A Bisceglie i fumetti sono di casa tutto l’anno

Archiviata la rassegna off con l'evento dedicato ai misteri di Malanotte, i ragazzi di Urca sono già al lavoro per la quarta edizione del BiComix in programma ad agosto

A Bisceglie si parla di fumetti tutto l’anno grazie all’impegno di Urca, dinamica realtà cittadina composta da ragazzi under 30, fondata nel 2021 con lo scopo di promuovere l’arte nelle sue diverse espressioni. L’associazione è nota soprattutto per l’organizzazione del BiComix, festival del fumetto e del cosplay, divenuto in poco tempo uno dei principali eventi dedicati alla nona arte in Puglia.

Ed è proprio sull’onda del successo ottenuto dal festival, che ha reso evidente quanto interesse ci sia verso questa forma di narrazione, specialmente tra i più giovani, che lo scorso settembre i ragazzi di Urca hanno deciso di immaginare una rassegna “fuori stagione”: uno spazio dove continuare a parlare di fumetto anche fuori dall’evento principale, in un ambiente accogliente e informale in cui presentare le ultime novità editoriali e confrontarsi sulle più interessanti opere del panorama fumettistico nazionale.

Davide Sette e Vincenzo Fata intervistano Marco Taddei e La Came

Marco Taddei e La Came sono stati gli ospiti dell’ultimo incontro ddella rassegna “off” prima del grande appuntamento estivo con la quarta edizione del festival, in programma il 19 e il 20 agosto al porto turistico di Bisceglie. Una serata dedicata a Malanotte – La maledizione della Pantafa, graphic novel edito da Coconino Press, candidato ai Premi Micheluzzi 2023 come miglior fumetto italiano, ideato nell’ambito di un più ampio progetto crossmediale con il film Pantafa, il primo horror prodotto da Fandango con Rai Cinema, che si posiziona come sequel della storia raccontata nel volume di Taddei e La Came.

Un evento tra cinema e fumetto in esclusiva regionale, organizzato con il Politeama Italia di Bisceglie e articolato in due momenti differenti: la presentazione del volume alla presenza degli autori, che hanno svelato i retroscena della genesi dell’opera, conducendo gli ascoltatori in un viaggio nel folklore e nelle secolari leggende che nascono e crescono in quella dimensione “paesana” dell’entroterra centro-meridionale, e a seguire la proiezione del film diretto da Emanuele Scaringi.

Una pagina di Malanotte

La storia del fumetto inizia con l’arrivo del protagonista a Malanotte, il vecchio paesino – lo stesso in cui è ambientato il film – in cui era cresciuto il nonno e tutti i suoi antenati, finché in fretta e furia suo padre aveva deciso di vendere la casa di famiglia per trasferirsi in città in cerca di fortuna. Nel giro di tre rocamboleschi giorni, Ernesto, da ospite benvoluto e coccolato si trasforma in un forestiero, un corpo estraneo da espellere al più presto. Scoprirà molte cose su quel posto e sul suo destino: una terribile maledizione pesa sulla vecchia casa di famiglia e adesso è piombata su di lui.

Il fatto che fumetto e film, pur svolgendosi in uno stesso contesto narrativo, non siano perfettamente sovrapponibili, come atmosfere e come stile, restituisce al meglio la natura di per sé magmatica del folclore paesano: ogni paese ha la sua storia e le sue creature. Queste possono assomigliarsi tra loro, ma avranno sempre un proprio elemento di specificità (culturale e territoriale) che non le renderà mai perfettamente coincidenti.

Allo stesso modo, è interessante osservare la “traslazione” del racconto dal libro al grande schermo. Ernesto, il protagonista del fumetto, arriva a Malanotte alla fine degli anni Settanta. È un uomo di estrazione borghese, proveniente da una famiglia che in quel paesino ha vissuto per tanti anni. Tutti, quindi, lo accolgono inizialmente con grande festosità, almeno fino a quando non capiranno le vere ragioni per cui ha deciso di tornare nel suo paese d’origine. La protagonista del film, interpretata da Kasia Smutniak, è, al contrario, una straniera a tutti gli effetti, non avendo alcun legame pregresso con Malanotte.

Il fatto che sia donna e completamente altera rispetto al microcosmo cittadino, la rende fin da subito ostile. A lei non è concessa l’iniziale benevolenza che invece viene riservata ad Ernesto. Un piccolo cambiamento che però invita lo spettatore-lettore a riflettere sulla diversa dinamica di genere (una mamma sola porta con sé sospetto) e soprattutto sulla chiusura mentale di certi paesi dell’entroterra rispetto al “forestiero”, che è andata esacerbandosi con il passare degli anni (essendo il film ambientato nei giorni nostri). Una diffidenza verso lo straniero ormai endemica e irreversibile.

Quello con Taddei e La Came è stato il quinto e ultimo evento della rassegna “fuori cartellone” dedicata ai tanti appassionati di fumetto sul territorio regionale, che, nel corso dei mesi, ha ospitato alcuni dei più rilevanti fumettisti italiani, prima con il format del BeerComix, ospitato dal pub Auld Dublin, che ha accolto, da ottobre a gennaio, Sergio Cosmai, Salvatore Vivenzio, Gabriele Falzone e David Genchi, e successivamente, in collaborazione con il Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi, con la presentazione del fumetto Il Nido di Marco Galli, vincitore al Romics 2023 come migliore opera italiana.

Marco Galli mentre firma una pagina del suo “Il Nido”

Galli, premiato con il prestigioso Yellow Kid a Lucca Comics nel 2021, ha presentato infatti al pubblico biscegliese quella che è forse la sua opera più coraggiosa e intensa. Un’incursione nella storia del ’900, nella psiche distorta di un dittatore e nei meccanismi che generano il consenso. Ne Il Nido, infatti, il fumettista lombardo ha raccontato con grande inventiva stilistica e narrativa cinque giorni cruciali nella vita di Aldolf Hitler, quelli tra il 3 e il 7 giugno del 1944, mentre lo sbarco degli Alleati in Normandia accelerava inesorabilmente il conto alla rovescia verso la fine del folle progetto del Reich. Nel fumetto, osserviamo il Führer al sicuro nel Nido dell’Aquila, la sua residenza rifugio tra i boschi e le vette delle Alpi Bavaresi, circondato da una forzata e illusoria atmosfera di festa decadente, ma soprattutto preda, in maniera ormai patologica, delle sue paranoie e delle sue allucinazioni.

Gli incontri fuori stagione di Urca si fermeranno per l’estate, interamente dedicata al festival BiComix, ma i ragazzi promettono di ripetere l’esperimento anche l’anno prossimo. L’obiettivo? Creare un laboratorio permanente in cui confrontarsi sul fumetto e sul ruolo, sempre più importante, che ricopre nel mercato editoriale.

Nella foto in alto, un particolare della copertina del fumetto “Malanotte – La maledizione della Pantafa”