Un unico merito ha Ignazio La Russa, presidente del senato: aver orientato e indirizzato il dibattito sul rapporto tra antifascismo e Costituzione, seppure per negarlo. E, invece, la nostra Costituzione é profondamente antifascista. Per coloro che l’hanno ideata e stesa, prima di tutto: comunisti, cattolici, socialisti, azionisti e liberali. Gli artefici della nostra Costituzione sono stati gli oppositori del fascismo, gli organizzatori e i protagonisti della resistenza armata al nazifascismo, i difensori dell’identità italiana, contro i tentativi di rapina perpetrati dalle truppe naziste in ritirata e la svendita allo straniero della propria dignità da parte dei fascisti della Repubblica di Salò.
E’ antifascista per l’affermazione della repubblica democratica fondata sul lavoro, come forma istituzionale che l’Italia adotterà. Vengono così messi al bando la dittatura di un partito e/o di un uomo, il tentativo corporativo di inquadrare e dirigere la società, la violenta esclusione degli oppositori dal godimento dei diritti politici.
E’ antifascista per l’affermazione dell’assoluta parità tra i cittadini, a prescindere dal genere, dalla razza o dalla religione; quasi a tardivo recupero, rispetto all’abominio delle leggi razziali del 1938 e al sostegno fornito dai fascisti ai persecutori degli ebrei e degli antifascisti. E’ antifascista per il ripudio della guerra quale metodo di soluzione dei contrasti tra gli stati, contro la politica di guerra e di aggressione coloniale, che caratterizzarono la politica del fascismo.
E’ antifascista, in modo esplicito, quando vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista. E’ antifascista per le ragioni che la animano, e per gli effetti che produce. Per quanto riguarda le ragioni, abbiamo detto, seppur sinteticamente. L’effetto é l’Italia moderna e democratica, che la Costituzione, nel suo atto di nascita, sancisce: questo nostro paese ha vissuto le sue epoche migliori proprio grazie alla concordia tra le diverse componenti ideali e culturali che l’attraversano. Esse sono state capaci di sintetizzare, di superare le logiche partitiche e le secche identitarie, costruendo insieme la casa comune per tutti gli italiani. Non solo contro il fascismo ma anche contro la monarchia, che il fascismo aveva aiutato e sostenuto sin dal suo nascere, nacque la repubblica.
Sin qui le ragioni per non dimenticare quegli uomini ed il loro fulgido esempio, ci ricorda il presidente Mattarella. Esercitare quest’arte della memoria rappresenta l’unico, vero, antidoto alla cultura della sopraffazione e della violenza.
Ma c’é un motivo per continuare a ripetere, ed a gridare nei cortei: “Ora e sempre Resistenza”? Oppure é il caso, come taluni, soprattutto a destra, suggeriscono, di abbandonare date divisive? In fondo la guerra partigiana fu una guerra civile, che oppose italiani ad italiani, con scontri che fecero vittime da entrambe le parti. Certo, l’antifascismo fu anche, non per sua scelta, guerra civile. Ma l’obiettivo dei revisionisti nostrani é quello di infangare la Resistenza, derubricando la guerra di liberazione nazionale a scontri tra bande appartenenti ad opposte fazioni.
In tal senso vanno letti i molteplici scivoloni – o provocazioni? – in cui si esibiscono gli uomini del governo e/o dei partiti di maggioranza, che ora mettono in dubbio la validità e l’opportunità delle azioni partigiane ora capovolgono le ragioni degli aggrediti e degli aggressori, ora vanno a ricordare, come La Russa nella Repubblica ceca, le vittime del comunismo, nello stesso giorno in cui si ricorda la vittoria sul nazifascismo e la liberazione dell’Italia.
Contro chi o, per meglio dire, per che cosa ha senso oggi resistere? Non credo, tra i danni che questa nostra destra sta già provocando, o possa in futuro provocare, ci sia il pericolo di una riedizione del fascismo sic et simpliciter. Almeno, il pericolo di una vittoria e/o di un forte radicamento della destra sovranista e suprematista, é europeo e mondiale, e riguarda il nostro paese meno di quanto affetti altre democrazie. Ma é il clima ideale e culturale che respiriamo, ad essere sempre più asfissiante, sempre più pregno di una violenza direttamente proporzionale all’ignoranza sulle questioni su cui ci si divide e ci si contrappone.
Ritorniamo alla Costituzione, che non ci rassicura soltanto sul nostro passato, fornendoci le coordinate culturali per comprendere la nostra storia, ma ci fornisce un programma ed una prospettiva politica per il futuro. Richiamarsi alla Resistenza ed all’antifascismo é tutt’altro che un esercizio passatista: vuol dire completare il lavoro indicato dai padri costituenti, rendere effettiva la parità tra tutti i cittadini, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono, assicurando a tutti uguali opportunità. E’ sui diritti dei bambini, anche i figli di coppie omogenitoriali; é sul riconoscimento della dignità di tutti gli esseri umani, da qualsiasi parte del mondo provengano; é sulla rimozione degli ostacoli economici, sociali e culturali che impediscono la parità effettiva tra tutti i cittadini, che si gioca il nostro antifascismo, e la fedeltà alla nostra Costituzione.