“I volti dei giovani sono la luce di Brindisi”

Con le parole di Benedetto XVI, mons. Talucci rende testimonianza, nel giorno delle esequie, al calore del papa e all'entusiasmo con cui fu accolto nella città pugliese

Appresa la notizia della morte di Benedetto XVI, con la memoria sono andato immediatamente a Brindisi. Nella mente si sono affollate le immagini della sua visita il 14 e 15 giugno 2008. Giornate indimenticabili, preparate con grande impegno ed enorme lavoro, anche da parte mia, per conto di Enel, l’azienda presso cui ho lavorato, curando le Relazioni Esterne. Un grande risveglio per la città, per il territorio, per tutti. Si era consapevoli di dover celebrare degnamente un evento speciale. Artefice indiscusso dell’avvenimento, l’arcivescovo della diocesi Brindisi – Ostuni, mons. Rocco Talucci con il quale, in un affettuoso e cordiale colloquio telefonico, abbiamo ripercorso le tappe che ci consentirono di giungere preparati a quel meraviglioso, straordinario impegno divenuto fatto storico.

A Brindisi il papa mancava da oltre novecento anni. Ma, procediamo con ordine. Talucci è nato a Venosa – diocesi Melfi – Rapolla – Venosa – il 6 settembre 1936. E’ eletto vescovo di Tursi – Lagonegro il 25 gennaio 1988, promosso a Brindisi – Ostuni il 5 febbraio 2000. Per raggiunti limiti di età è divenuto emerito il 20 ottobre 2012. Altro artefice della visita del papa a Brindisi, il sindaco, l’on. Domenico Mennitti, politico e giornalista, al suo secondo mandato. Un tandem collaudato e davvero efficace: Talucci-Mennitti, due innamorati della città, carichi di spiritualità e passione civica, politica.

Il papa saluta la città di Brindisi. A fianco l’arcivescovo mons. Rocco Talucci

Da anni mons. Talucci lavora perché il papa venga a Brindisi. Il viaggio si “concretizza” in occasione della visita ad limina (ad limina apostolorum), lincontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il papa per illustrare le caratteristiche della loro regione ecclesiastica dal punto di vista religioso, sociale e culturale, i nodi più problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come interviene la chiesa “particolare”.

Come è nata mons. Talucci la venuta del papa a Brindisi?

“La relazione illustrata al santo padre in quella visita, mi ha dato la possibilità di poter descrivere l’aspetto sociale e l’aspetto ecclesiale, l’impegno della chiesa nell’opera di evangelizzazione. Nel fare questo, avvertivo il bisogno di un grande sostegno. La visita pastorale che mi aveva portato in tutte le parrocchie, in tutti i comuni, fece maturare ancor di più questa esigenza. E’ lì che nasce l’idea del sinodo. Vedevo una città che, sia dal punto di vista civile che da quello spirituale, era in condizioni di trascuratezza, in difficoltà. Come chiesa, immaginavo un annuncio del Vangelo che fosse insieme riscatto sociale, in vista della giustizia sociale, e occasione per far presa sui diritti civili e sociali, molte volte offesi e ridotti in condizioni di trascuratezza perché in quel periodo la morsa della malavita si avvertiva pesante sulla città. Le cronache ne parlavano diffusamente.

Emergevano sia i problemi quotidiani del territorio sia quelli sotto l’aspetto storico: il rapporto con l’Oriente, il Mediterraneo. Mi ponevo la domanda, come si poteva evangelizzare? Per la chiesa era il tempo della nuova evangelizzazione. Mi chiedevo come la chiesa diocesana poteva evangelizzare e quale poteva essere l’influsso di una esperienza evangelizzatrice da parte del santo padre. Questo il pensiero ispiratore. Ne ho parlato più volte all’interno degli organismi ecclesiali, con il clero, con il sindaco. Una visione e un percorso condiviso. Infatti, sindaco e presidente della provincia, il notaio Michele Errico, congiuntamente presentarono lettera al santo padre a sostegno della richiesta presentata dall’arcivescovo”.

Il lieto annuncio alla città è dato dal segretario di stato, il cardinale Tarcisio Bertone, inviato dal papa per inaugurare il nuovo seminario diocesano realizzato nel cuore di Brindisi, nel rione Santachiara. Si apprende così che mancano poco più di sei mesi e il papa sarà a Brindisi…

“E’ evidente la convergenza, l’esigenza che nasceva dalle puntuali analisi nate nel territorio, presentate al santo padre. Nel rileggere ora quanto il papa ha detto a Brindisi si ha la chiara evidenza che egli ha studiato profondamente la realtà che il territorio viveva e ha fornito puntuali indicazioni pastorali, tanto attese. Discorsi dai quali, ancora oggi, Brindisi può sentirsi stimolata a guardare non solo all’interno ma nell’orizzonte del Mediterraneo.”

Il lungomare con la colonna romana che segnava la fine della via Appia

Il bel lavoro preparatorio, efficace, intelligentemente condotto, ha suscitato un grande desiderio nel papa: rispondere alle attese, confermare nella fede una grande comunità. I preparativi alla visita non trascurarono nessun dettaglio, realizzarono un ampio coinvolgimento di popolo, al punto che in quei due giorni la città, tutta interamente orientata all’incontro con il papa, si fermò per vederlo, per seguirlo…

“Questa fu l’effettiva percezione del papa. Ha parlato della città, del sindaco, dei giovani in tante occasioni. L’evento non è stato solo un fatto di chiesa. Oggettivamente non saprei dire se, sin dai preparativi, l’interesse ecclesiale sia stato superiore a quello civile, o viceversa. Personalmente ho vissuto un’esperienza in cui non vedevo più la differenza fra la chiesa e la città di Brindisi. Vedevo un Vangelo rivolto alla città e una città che non si sentiva estranea ad una chiesa che si occupava di lei. Sin dall’annuncio tutti hanno sentito l’evento come qualcosa a cui sentivano di appartenere”.

