Lo scricciolo volato sul ramo più alto

Lo straordinario talento e la luminosa carriera sino al titolo mondiale di Francesca Pia del Re, spiegati da Marinella Turturro, istruttrice della Dna Danza di Terlizzi

Tra le discipline sportive che meriterebbero maggiore visibilità, c’è sicuramente la pole dance, un particolare tipo di danza molto praticata nelle scuole da ballo della regione.

Una disciplina che non è esente da tutta l’ampia e complessa “ritualità” fatta di duri allenamenti, gare e campionati, come si conviene ad ogni pratica sportiva, ed è animata da personaggi che, per la classe e il livello delle prestazioni, s’impongono nello specifico olimpo agonistico. Come nel caso di Francesca Pia del Re, la giovanissima atleta di Terlizzi – tredici anni da poco compiuti – che nelle scorse settimane si è laureata campionessa del mondo al Pole and Aerial World Cup di Cinecittà, classificandosi tra le migliori atlete in assoluto di danza aerea.

L’istruttrice della Dna Dance di Terlizzi, Marinella Turturro, con alcuni suoi allievi

Dietro questo meraviglioso risultato c’è, come sempre, un enorme lavoro, iniziato quattro anni fa, quando la stessa Francesca decise di avvicinarsi al mondo della danza aerea ed ebbe la fortuna di incontrare istruttrici di grande talento come Marinella Turturro, Francesca Palmiotto e Doriana Mastrorilli della scuola Dna Danza, che sin dall’inizio hanno creduto nelle sue capacità, accompagnandola nel lungo e luminoso percorso sino alla “vetta del mondo”. E sì, perchè dietro il successo di una grande atleta c’è sempre un allenatore o un team in grado di tirar fuori il meglio dalle persone che hanno preso in carico. E’ per questo che abbiamo pensato di farci raccontare la storia di Francesca Pia da Marinella, che in questi anni l’ha seguita passo dopo passo sino al titolo mondiale.  

Considerata la giovanissima età della nostra campionessa, come ha fatto a raggiungere un simile risultato?

In realtà sono solo tre anni che Francesca pratica la pole dance, con gli ultimi due anni pesantemente compromessi dalla pandemia. Ma in realtà sono quasi cinque anni che studia danza aerea, ciò che le ha consentito di sviluppare diverse incredibili abilità già da piccolissima. Già il primo posto ottenuto lo scorso aprile a Modena ci aveva fatto ben sperare per il futuro, e infatti, la qualificazione al mondiale si è conclusa nel modo più brillante.

Marinella Turturro con altri istruttori della Dna Danza

Quanto è soddisfatta del risultato ottenuto dalla sua allieva?

Vederla crescere per me è un gran motivo di orgoglio. L’ho conosciuta che era solo uno scricciolo dagli occhi vivaci e vederla oggi volteggiare insieme a ragazzi più grandi, mi ripaga di tutto l’impegno profuso insieme alle altre colleghe. I traguardi raggiunti dai nostri allievi testimoniano la validità del nostro insegnamento.

Qual è il segreto del suo insegnamento?

In realtà, Francesca è sempre stata un talento, già dai primi giorni d’iscrizione alla nostra scuola. A lei e a tutte le altre atlete che seguo chiedo di far leva su alcune caratteristiche: determinazione, costanza, pazienza ed un’incrollabile curiosità. Solo così si riescono a superare gli ostacoli e a raggiungere i risultati sperati. Una “ricetta” valida sia nello sport che nella vita.

Quali progetti per il futuro?

Dobbiamo ampliare i nostri orizzonti, guardando a ciò che si fa all’estero: la pole dance è uno sport meraviglioso ma se ne sa ancora troppo poco.

Quanto conta la famiglia in un successo come quello ottenuto da Francesca?

Un risultato come questo non si spiega senza il convinto sostegno di chi ti sta accanto tutti i giorni. Leonardo e Angela, i genitori di Francesca, conoscono i sacrifici compiuti dalla loro ragazza, che alla fine hanno portato a una soddisfazione così grande. Angela ha accompagnato Francesca nella tappa di Modena ed è rimasta entusiasta dell’alto livello della competizione, notando, peraltro, una grande differenza, un abisso tra nord e sud. A sud non ci sono le strutture che si trovano al settentrione. E, tuttavia, noi abbiamo un grande potenziale su cui puntare: la passione e l’entusiasmo dei nostri ragazzi.

Ma in cosa consiste precisamente la pole dance? Facciamo un po’ di chiarezza. Si tratta di un misto tra danza e ginnastica con la pertica. Per svolgere questo tipo di danza, che si basa su figure artistiche, bisogna avere un’ottima resistenza muscolare, coordinazione motoria, flessibilità articolare, agilità e forza significative. La pole dance può essere utilizzata sia nell’allenamento aerobico che anaerobico. Nasce nel Nord America nel 1920, dove venivano spesso utilizzati pali dei tendoni per svolgere delle vere performance durante gli spettacoli.

Secondo altri esperti, questo tipo di danza deriva dalla Mallakhamb, che nasce nel XII secolo in India. Intorno agli anni ’50, comincia ad evolversi, passando da  semplice spettacolo itinerante ad appuntamento fisso che si praticava nei bar, il tutto in contemporanea al burlesque. Sembra che lo praticassero anche i circensi in Cina durante i loro spettacoli, utilizzando dei pali cinesi, molto più grossi rispetto a quelli attuali, con la particolarità di un rivestimento in gomma. Tornando all’India, va aggiunto che la pole dance è uno sport tradizionale, che vede l’utilizzo di una pertica di legno sulla quale si esibiscono gli uomini.

In Italia la pole dance ha cominciato a diventare popolare nel 2010, quando si è svolto il primo campionato nazionale a Roma, promosso dalla Federazione Italiana di Pole Dance. Negli anni successivi è approdata alle olimpiadi, a dimostrazione degli enormi passi in avanti compiuti da questo sport. Per quanto riguarda le dimensioni del palo, si va dai più piccoli con diametro di 38mm fino a quelli più grandi da 50mm, a seconda della costituzione fisica e della forza muscolare degli atleti che lo utiulizzano. Durante i campionati vengono solitamente utilizzate misure di mezzo, come il 45mm, e due tipi di palo, uno statico e uno spinning.

Le foto sono tratte dalla pagina fb della Dna Danza