Ci siamo: riecco il Bif&st nello scintillante capoluogo barese, con i suoi teatri tirati a lucido, i grandi registi, le star del cinema. Con il suo direttore, Felice Laudadio, e la sua immancabile sciarpa gialla intorno al collo. C’è grande fermento nell’aria, una gioia palpabile per questo ritorno del festival, giunto al suo quattordicesimo anno di vita. Che, da adolescente incallito, per non essere da meno rispetto a nessun altro, ci riserva una serie di straordinari appuntamenti che non possiamo lasciarci sfuggire, da oggi sino al primo aprile.
Quest’anno la rassegna mira a stabilre, innanzitutto, un ponte di solidarietà con alcuni straoirdinari cineasti iraniani: il 28 marzo vi sarà, infatti, l’assegnazione simbolica del Premio Fellini a Jafar Panahi, presidente di giuria dell’attuale edizione del festival, recentemente scarcerato dopo mesi di prigionia. Un modo, insomma, per essere vicini al paese mediorientale in un periodo così difficile della sua storia. Nella stessa direzione – la difesa dei diritti civili – anche il film d’apertura, Rumore-Human Vibes di Simona Cocozza, proiettato in anteprima assoluta al Kursaal Santalucia, il bellissimo teatro in stile liberty sul lungomare di Bari. Vale la pena andarci solo per ammirarlo dall’interno e godersi la magnifica acustica.
Tra le anteprime mondiali, Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores, regista Premio Oscar per Mediterraneo, ispirato al racconto omonimo dello scrittore Arthur Schnitzler, in programma questa sera nel tempio della lirica barese, il Teatro Petruzzelli. Molti dei momenti più attesi e vibranti del festival si celebreranno proprio qui, come la master class, lunedì 27 marzo, durante la quale gli spettatori potranno vedere Riccardo va all’inferno di Roberta Torre, film del 2017 che modernizza il dramma shakespeariano del crudele Riccardo. Una delle tragedie più complesse del grande poeta inglese.
Consigliatissimo Il pap’occhio di Renzo Arbore, giovedì 30 marzo, e Il capitale umano di Paolo Virzì, cui seguirà l’incontro con Francesco Piccolo, che sarà insignito, la sera del 31, del Premio Federico Fellini Platinum Award, uno dei riconoscimenti più ambiti dell’intera rassegna. Seguirà l’anteprima mondiale di Air – La storia del grande salto di Ben Affleck, in anteprima mondiale. Sempre di Piccolo, prevista la presentazione al Petruzzelli del suo ultimo libro, dedicato a Fellini e al cinema italiano, con in copertina una splendida Claudia Cardinale. La bella confusione, il titolo del volume che sarà presentato al Teatro Margherita, altra perla del sistema dei palcioscenici baresi, tornato da qualche a anno a risplendere in tutto il suo fulgore. Il libro rivela lo straordinario amore (“Una passione inestinguibile“) dello scrittore nei confronti del più grande cineasta ma anche di tutto il panorama cinematografico italiano.
A proposito di presentazioni, Sonia Bergamasco presenterà il libro Un corpo per tutti. Biografia del mestiere di attrice, sempre al Margherita. Un volume interessante che è rivolto sia agli addetti ai lavori sia a tutti gli appassionati, che muoiono dalla voglia di conoscere il modo in cui un’attrice o un attore si preparano al loro ruolo. Preparazione che è molto diversa da quella americana o francese, per esempio. Uno studio, in realtà, sulla corporalità dell’attore, sul modo in cui modifica lo spazio con il movimento del proprio corpo ma anche con le trasformazioni che opera per poterlo meglio adattare alle diverse circostanze.
E non finisce qui: sempre al Petruzzelli sarà proiettata la nuova opera di Margarethe von Trotta, Ingeborg Bachmannn Reise kin die Wüste. Viaggio nel deserto (questa la traduzione) è una preziosa e delicata dedica all’autrice austriaca che ha fatto parlare molto di sé al Festival del cinema di Berlino. Imperdibile anche Quando di Walter Veltroni, sempre in anteprima mondiale, che vedrà in sala il regista e gli attori protagonisti, Neri Marcorè e Valeria Solarino, e Kysset (The Kiss) di Bille August, altro titolo in anteprima mondiale, tratto dal primo romanzo L’impazienza del cuore dello scrittore austriaco Stefan Zweig.
In chiusura del festival, del regista Premio Oscar Volker Schlöndorff, presidente del Bif&st 2023, sarà proiettato il film dal sapore ambientalista The Forest Maker. Ovviamente al Petruzzelli. Tra i titoli in concorso, da non perdere White Dog, film canadese del 2022, diretto da Anaïs Barbeau-Lavalette, il true crime Percoco – il primo Mostro d’Italia, tratto dall’omonimo romanzo di Marcello Introna, firmato Pierluigi Ferrandina. Non mancano i grandi ritorni, come Nostalgia di Mario Martone, La stranezza di Roberto Andò ma soprattutto Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, tratto dall’omonimo romanzo d’inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Saranno premiate per il film del regista bitontino, la cantante Elodie (vincitrice del Premio Silvana Mangano come Attrice Rivelazione) e Lidia Vitale, Premio Alida Valli, come miglior attrice non protagonista.
Il Piccinni, nell’ambito della sezione del Bif&st La storia, la memoria – fortemente voluta da Ettore Scola – ospiterà un tributo alla storica casa di produzione di Goffredo Lombardi, figlio del famoso Gustavo. Nome dell’omaggio è La Titanus, che compirà 120 anni nel 2024: per celebrarne la radiosa epopea saranno proiettati dieci film che hanno fatto la storia del cinema, tra cui Le amiche di Michelangelo Antonioni (1955), Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (1960) e L’armata Brancaleone di Mario Monicelli (1966), tutte proiezioni serali. In edizione restaurata, torna sugli schermi Roma di Federico Fellini (1972). Questo Bif&st scalpita, insomma, dalla voglia di diventare uno dei festival più importanti e più seguiti d’Italia. E a quanto pare ci sono tutte le premesse per diventarlo.
Nella foto in alto, il regista Gabriele Salvatores