C’è un appuntamento, prontamente realizzato dal sindaco, al quale partecipai. Menniti non perse tempo, indisse immediatamente una conferenza dei servizi. Invitò tutti: istituzioni pubbliche e private, aziende, associazioni, movimenti, stampa e tv. Tutti furono informati, a tutti chiese collaborazione e impegno. Disse: “Fra sei mesi il Papa sarà qui a Brindisi. Per due giorni nostro ospite. La città va rivoltata. Non possiamo permetterci il lusso di non fare tutto il possibile per rendere la nostra città bella, accogliente, sicura. Non c’è burocrazia che tenga. Qui entro tre giorni chiedete le autorizzazioni necessarie e vi saranno rilasciate”. Il sindaco vigilò e seguì personalmente tutti gli sviluppi che venivano a determinarsi. Ognuno si sentiva garantito e tutti garantirono i risultati attesi. La burocrazia fu sconfitta nei suoi inutili formalismi per un obiettivo molto alto.

L’arcivescovo Talucci con, a sinistra, il sindaco Domenico Mennitti e il prefetto Mario Tafaro, e a destra il presidente dell’Autorità Portuale, Francesco Marini, e il responsabile delle Relazioni Esterne Enel Puglia e Basilicata, Franco Deramo

Come Enel decidemmo di presentare in maniera diversa i nuovi lavori eseguiti agli impianti e quelli di illuminotecnica artistica progettati e realizzati: all’imbrunire, tutte le autorità invitate, a partire dall’arcivescovo e continuando col prefetto, il sindaco, il presidente dell’autorità portuale e tante altre, salimmo, su una motobarca e circumnavigammo il porto. Assistemmo direttamente, dal mare, all’accensione dei nuovi impianti: per primo, il grande piazzale di Sant’Apollinare sul quale i giovani tennero una grande veglia di preghiera e la celebrazione della santa messa nella domenica presieduta dal papa. Ci scortava un’altra motobarca con a bordo giornalisti e operatori tv. Mentre scendeva la sera, ci avviammo verso il Castello Alfonsino, detto anche Castel Rossodal colore dei conci di carparo, o Castello di Mare, una complessa opera fortificata costruita sull’isola di Sant’Andrea, all’imboccatura del porto esterno di Brindisi. Aspettammo, fermi nelle acque tranquille del porto, a motori spenti, il calare della sera. Lentamente, mentre all’accensione la luce saliva di intensità, dalle acque emergeva il castello che, illuminato, si tuffava nelle acque del porto proiettando la sua lunga scia di luce nelle ormai scure acque appena increspate. Tutt’intorno buio fitto, mosso appena dall’elica della motobarca che senza fretta ci portò sulla panchina del lungomare nel punto terminale dove si sarebbe realizzato l’incontro del papa con la cittadinanza e con i giovani, nel piazzale Lenio Flacco.

La cattedrale di Brindisi

A bordo, i commenti di meraviglia si incrociavano con quelli di gradimento. Indimenticabile la riflessione di Mennitti. comunicata a mons. Talucci: “Mai vista così bella Brindisi! Questa è un’altra Brindisi!” “Più bella di sera, così illuminata, che di giorno! Questa è la vera Brindisi!” replicò Talucci. Espressioni che trovarono conferma lungo la via percorsa a piedi che portava dal mare alla piazza della Cattedrale, al palazzo arcivescovile dove il papa avrebbe riposato un’intera notte. Le luci venivano progressivamente accese al passaggio o all’arrivo delle autorità. Possiamo dire che Enel ha illuminato il volto bello della città, restituendole la sua grande bellezza. Una serata indimenticabile.

L’evento – il Papa a Brindisi – è legato a tanti episodi, a riflessioni, a fatti, piccoli e grandi. A raccontarli ora, a tanti anni di distanza, ne cogli meglio il valore. Documentarli anche, con immagini che rivedi con piacere e che ti fanno vibrare il cuore: le foto di Damiano Tasco sono straordinarie, sembrano scattate oggi. A volte si apre così lo scrigno dei ricordi e trovi tesori che rinascono con tanta forza. “Quel Piazzale Flacco, con quelle gradinate, ma carico di giovani, con una esplosione tale di vita!” così papa Benedetto XVI ha ricordato quell’incontro. Ma, lasciamo parlare mons. Talucci…

L’illuminazione artistica del castello di Brindisi realizzata dall’Enel

“Se a noi hanno parlato le luci che illuminavano la notte, al papa hanno parlato quelle voci, quei canti, quell’entusiasmo, quelle gradinate strapiene di giovani. Pochi mesi dopo, in un’udienza generale, non ho avuto il tempo di presentarmi al papa. ‘Sono l’arcivescovo di Brindisi’, gli avrei detto. Benedetto XVI mi ha visto e ha esclamato: Oh! Brindisi, che ricordo indimenticabile! Quel piazzale pieno di giovani! Noi abbiamo visto i monumenti pieni di luce, papa Benedetto XVI ha visto il viso, ha sentito il cuore di quei giovani esplodere di gioia.”

Oggi, nel giorno dell’ultimo saluto al papa, amiamo credere che Benedetto XVI è lì davanti alle gradinate di un piazzale ancora più grande, immenso, infinito dove i giovani di sempre, insieme a lui, cantano la lode a Cristo, dopo averla cantata in attesa della sua venuta, al suo rappresentante qui, in terra.