Lo sballo con gli psicofarmaci è la nuova “trasgressione”

Il fenomeno, in forte crescita tra gli adolescenti, è una nuova dipendenza, da combattere con la prevenzione nelle scuole e i percorsi di formazione psicologica

Sballo e psicofarmaci. Un binomio paradossale. Un nuovo fenomeno di dipendenza in forte crescita e che interesserebbe un giovane su dieci. Un tema su cui si sono accentrate le attenzioni degli esperti riuniti recentemente a Milano e Venezia in occasione del XXIV Congresso nazionale della Società italiana di neuro-psico-farmacologia (Sinpf).

Parliamo dell’uso di psicofarmaci acquistati, sottratti e utilizzati senza alcun controllo, per uso “ricreativo”: una nuova modalità di trasgressione che può mettere a rischio la vita. Secondo uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), infatti, questi farmaci sono troppo spesso disponibili in casa (42%), acquistati facilmente su internet (28%), recuperati per strada (22%). Tali psicofarmaci, afferma Matteo Balestrieri, ordinario di psichiatria all’università di Udine e copresidente Sinpf: “rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore, e molti giovani sono dunque spinti ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia”.

  

Come sappiamo, a seconda della condizione, gli psicofarmaci associati ad un percorso terapeutico sono fondamentali per ridurre sintomatologie o curare malattie mentali. L’utilizzo smodato di queste sostanze psicoattive può comportare, invece, importanti ripercussioni e rischi di overdose. Questa tipologia di farmaci viene utilizzata anche per intensificare l’effetto stordente di altre sostanze: un esempio è l’accostamento ad alcolici o cannabis.

Un’attenzione particolare richiederebbero i video su Tik Tok, il social per eccellenza dei giovani. Tra un ballo e l’altro, infatti, compaiono sempre più frequentemente gocce e pastiglie: ragazzi che assumono ed insegnano ad assumere psicofarmaci. Dalle gocce omeopatiche ai medicinali più forti: vale tutto, per divertirsi, ma non solo. Le sostanze più utilizzate sono benzodiazepine, ipnotici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore quando la funzione diviene la gestione dell’ansia e delle emozioni; in altri casi, le sostanze assumono un carattere estetico al fine di ottenere la perdita di peso. A tal riguardo, è difatti emerso che le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci analizzate, con un rapporto di genere minimo pari a 1,8 in relazione ai farmaci per l’attenzione e un rapporto massimo più che triplo quando si analizzano quelli per le diete.

Ma possiamo parlare davvero di una moda, una tendenza a scopo ricreativo? In verità, le cose non sono sempre come sembrano. Nel peculiare periodo di vita dell’adolescenza, il passaggio dall’essere un bambino al diventare adulto comporta una seconda e più profonda fase del processo di separazione – individuazione. Il bambino costruisce una certa conoscenza e controllo del mondo interno ed esterno in gran parte fondata sul legame e sull’identificazione con i genitori. Uno sviluppo adolescenziale maturo conduce ad un’autonomia, ad un Sé in grado di gestire il mondo fisico, emotivo e cognitivo indipendente dalle figure parentali. La separazione non sarà intesa come rottura delle precedenti relazioni ma come la loro evoluzione entro un percorso di continuità.

Se qualcosa va storto, per regolare il mio modo di funzionare tendo ad utilizzare dei regolatori esterni che diventano per me importanti. Per dipendenza allora, si intende una ricerca anomala ed eccessiva, ad esempio di una sostanza, un comportamento o una persona. Può nascere da una fragilità nello sviluppo psicologico di un individuo che tende a cercare un sostegno esterno. Molteplici i fattori di rischio in relazione alle specifiche situazioni. I primi anni di vita sono fondamentali per renderci più o meno vulnerabili di fronte alla possibilità di avere dipendenze”, spiega il professore e presidente CNOP – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi – David Lazzari durante l’intervista ad Elisir.

In queste situazioni di crisi molti giovani adottano un rifugio mentale per affrontare i problemi e la sofferenza, cadendo nell’isolamento e nella dipendenza. Quest’ultima può presentare svariati oggetti di interesse: psicofarmaci, tecnologia, sostanze stupefacenti o alcoliche, cibo, lavoro, sport, relazione di assoggettamento con una persona.

È possibile allora costruire un’adolescenza più sicura? Non dimentichiamo che gli adolescenti sono il risultato della loro crescita, motivo per cui, educare i bambini a gestire le proprie emozioni può renderli autonomi, consapevoli e capaci di autoregolarsi in età matura.

Potenziare le risorse psicologiche dei ragazzi, fare prevenzione nelle scuole, avviare campagne di sensibilizzazione alla cittadinanza in generale è fondamentale per sviluppare le competenze di vita e ridurre tali manifestazioni. Trattamenti psicologici e psicoterapie sono i principali interventi per prevenire e risolvere tali problematiche, anche mediante l’accesso a servizi pubblici, quali SERD, CSM e consultori presenti a livello territoriale. In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, ricordiamo, inoltre, di seguire sempre le indicazioni dello specialista, evitando pertanto, il “fai da te”.

Delia Barone – Psicologa e Psicoterapeuta in formazione

Foto in alto: credit Olympico. Le altre foto si riferiscono al congresso nazionale della Società italiana di neuro-psico-farmacologia