Sabato 18 febbraio due studenti del Liceo Michelangiolo, di Firenze, subiscono l’aggressione di sei squadristi, esterni alla scuola. La polizia li identifica (tre sono maggiorenni e tre minorenni) come appartenenti al movimento giovanile di destra Azione studentesca.
Martedì 21 febbraio, nel capoluogo toscano si svolge una manifestazione antifascista, cui, accanto agli studenti, aderiscono e partecipano l’Associazione Nazionale Partitigiani d’Italia, il sindacato, la sinistra fiorentina.
Annalisa Savino, preside del Liceo da Vinci, vicino alla scuola dinnanzi alla quale si è perpetrato il pestaggio, scrive alla propria comunità scolastica (qui la lettera e la risposta del ministro) svolgendo pienamente il proprio ruolo di adulta, di educatrice e di dirigente della propria scuola.
Ruolo che consiste, precisamente, nell’assunzione di responsabilità, nell’indispensabile comunicazione in particolare con i giovani dei quali si ha la responsabilità, nella costruzione di una cittadinanza veramente attiva, perchè responsabile.
Esattamente quanto giustamente ci lamentiamo che manchi, troppo spesso, alla nostra scuola, “ospedale per sani” come ricordava don Lorenzo Milani, anaffettiva ed asettica, soprattutto riguardo alle grandi questioni valoriali, rispetto alle quali i giovani ci interrogano.
E’ mancata la sensibilità della preside Savino al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al governo ed alla maggioranza che lo sostiene. I quali, tutti quanti, nessuno escluso, hanno condannato la preside, invece del pestaggio, e non hanno espresso alcuna solidarietà ai giovani studenti aggrediti; hanno messo, anzi, in dubbio la stessa aggressione, derubricandola a scontro tra opposte fazioni.
Ma, al di là dell’ennesima figuraccia di questa destra settaria e pasticciona, così attenta e puntuale nel tentativo di ridurre i diritti, quanto prodiga nei confronti della propria base elettorale dell’italietta degli evasori e dei furbi, ciò che ci interessa sottolineare è la gravità di questo senso di rivalsa che pervade fasce di popolazione, rispetto alle quali è riuscito alla destra quanto i pentastellati hanno sostanzialmente solo predicato: “finalmente” uno è uguale ad uno, un’opinione è valida quanto quella opposta, e con la cultura si può blaterare su Dante come antesignano della destra o su altre amenità.
Salvo poi non riconoscere, o addirittura minacciare chi, con la cultura, fa lievitare la coscienza dei cittadini di domani, svolgendo il proprio ruolo senza clamore, ma con un unico pregio: innamorarsi alla svelta dei giovani che ci vengono affidati, come i preti e le puttane. Ce lo ricorda sempre don Lorenzo Milani, di cui ricorre, quest’anno, il centenario della nascita.
In alto il ministro Valditara (foto La Nazione)