Incentivare i sogni, aiutare i ragazzi a far emergere bisogni e necessità. E’ stato l’obiettivo del laboratorio La bellezza di sognare, incentrato sulla comunicazione emozionale e la gestione delle emozioni, realizzato con gli studenti dell’Istituto Volta – De Gemmis di Bitonto dalla pedagogista e formatrice Tina Barile. Un’esperienza particolarmente utile ed interessante, con cui si è voluto offrire ai ragazzi un supporto psicologico, grazie a cui, tra l’altro, metabolizzare gli anni difficili della pandemia.
Finalità e traguardi del progetto sono stati richiamati nel corso della cerimonia di chiusura, a cui hanno portato il proprio contributo tutte le personalità coinvolte, a cominciare dalla dirigente scolastica, Giovanna Palmulli, convinta sostenitrice del laboratorio.
“Le sfide che la scuola deve affrontare in questi tempi sono sempre più stringenti e in apparenza inestricabili. La capacità di far fronte al cambiamento passa – ha osservato la prof.ssa Palmulli – attraverso uno sguardo critico e disincantato che, riconoscendo i limiti dell’attuale sistema e accogliendo molteplici esperienze, possa favorire nuovi modelli di crescita e di sviluppo”. “Sono convinta che questo progetto rappresenti per gli studenti una parte essenziale della propria esperienza di vita. Un percorso il cui obiettivo è stato valorizzare la complessità e la ricchezza che ciascuno di essi porta dentro di sé”, ha concluso.
Il prof. Cosimo Leo Imperiale, referente del progetto, ha illustrato nel merito le scelte adottate nella pianificazione del laboratorio, ponendo in risalto la proficua sinergia con l’associazione di promozione sociale IDEE, impegnata in progetti pensati ed organizzati in diverse istituzioni scolastiche con il contributo di pedagogisti, psicologi ed educatori di provata esperienza. Il docente ha spiegato come nella prima fase del laboratorio siano state interessate le prime classi, ritenendo primario l’obiettivo di accompagnare gli studenti nel passaggio, in genere piuttosto difficoltoso, dalla scuola media a quella superiore. Nella seconda fase l’esperienza è stata estesa alle classi del triennio, per offrire anche agli studenti di questa fascia d’età momenti di confronto e di riflessione, insegnando strategie per star bene a scuola e in famiglia.
“Al fine di promuovere le condizioni ideali perchè i ragazzi possano vivere la scuola nella maniera più naturale e libera, senza lo “stress” emotivo di situazioni e contenuti finalmente non più subiti ma condivisi, sviluppando un profondo e sincero interesse al processo di insegnamento-apprendimento – ha spiegato Leo Imperiale – tutto lo spazio scolastico, e non solo la classe, deve essere riconsiderato: sale, corridoi, cortili, spazi residuali se opportunamente progettati possono essere utilizzati e valorizzati in funzione di processi educativi nuovi e più stimolanti. Una strategia che si fonda su alcune parole chiave: destrutturazione e flessibilità, libertà e molteplicità”.
Senza escludere, in questa prospettiva, le nuove e stimolanti opportunità offerte dal progresso scientifico: “Gli ambienti di apprendimento potranno altresì essere virtuali o reali/virtuali, includere quindi scenari di realtà virtuale o aumentata, o attingere all’intelligenza artificiale, grazie a cui creare esperienze di Lo, learning objects-oggetti d’apprendimento, adattati a ciascun profilo di funzionamento cognitivo. In questo modo si potrebbe attuare una didattica pienamente ed autenticamente modellata sui singoli studenti, col fine ultimo di far emergere in ognuno di essi la propria bellezza interiore”.
“Oggi appare più urgente, non più rinviabile la costruzione di interventi organici a tutti i percorsi scolastici, col fine di sviluppare le cosiddette soft skills o competenze trasversali che devono essere valorizzate – ha fatto notare la vicepreside Pasqua Decandia – quanto le hard skills o competenze specifiche e tecnichem. Si pensi, ad esempio, alle capacità organizzative, di gestione del tempo, alle competenze comunicative, alle capacità di adattamento, al lavoro di squadra, alla creatività e alle abilità interpersonali”.
Alla dott.ssa Barile, autrice di un prezioso manuale per allenare l’intelligenza emotiva, dal titolo Percorsi di Educazione alla Comunicazione emozionale, scritto a due mani con il prof. Vito Antonio Baldassarre docente di pedagogia speciale e docimologia all’università di Bari, il commento conclusivo sul laboratorio realizzato con gli studenti dell’IISS Volta-De Gemmis: “Un’esperienza davvero importante sotto tutti i punti di vista e dal grande valore formativo non solo per gli studenti ma anche per tutti gli operatori della scuola. Una significativa occasione per sviluppare la capacità di vivere la realtà scolastica in maniera libera e costruttiva, imparando a relazionarsi con gli altri e con la realtà esterna nel modo più costruttivo, sotto il profilo pratico ed emotivo. In una parola, riuscire a tradurre in realtà un autentico sogno di bellezza”.
Le parole del sindaco Francesco Paolo Ricci di apprezzamento per il lavoro svolto e di incoraggiamento per il futuro agli studenti hanno incornicato una bella e significativa pagina di scuola.
Nella foto in alto, da sin. il prof. Cosimo Leo Imperiale, la dott.ssa Tina Barile, la prof.ssa Pasqua De Candia, il sindaco Francesco Paolo Ricci, il prof. Vito Antonio Baldassarre, il prof. Antonio Petrone