chi vi è di passaggio, instillando nostalgia nelle anime romantiche o dimenticanza in quelle più stacanoviste. E nel valzer di riavvicinamento e addio alla terra natìa, resta però una sola certezza come insegna Pavese ne La luna e i falò: “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti“.

Il palazzo Attanasio di Molfetta

Nella foto in alto, il Palazzo ducale di Giovinazzo