Febbraio, il mese dell’amore: per chi lotta e rimane a guardare, per chi cade e si rialza, per chi vince e resta. Che sia un’esperienza esistenziale totalizzante o il cuore pulsante dell’esistenza stessa, “la vita senza amore dimmi tu che vita è?” si chiedono Fedez, Tananai e Mara Sattei in un frizzante tormentone estivo, dal gusto sessanteggiante, sciorinato in tutte le salse in radio, alle feste, in spiaggia o in tv.
Un interrogativo calzante con i tempi che corrono, ancora aperto per molti, più definito e con meno grattacapi per altri. Rispondervi sarebbe una chimera, ma rinunciarvi sarebbe una partita persa già in partenza. Ebbene sì, “temere l’amore è come temere la vita e chi teme la vita è già per tre quarti morto“, ammoniva il filosofo Russel nel suo Matrimonio e morale. Una sentenza tanto lapidaria quanto significativa, che rimpalla senza arpeggi nella vita di tutti i giorni e trova immediata concretezza nella semplicità e nella propensione dell’essere umano a tessere relazioni, siano esse familiari, amichevoli o amorose, e a ramificare progressivamente i rapporti interpersonali rendendoli saldi e duraturi nel tempo.
E se la durata non è garantita, ciò che rende speciale ogni legame è l’intensità dei momenti vissuti. Basta schiudere le porte all’amore per essere pervasi da uno spiraglio di luce nuova dissipando i dubbi, le convenzioni, i timori del domani e non rimanendo indifferente dinanzi all’emozione. Nel delicato microcosmo di dolcezza dove regnano indisturbate armonia e tenerezza, la reciprocità è d’obbligo, la diversità il valore aggiunto.
Ma a quale diversità si fa riferimento? L’amore non ammette né impone il veto del tempo, dell’età, dell’uguaglianza del sesso all’interno di una stessa coppia. Non è una convenzione, né un tabù, scorre nei cuori e propaga quell’energia sana che solleva dagli affanni quotidiani. Una catarsi della mente e dello spirito da vivere senza mistero ma con salutare leggiadria.
E chi più di Raffaella Carrà vagheggiava nelle sue canzoni scenari estemporanei ed esotici, teatri di amori passionali, travolgenti o di pepati innamoramenti e di licenziosi giochi di seduzione. Proprio lei, l’eroina di due mondi apparentemente dissimili, l’Oriente e l’Occidente, uniti da quella musica in grado di immortalare le fragilità di un’epoca e smascherare le cristallizzazioni sociali, tutelando i diritti dei più deboli.
L’iconico caschetto biondo e quell’elegante femminilità attraverso cui amava stupire il pubblico nei suoi numerosi varietà, non sono mai stati prima di ora così vicini in un paese di provincia come Ruvo. Sotto il suo cielo, una miriade di cuoricini rossi invita ad inoltrarsi nel nucleo antico e a disperdersi nei suoi vicoli. Ognuno di questi si lascia ammirare per la peculiarità dei suoi addobbi, ricchi di messaggi positivi per tutta la comunità.
È così che nel piccolo vano di Arco Municipio, su cui è appeso un simpatico Cupido variopinto, poggia sulle mura antiche un pannello raffigurante la sinuosa soubrette, avvolta da una scia di note musicali e un drappo arcobaleno, mentre mostra fiera una strofa di Luca, la canzone del 1978 che apre l’Italia e il mondo alla tematica dell’omosessualità.
A sorreggere il coloratissimo pannello, due sedioline, in pendant con l’intero allestimento e una pioggia di cuoricini multicolore, quasi ad invogliare curiosi e passanti a scattare un’originalissima foto ricordo. Pochi metri più in là, una rosseggiante tenda semiaperta e un’insegna su cui campeggia l’obbligo di scambiarsi un bacio, offrono l’affaccio sul vicolo più romantico: Arco Caputi, l’angusta e lunga strettoia ad effetto cannocchiale tempestata da cuori rossi di tutti i tipi e tre inconsueti segnali stradali, l’uno ritraente il bacio di una coppia etero, gli altri invece quelli di una coppia omosessuale e di una coppia lesbo.
Dopo lo scintillante cuore di piazza Menotti Garibaldi, si scivola verso la frequentatissima via Veneto, dove i bagliori di negozi e botteghe conferiscono una piacevole penombra al suggestivo arco Miraglia. L’imponente lastricato in pietra sorregge una panchina di legno affiancata da piantine omaggianti il volto languido di Raffaella Carrà, con il richiamo all’amatissima A far l’amore comincia tu del 1976, che giganteggia sul pannello retrostante ; sul lato sinistro, invece, pezzi di legno legati da un filo rosso si dispongono verticalmente rievocando il brano più conosciuto della conduttrice televisiva, Tanti auguri. L’avvincente caccia al tesoro si snoda poi in altri punti dislocati del centro storico.
In via Cattedrale si nascondono infatti altri due pannelli, l’uno con un enorme globo bianco su cui scorrono le parole di Pedro, la nota canzone della Carrà del 1980, e ruotano a ritmo di musica i tre simboli della città di Ruvo, il vaso di Talos, la Cattedrale e la torre dell’orologio sotto una notte di luna piena, l’altro invece esorta a fare rumore, proprio come recita il titolo della famosissima canzone della biondissima ballerina più conosciuta della tv nazionale.
Installazioni significative in termini di uguaglianza e di inclusività, parimenti all’apporto notevole dei cittadini prodigatisi nella realizzazione delle stesse per donare al paese una veste insolita seminando dei messaggi che parlino d’amore in più sfaccettature possibili.
Quell’amore ricercato e perseguito dal comitato We Are In Ruvo di Puglia impegnato nella valorizzazione e nella promozione del territorio. Giunto al secondo anno consecutivo, il progetto Apriti cuore – A far l’amore comincia tu, quest’anno arricchito dal ricordo di una testimonial di eccezione come Raffaella Carrà – è promosso dal Comune di Ruvo di Puglia e da Ascom Confcommercio, cofinanziato dalla Regione Puglia, con la collaborazione della Pro Loco e di realtà associative quali Murgia Queer, La Fabbrica dei Lumi, GiovanIdee Forum, Vivo a Ruvo e tante altre ancora.
Dipinti, postazioni selfie, archi del bacio, Lbtqia+ e dei Cornuti, musica in città e vetrine delle attività commerciali agghindate a tema: la città cede e risplende sotto i dardi dell’amore e del suo santo protettore!
Nelle foto (di Vittoria Leone) gli addobbi di San Valentino a Ruvo di Puglia