Il papa della profondità non dell’attualità

L'eredità principale che Benedetto XVI lascia alla chiesa dei nostri giorni è la volontà di confronto e dialogo tra gli uomini, al di là di ogni steccato religioso e culturale

Papa Benedetto XVI si è spento alle 9,34. Nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Dopo aver ricevuto il sacramento dell’unzione degli infermi, che sostiene chi inizia il viaggio di ritorno alla Casa del Padre. È il 31 dicembre 2022. Papa emerito, amato confratello, come lo chiama da sempre papa Francesco. La notizia della sua morte ha colpito il mondo intero. Esattamente come l’11 febbraio del 2013, quando decide di rinunziare all’esercizio del mandato pontificio, proprio lui che si era presentato come un “Umile operaio nella vigna del Signore”.
Benedetto XVI si rivolge ai fedeli in piazza San Pietro subito dopo la sua elezione (foto Vatican News)
Era succeduto al grande Giovanni Paolo II, ora già santo. Un gigante, divenuto santo subito! Benedetto XVI si dichiara disponibile, dopo la sua rinuncia, a servire, per il futuro, il ministero della Chiesa e l’intera umanità nel silenzio e nella preghiera per il mondo intero nel monastero Mater Ecclesiae.
Tante le domande di rito che si affollano nella mente in quei momenti: è una fuga o un volo di Angelo sulla città? L’immagine, la personalità e la figura di papa Benedetto XVI sono indimenticabili. Abbiamo negli occhi subito l’immagine di Francesco in ginocchio con Raztinger, uno accanto all’altro, in preghiera nella cappella della residenza di Castel Gandolfo. Immagine che ci rimane come dono di una continuità e di una unità vissuta come segno, come servizio.
Francesco e Benedetto XVI, uno accanto all’altro, in preghiera, nella cappella a Castel Gandolfo (foto Ansa)
Possiamo ben dire che Ratzinger ha accompagnato la storia. I suoi giorni sono stati segnati dalla preghiera, per la Chiesa, per l’umanità. Complessa e profonda la sua vita, i suoi studi e il suo pontificato. Sarà necessario riscoprirli. La storia della Chiesa sarà segnata dall’impronta di un grande, straordinario pontificato, di un protagonista che ha avuto un grande ruolo sin dal Concilio Vaticano II.
Timido, semplice, schivo? Modi di semplificare atteggiamenti e considerazioni che sono molto più profonde. Non a caso egli è definito papa della profondità e non dell’attualità. Frasi simbolo che restano: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!” È Giovanni Paolo II che così irrompe in piazza San Pietro all’inizio del suo ministero. “Sono un umile lavoratore nella vigna del Signore”, così si presenta e si dichiara di essere Ratzinger, appena eletto papa.
Benedetto XVI varca l’ingresso del campo di concentramento di Aushswitz (foto Avvenire)
Ci colpisce tutt’ora la visita di Ratzinger ad Aushswitz. Là dove l’umanità ha celebrato la sua mortale inesistenza! Dov’era Dio in quei giorni? Perché Dio ha taciuto? Domande memorabili, come rimprovero al silenzio di Dio.
Il 28 febbraio del 2013 Benedetto XVI si allontana dal Vaticano. Con un ampio volo in elicottero, saluta i suoi fedeli, la sua Roma, e chiude il suo pontificato dirigendosi a Castel Gandolfo. Fede e ragione: il suo primario obiettivo per tenere unita la Chiesa durante il grande dibattito che ha caratterizzato il suo pontificato. Teologo raffinato, ha aperto la Chiesa al futuro senza snaturarla.
Il 5 gennaio prossimo, i funerali presieduti da papa Francesco. Benedetto XVI è stato un grande uomo di fede. Come pontefice e come credente. Intenso il suo rapporto con Dio. Una vita di preghiera. Incontri che ci attendono nell’incontro con il giudice della vita. Grande l’importanza data alla ragione, alla fede consapevole. Grande la sua capacità di dialogo con le persone del nostro tempo. Fede e ragione, per il bene dell’umanità. Invitati ad essere cooperatori del nostro tempo. Nessuna dietrologia: forza adeguata alla situazione.
Il papa accarezza una bambina (foto Vatican News)
Spiritualità e ragionevolezza. Stupore e sorpresa, libertà e/o decisione spirituale. Rapporto fatto di rispetto e fratellanza. Come avere un nonno saggio in casa. Non sono mancate polemiche e speculazioni: lavoro per teologi, giuristi, canonisti, cardinali. Per tutti papa Francesco: “nonno saggio e venerato che si identifica nel rispetto e nell’affetto”. Questi giorni seguiremo le reazioni interne ed esterne alla Chiesa cattolica. Non potremo mai dimenticare però, quelle che sono state le profonde reazioni che hanno segnato un pontificato sofferto e che ha profondamente inciso nella vita della Chiesa.